Lampada che brilla in un luogo oscuro

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TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE

San Pietro tiene di fronte a sé un libro aperto; la Parola di Dio, testimonianza migliore per interpretare, comprendere, conoscere la straordinaria esperienza vissuta sul Tabor. La Parola rende salda l’esperienza di un incontro altrimenti indicibile, che trasforma lo sguardo del discepolo capace di non vedere nient’altro se non Gesù solo, perché riconosce il riflesso del volto luminoso di Cristo che brilla in tutte la creazione (don Luca Vialetto).

Pittore Veneto Cretese, “Trasfigurazione”, Sec. XVI, Museo Diocesano, Treviso.

Iconografo al lavoro.

Tradizionalmente l’icona della Trasfigurazione era proprio la prima icona che l’iconografo scriveva (l’icona non si dipinge si scrive), dopo essersi preparato con il digiuno e la preghiera. Questo perché l’icona era per la trasfigurazione del mondo. Non soltanto contemplazione, per alimentare la propria spiritualità, certamente anche questo, ma anche nello stesso tempo per far risplendere la luce del volto di Cristo nel mondo per trasfigurarlo (don Luca Vialetto).

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(Diocesi di Treviso)

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