“Il Vescovo Paolo si è fatto guida e compagno di strada”: il ricordo di mons. Magnani nella messa del trigesimo

Il vescovo Michele ha presieduto, questa mattina, in cattedrale, la celebrazione eucaristica nel trigesimo della morte del vescovo emerito, mons. Paolo Magnani. A concelebrare con lui i canonici del Capitolo della cattedrale, con il suo presidente – il vicario generale mons. Mauro Motterlini -, il vicario per le Collaborazioni pastorali, don Antonio Mensi, e don Bernardo Marconato, segretario di mons. Magnani.

Commentando nell’omelia la profezia di Isaia proposta dalla liturgia di Avvento, il Vescovo ha sottolineato come il profeta inviti al canto, perché “illuminato dalla forza divina della speranza, vede fiorire di bene il deserto e lo ode cantare e lodare, al di là delle evidenze quotidiane”, quelle stesse evidenze che nella storia, e nei tempi odierni, “sembrano non lasciare spazio a un futuro che non sia soltanto velleitaria utopia: guerre, massacri, violenze, incapacità di dialogo e di incontro a tutti i livelli della vita, e tutto ciò rischia di inaridire anche le fonti di ogni nostra lode, di ogni nostro canto”.

“Quanto ha operato il Vescovo Magnani affinché le nostre liturgie fossero espressione ed alimento di una fede che rinnova la vita, testimonia la fede, incoraggia i cristiani a lasciarsi catturare dall’amore di Dio. Quanto gli era cara questa Cattedrale” ha sottolineato mons. Tomasi.

Il profeta, poi, “esorta con forza a non perdersi d’animo, a non cedere alla tentazione di un assenso soltanto a parole alla chiamata alla fede che ci rivolge il Signore. Colui che ci ha visitato, che ha posto la sua tenda in mezzo a noi, che ha dato la vita ed è risorto, vivo, il Signore Gesù è la nostra forza. Lui che è venuto nella povertà, attraverso la sua debolezza ci ha donato e continua a donarci forza. Mani fiacche, ginocchia vacillanti, cuori smarriti: per tutti con le parole ed i fatti siamo chiamati ad essere assieme, ad accompagnare, a esortare e consolare, ad attingere la forza che solo il Signore ci può dare: forza mite, pacifica, veramente divina” ha detto il Vescovo, ricordando “quante volte e in quanti modi il Vescovo Paolo si è fatto guida e compagno di strada al tempo stesso, per infondere coraggio, per richiamare alla fedeltà al Signore che, sola, è in grado di aprire strade coraggiose, che senza di Lui sarebbero solamente temerarie. Ha visitato la Diocesi – ha ricordato il vescovo Michele -, ha celebrato il Sinodo, ha raggiunto le missioni e i luoghi della vita di tanti diocesani all’estero. Ha vissuto per questo nostro popolo di Dio, con questo popolo. Ad esso si è rivolto anche per chiedere vicinanza e forza, come in occasione del suo 40o anniversario di ordinazione episcopale”, una forza e un vigore cristiano di cui egli “ha vissuto anche nella vecchiaia”.

“Il Vescovo Paolo ha disegnato in molti modi i cammini percorsi dalla Chiesa di Treviso, ha dato ordine ascoltando e cercando di cogliere i segni dei tempi, ha proposto vie di vita pastorale, di collaborazione, di impegno per far splendere la Chiesa nella sua bellezza, luogo accogliente per tutti, comunità solidale, popolo ben compaginato. Ha servito il Signore sulle sue vie, aprendo anche a noi cammini densi di futuro. Noi – ha concluso il Vescovo – continuiamo il cammino, nei modi e nei tempi del nostro oggi. Insieme preghiamo perché il Vescovo Paolo possa godere della sua ricompensa, affinché sia nel numero dei redenti di cui canta il profeta Isaia”.

Al termine della celebrazione mons. Tomasi e i concelebranti si sono recati nella cripta della cattedrale, per una preghiera alla tomba del vescovo Paolo.

In allegato l’omelia integrale.


(Diocesi di Treviso)

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