Avevano prima pedinato e poi inseguito il dipendente di una ditta incaricato di prelevare danaro in contanti: intercettati e arrestati dalla Polizia di Stato

È stato convalidato ieri mattina l’arresto del 20enne e del 34enne di origine bosniaca che sono stati intercettati dalla Polizia di Stato nella flagranza di un tentativo di furto ai danni di un dipendente di un’azienda incaricato – per conto della stessa –  di prelevare del danaro contante dalle macchinette di una slot-machine.

Erano da poco passate le 13 quando, martedì, il titolare della ditta aveva allertato la Sala Operativa della Questura descrivendo in tempo reale quanto stesse accadendo: a bordo di una Golf grigia – a suo dire la stessa che, circa due settimane prima, era stata utilizzata dagli autori di un furto ai danni della propria ditta –  due soggetti stavano inseguendo un suo dipendente mentre si dirigeva con l’auto aziendale presso l’istituto di credito prestabilito per il versamento. L’uomo, che già poco prima si era accorto di essere pedinato da loro mentre eseguiva l’operazione, ha quindi immediatamente allertato il suo titolare, descrivendogli telefonicamente passo per passo ogni loro movimento. Nonostante le manovre evasive per seminarli, la coppia, tenendosi a debita distanza, aveva seguito ogni suo spostamento fino a Viale del Lavoro.

A quel punto, il titolare dell’azienda – che nel frattempo aveva raggiunto il dipendente – si premurava di accompagnarlo in sicurezza nell’istituto di credito, rimanendo in costante contatto con la Sala Operativa e nel contempo cercando di sottrarsi al campo visivo dei due soggetti, che si erano fermati all’interno dell’auto nei pressi della banca. Proprio in quel frangente, la coppia – un 20enne e un 34enne di origine bosniaca – è stata intercettata dagli agenti delle Volanti.

Alla vista dei poliziotti, i due soggetti, che nel frattempo erano usciti dalla Golf, si sono allontanati frettolosamente in direzioni opposte, perseverando nel loro comportamento evasivo sia nel momento in cui è stato intimato l’alt, sia durante il tentativo di fuga, quando uno dei due si era avvicinato in maniera sospetta ad un’altra auto in sosta.

A terra, in quello stesso punto, gli agenti – mentre raccoglievano le dichiarazioni dei due soggetti che, senza che gli fosse contestato nulla, si giustificavano precisando di essere a piedi –  hanno trovato proprio le chiavi della Golf. Solo di fronte all’evidenza hanno ammesso di gravitare nell’ambiente sinti di Reggio Emilia e di essere dediti alla commissione di furti.

Contiguità poi corroborata dalla successiva perquisizione personale e veicolare: nelle loro tasche e all’interno dell’abitacolo, infatti, i poliziotti hanno rinvenuto delle forbici da elettricista, una bomboletta di spray urticante, un flessibile a batteria ed un piccolo badile.

Ad aggravare gli evidenti indizi di colpevolezza a loro carico, sono stati i risultati dell’analisi delle immagini estrapolate dal sistema di videosorveglianza relative all’episodio di due settimane fa: accertamenti che hanno consentito ai i poliziotti di riconoscere chiaramente la corrispondenza della fisionomia del volto degli autori del furto e dell’auto da loro utilizzata.

Considerata quindi non solo la flagranza del reato, ma soprattutto il pericolo concreto di reiterazione dello stesso, i due soggetti – già pregiudicati e condannati per reati specifici – sono stati arrestati per tentato furto aggravato in concorso e possesso ingiustificato di chiavi alterate o grimaldelli, e dunque associati al Carcere di Montorio in attesa dell’udienza di convalida. Ieri mattina, all’esito della stessa, il Giudice ha convalidato l’arresto disponendo per entrambi la misura degli arresti domiciliari.

Si precisa che la responsabilità penale dell’arrestato sarà accertata solo all’esito del giudizio con sentenza penale irrevocabile.

(Questura di Verona)

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