Al liceo L. Stefanini inaugurata una panchina rossa contro la violenza sulle donne

È stata inaugurata questa mattina, nel cortile del liceo L. Stefanini, a Mestre, una panchina rossa, simbolo della lotta alla violenza sulle donne. La panchina si presenta come la concretizzazione del progetto “Insieme contro la violenza” portato avanti dai ragazzi delle classi 5AE e 5CE, che ha preso il via lo scorso anno con la produzione di alcune locandine, successivamente affisse in tutti i bagni della scuola, e di un video: due iniziative volte a sensibilizzare i propri coetanei sul tema della violenza contro le donne. 

Culmine di questo progetto, la richiesta da parte degli studenti di acquistare e posizionare una panchina di colore rosso proprio di fronte all’ingresso dell’istituto scolastico. Il posizionamento è avvenuto, grazie al contributo della Città Metropolitana di Venezia, in occasione della Festa della Donna dello scorso 8 marzo e oggi, alla presenza di tutti gli alunni delle classi quinte, si è tenuta l’inaugurazione ufficiale. 

A fare gli onori di casa la dirigente del liceo L. Stefanini, Mirella Topazio, seguita dalle docenti Paola Farina e Nicoletta Artusi, che hanno accompagnato gli studenti nella realizzazione del progetto. La cerimonia si è aperta con un minuto di “rumore”, e quindi di applausi, in memoria e ricordo di Giulia Cecchettin, ragazza di 22 anni uccisa dall’ex fidanzato lo scorso 11 novembre.

A prendere parte all’inaugurazione, per l’Amministrazione comunale, la presidente del Consiglio, Ermelinda Damiano. Presente anche Raffaele Pasqualetto, presidente della Municipalità di Mestre Carpenedo. 

“La tragedia che ha colpito Giulia Cecchettin, giovane studentessa morta per mano di un uomo, così come tante altre donne, ha scosso le coscienze di tutti, ed è giunto il momento che si diffonda un senso di responsabilità collettiva”, ha dichiarato la presidente Damiano. “Ormai da anni, il Comune di Venezia promuove, durante il mese di novembre, tantissime iniziative legate alla lotta alla violenza sulle donne affinché nessuno si senta escluso da questa lotta. Cosa possiamo fare noi come comunità, come amici, amiche, compagni di banco? Non dobbiamo girarci dall’altra parte. Dobbiamo stare accanto alle donne che sono vittime di violenza perché tutti hanno una grande responsabilità e possono fare molto per aiutare una vittima. La cosa importante è far sì che le famiglie, insieme alle scuole, alle istituzioni, alla cittadinanza, si uniscano in questa lotta, creando una rete di solidarietà”. 

A seguire si è tenuto un momento molto significativo, in cui alcuni studenti hanno preso in mano il microfono e hanno letto, un pezzo ciascuno, una frase da loro pensata che racchiudesse il significato della panchina rossa. “L’amore vero non ferisce e non uccide”, le loro parole. “La nostra panchina è dedicata a tutte le donne che hanno sofferto per il finto amore di un uomo, a tutte le donne amate e odiate, amate e rinnegate, amate e uccise, a tutte le donne che hanno perso la loro vita per mano della violenza di un uomo che diceva di amarle, a tutte le donne che hanno perso la possibilità di sognare, a tutte le donne che non hanno riconosciuto un amore sbagliato, alle vittime di un amore malato, a tutte le donne cadute in un amore tossico, a tutte le donne vittime di chi si è dimenticato cosa fosse l’amore, a tutte le donne che hanno pagato con la loro vita un amore egoista, e dedicato a Giulia e a tutte le vittime di femminicidio”. 

Hanno successivamente preso la parola Claudia Stefani ed Elisabetta Bonaccorsi, del Centro Antiviolenza del Comune di Venezia, per raccontare ai giovani presenti il ruolo e le attività svolte dal Centro. Sono poi seguiti gli interventi di Giampaolo Palmieri, dirigente della Divisione Polizia Anticrimine e di Andrea Sperandio, presidente dell’associazione Mestre Mia. 

Le classi degli altri anni, non presenti in cortile per l’inaugurazione, hanno in contemporanea fatto una pausa dalle lezioni per condividere con i loro professori un momento di riflessione sul tema della violenza di genere e sulla tragedia da poco avvenuta, affinché aumenti il rispetto verso la persona e cessi ogni forma di prevaricazione e violenza nei confronti delle donne.

(Comune di Venezia)

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