Il discorso del sindaco, Sergio Giordani
“Saluto tutte le autorità civili religiose e militari presenti a questa cerimonia.
Indirizzo un saluto particolare, a Giovanni Battista Zannoni, presidente del Comitato provinciale di Padova dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e idealmente abbraccio tutti gli esuli e i loro familiari presenti questa mattina.
Quest’anno sono passati 20 anni dal 30 marzo 2004 quando, finalmente, è stata promulgata la legge n.92 con la quale è stato istituito il Giorno del ricordo, una solennità civile nazionale che, come recita testualmente l’articolo 1, “ha il fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.
Un riconoscimento doveroso, dopo decenni di dimenticanze ed indifferenze se non talvolta di fastidio, che risarcisce almeno mortalmente i tanti italiani che hanno perso la vita in quelle terre dopo l’8 settembre del 43, gettati nelle foibe, fucilati o fatti sparire, e gli oltre 350 mila che negli anni successivi alla guerra hanno dovuto abbandonare quelle terre, esuli anche in Italia, e che hanno dovuto ricostruire da zero le proprie esistenze.
Donne, bambini, uomini le cui famiglie vivano in quelle terre da generazioni, e che sono stati discriminati, perseguitati e cacciati in quanto italiani.
La loro tragedia per troppi anni è stata nascosta e ignorata in nome di letture ideologiche della nostra storia alle quali ha contribuito anche la contrapposizione tra i due blocchi del dopoguerra, fino alla caduta del Muro di Berlino, simbolo di questa divisione, nel 1989.
Bisogna riconoscere il merito alle associazioni degli esuli per aver lavorato tenacemente per anni nel raccogliere la documentazione storica di quanto accaduto, nell’aver mantenuto vivo il ricordo di quelle vicende e di averle riportate oggi all’attenzione di tutto il nostro Paese.
Oggi il nostro sguardo è rivolto al futuro, ma abbiamo il dovere di conoscere e ricordare quegli avvenimenti, non solo per un doveroso omaggio alle vittime, ma anche perché dobbiamo essere in grado di comprendere in tempo i segni dell’intolleranza e della barbarie, in modo che questi orrori non si ripetano più.
Questo monito è drammaticamente attuale, in un mondo nel quale guerre e violenze sembrano rialzare la testa e che assiste attonito a violenze inumane che speravamo davvero di non vedere più.
Il dialogo, il confronto, la collaborazione e la conoscenza sono gli anticorpi al buio della ragione, e, ritornando a queste terre martoriate dalla seconda guerra mondiale, è davvero un bel segnale che Gorizia e Nova Goriza, siano assieme nel 2025 capitali europee della cultura.
Abbiamo costruito e allargato un’Europa basata sui valori di giustizia, uguaglianza e libertà.
Valori che oggi ancor più che in passato debbono fare da guida alle nostre scelte, devono essere promossi e sostenuti, perché mettono al centro la persona, con i suoi diritti e i suoi doveri.
Ai familiari dei tanti esuli istriani, fiumani, dalmati, molti dei quali hanno scelto la nostra città e il nostro Veneto per riprendere il filo spezzato della loro vita, voglio dire che siete e sarete sempre e profondamente parte della nostra comunità.
Grazie per aver partecipato a questa cerimonia sottolineando con la vostra presenza, l’importanza di questa giornata“.
Il discorso del presidente della Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia – sezione di Padova -, Giovanni Battista Zannoni, è disponibile nella sezione “Documenti” di questa pagina.