Centro Candiani: dal 6 ottobre riparte Candiani Groove, la rassegna che porta in città la musica internazionale

Riparte dal 6 ottobre la musica al Centro Candiani del Settore Cultura del Comune di Venezia , con Candiani Groove, sempre con la direzione artistica di Veneto Jazz, che proseguirà come sempre all’insegna della musica internazionale portando nell’auditorium artisti e concerti inediti con imperdibili appuntamenti nel segno del jazz, della world music e della contaminazione dei linguaggi.

Biglietti in vendita da oggi al Candiani o sul circuito online Vivaticket.

Fa il giro del mondo la nuova edizione di Candiani Groove con un viaggio fra quattro Continenti e quindici Paesi con i migliori artisti internazionali della world music. “Con questa rassegna il Centro Candiani si conferma essere un punto di riferimento per la musica contemporanea in città – ha dichiarato il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro – L’auditorium, grazie al lavoro svolto da questa Amministrazione, è riuscito a diventare un luogo ricercato e richiesto dagli artisti nazionali e internazionali. Continua anche il nostro impegno per trasformare questo spazio in un luogo sempre più attrattivo a livello culturale, creando scelte diversificate per tutti. Grazie alla sinergia con la Fondazione Musei Civici e con numerose associazioni cittadine, il cittadino può immergersi nell’arte, ma può anche scegliere di perdersi tra le note di un concerto o portare la famiglia a godersi uno spettacolo per i più piccoli”.

La passione per la musica sudamericana ha fatto incontrare il virtuoso clarinettista Gabriele Mirabassi con l’arpista colombiano Edmar Castaneda che, grazie ad un mentore come Paquito D’Rivera, ha il merito di aver portato nel jazz uno strumento nell’immaginario legato al mondo classico. Sei musicisti provenienti da Angola, Brasile, Grecia e Italia con al centro della scena la cantante e percussionista Jabu Morales: sono gli Ayom, navigatori musicali che attraversano l’Atlantico, dal Brasile, all’ Angola e Capo Verde, fino al Mediterraneo. Un viaggio emozionante dalle radici del flamenco al jazz contemporaneo, con testi pieni di sentimento: è lo spettacolo di Antonio Lizana, star spagnola del “Nuevo Flamenco”, con voce e sax strepitosi. Con salde radici nella musica colta europea, il celebre trombettista Markus Stockhausen si presenta in Group con il progetto “Here we are”, sintesi armoniosa di improvvisazione, avanguardia e suoni elettronici. Infine, l’immaginazione di Khayal, formazione multietnica dove la magnifica voce di Raphaëlle Brochet blandisce il violino di Baiju Bhatt, il tutto supportato da Amine Mraihi all’oud, considerato il volto contemporaneo della musica araba, e dall’iraniano Shayan Fathi alle percussioni.

A salire per primo sul palco dell’auditorium venerdì 6 ottobre saranno Gabriele Mirabassi al clarinetto e il colombiano Edmar Castaneda all’arpa. Due virtuosi dei loro strumenti che però fanno tutt’altro che gare di virtuosismo. Si avvalgono del loro tesoro artistico, fatto di anni di studio profondo per creare musica, il che non è poi così scontato. Cominciano il concerto con suoni quasi acquatici, un’introduzione suggestiva e sospesa, e poi entrano nel vivo della loro bellissima esibizione. Ci sono soli di arpa in cui Castaneda sembra sdoppiarsi in un duo arpa –contrabbasso. Soli di Mirabassi che sono veri e propri racconti in musica. Si vive per un’ora abbondante in una dimensione sonora quasi fantastica eppure così terrestre.

Il secondo appuntamento domenica 5 novembre è con il gruppo Ayom, navigatori musicali che attraversano l’Atlantico, dal Brasile, all’Angola e Capo Verde, fino al Mediterraneo. “Il loro sound è un mix di sonorità brasiliane, tropicali, afrolatine e afrolusitane suonate con una carica irresistibile, come un sole tropicale che penetra tra le nuvole”. Il loro nome Ayom, è il “Signore della Musica”, che nella mitologia afro-brasiliana (Candomblè), è la divinità che vive dentro il tamburo e che ha insegnato agli esseri umani a fare musica e a cantare. Mescolando numerose tradizioni musicali e ritmiche, Ayom intraprende un viaggio emozionante ed intimo sulle rotte della diaspora africana. Così fiorisce la loro musicalità nomade e profonda, provocatoria e danzante, dove convivono tradizione e contaminazione, maschile e femminile, poesia ed energia, gioia ed impegno sociale. Ayom è una band multiculturale, composta da 6 membri provenienti da Angola, Brasile, Grecia e Italia con la cantante e percussionista Jabu Morales al centro della scena.

Da non perdere l’appuntamento di domenica 19 novembre con Antonio Lizana Quintet. Antonio Lizana (1986, San Fernando SP), che ha suonato nel 2021 al Jazz expo in Sardegna con il Cuarteto Flamenco del pianista Chano Dominguez (con cui collabora spesso), è uno dei pochi artisti spagnoli che si sono esibiti nel prestigioso programma NPR Tiny Desk negli Stati Uniti. Lo spettacolo diLizanaè descritto come un “viaggio mozzafiato dalle radici del flamenco al jazz contemporaneo”, tutto accompagnato dai suoi testi pieni di sentimento che portano messaggi di ottimismo e verità al pubblico. Scrive di lui la prestigiosa rivista Jazz day Germany: “A prima vista, il flamenco e il jazz non hanno molto in comune, ma quando hai una voce come Antonio Lizanae una tale padronanza virtuosa di uno strumento, il sassofono, quando entrambi i talenti si combinano con elevate capacità di improvvisazione e curiosità per le radici comuni di mondi sonori diversi -allora questi mondi crescono insieme nel modo più seducente.”

Altro concerto in programma venerdì 24 novembre, con il Markus Stockhausen Group. La loro musica è chiaramente plasmata dalle radici della musica d’arte europea. Le composizioni di Stockhausen formano attraverso l’arte dell’improvvisazione una sintesi armoniosa con leggerezza, giocosità, forti espressioni emotive e anche talvolta umoristiche. Tutti e quattro i musicisti sono virtuosi dei loro strumenti e hanno un’ampia esperienza di esecuzione, basata su esperienze classiche, jazz e d’avanguardia. I suoni elettronici arricchiscono i paesaggi sonori del gruppo. La musica si avvicina al jazz, ma può stupire anche un pubblico di mentalità più classica o contemporanea. Nel 2021 il pianista Jeroen van Vliet si è unito al gruppo, aggiungendo la sua voce unica al sound della band.

Ultimo appuntamento Candiani Groove 2023 sabato 2 dicembre con il fantastico gruppo Khayal. Khayal (immaginazione in arabo) è un sogno di grande sensualità. La magnifica voce di Raphaëlle Brochet blandisce il violino di Baiju Bhatt, il tutto supportato da Amine Mraihi all’Oud e Shayan Fathi alle percussioni. L’espressività non ha limiti, la geografia è sublimata in una trance estatica quasi sufi. E’ la rappresentazione di un mondo di complicità intima, sottile e tenera. Amine Mraihi è considerato la voce contemporanea e il volto della musica araba ed è diventato un simbolo universale di intercultura. Ha suonato in tutti i più importanti teatri del mondo arabo. Il viaggio senza fine di Raphaelle Brochet nel mondo delle arti dello spettacolo e della musica globali l’ha portata a diventare un’artista davvero potente e stimolante. La sua versatilità e dedizione all’apprendimento hanno contribuito al suo suono unico. Il jazz è davvero la sua lingua madre. Baiju Bhattha scoperto il violino all’età di sei anni e ha completato gli studi di musica classica al Conservatorio di Losanna fino all’età di 20 anni. Appassionato di vari orizzonti musicali, si specializza in jazz e world music, e ottiene il suo Master (Jazz) con un premio di eccellenza dalla Haute École de Musique di Losanna nel 2014. Shayan Fathi, nato nel 1985 a Teheran in Iran, ha iniziato a suonare la batteria/percussioni all’età di 10 anni in Austria, dove ha rapidamente creato un modo di suonare abile ed è diventato un membro importante nella scena musicale.

informazioni, www.culturavenezia.it/candiani

(Comune di Venezia)

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