Diario di Bordo – Marzo 2024

Le parole della città di domani

Dal sindaco Tommasi, il vescovo Pompili e la filosofa Mortari un contributo al vocabolario del nuovo piano urbanistico della città

«Bisogna costruire quelle infrastrutture che traducano la delicatezza in fatti», è con queste parole che Damiano Tommasi, sindaco di Verona, riassume l’incontro, “La città della cura”, che si è tenuto lo scorso 9 marzo nella Sala Maffeiana dell’Accademia Filarmonica della città, e dove ha dialogato con il vescovo Domenico Pompili e la filosofa e docente dell’Università degli Studi di Verona Luigina Mortari nell’ambito del programma Viviamo Verona.

Delicatezza quindi, ma anche cura, bellezza, sobrietà, decoro, proporzione, giustezza, sono solo alcune delle parole di un nuovo vocabolario emerse nel corso della serata e che potrebbero suggerire i diversi modi in cui potrebbe prendere forma la Verona del futuro. Quasi delle linee guida per lo stesso assessorato all’Urbanistica della città, guidato dalla vicesindaca Barbara Bissoli, impegnato in questi mesi nella revisione degli strumenti urbanistici. Da qui la sfida, lanciata dal sindaco, di poter concretizzare parole “alte” in opere da urbanisti e pianificatori. E un esempio lo fornisce Mortari, quando parla di rimettere le scuole con i cortili al centro, o di disporre le panchine nei luoghi pubblici una di fronte all’altra, in modo da favorire dialogo e interazione tra i cittadini, perché è il dialogo «il primo passaggio dell’etica pubblica», di quella politica che non prevarica, che ascolta i bisogni, che non ha paura del confronto e che si prende cura della comunità.

«L’etica pubblica è una città che ascolta tutti i suoi cittadini, anche i bambini, che sanno dove si trova del buono dell’essere», chiosa la professoressa. Un processo, quello di ascolto, che già oggi la città di Verona sta portando avanti anche nella costruzione del nuovo Piano di Assetto del Territorio (PAT), dapprima con la call ancora in corso “Fermenti di città”, e poi con gli incontri nelle otto circoscrizioni, che si terranno a partire dal 16 marzo e continueranno fino a maggio. Ma al concetto di dialogo è legato anche quello di responsabilità, sia da parte degli amministratori pubblici che degli abitanti («il politico è il cittadino» dice Mortari che tra qualche mese pubblicherà il libro “La sapienza della politica” ), di curare gli spazi pubblici che si abitano, di renderli belli e dunque buoni (come dicevano i greci), dove siano messe al centro le necessità di anziani e in particolar modo dei bambini, che sono coloro che abiteranno questi luoghi nel futuro. Un compito non facile per chi attivamente progetta la città.

Secondo appuntamento del progetto Viviamo Verona – il primo si era tenuto il 18 novembre nell’Aula magna dell’Università – che riunisce tutte le iniziative che accompagnano la redazione del nuovo PAT, “La città della cura” ha messo l’accento anche sulla Verona di oggi, quella «frutto di una tradizione secolare che ci ha lasciato un contesto di singolare bellezza» come ha sottolineato il vescovo Pompili, dalla quale si deve inevitabilmente partire per costruire la città del futuro. «Occorre poi tornare alla categoria dell’abitare – ha aggiunto il prelato, evidenziando la differenza tra abitare e risiedere – riscoprendo, dallo spazio al tempo, la connessione tra noi e il luogo che abitiamo. Perché abitare è anche saper introdurre dei significati mentre si costruisce». Creare spazi di dialogo quindi, ma anche spazi vuoti, come dice Mortari, «che si riempiono di vuoti, umani e delicati», con gesti ancora una volta delicati che lasciano meno segni dell’agire sulla realtà.

Quello che è certo è l’urbanistica è pratica dei processi lunghi, che richiedono soprattutto tempo – «la politica non può permettersi risposte semplici e rapide, quando si tratta di iniziative che devono guardare a un lungo orizzonte temporale» dice il sindaco a proposito della pianificazione urbanistica –, un tempo che serve anche per «sentirsi come a casa propria» partendo da una residenzialità, aggiunge ancora il primo cittadino facendo eco alle parole del vescovo.

Questi sono solo alcuni dei temi e delle sfide che attendono Verona nei prossimi anni, e che saranno anche il focus di un terzo incontro di Viviamo Verona, quello del 22 aprile a qui parteciperà Carlos Moreno, consigliere della sindaca di Parigi Anne Hidalgo e “padre” della città dei 15 minuti, o della città della prossimità. Qualcosa è già nel DNA del capoluogo veronese.

(Comune di Verona)

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