Le Clarisse Cappuccine scommettono su un piccolo monastero a Velo d’Astico

Due monache, una piccola comunità, una grande sfida: rivitalizzare il carisma delle Clarisse Cappuccine in Europa. È questo, in estrema sintesi, lo scopo del progetto “Rivotorto di Santa Chiara”, arrivato alla Montanina di Velo d’Astico lo scorso ottobre.

Villa Montanina dal 2001 è sede delle suore Passioniste che hanno messo a disposizione delle Clarisse Cappuccine la “Casa del Buon Pastore”, un edificio diventato ora un piccolo monastero, “inaugurato” ufficialmente lo scorso 4 ottobre. Attualmente vi risiedono due monache, suor Rachel, originaria della repubblica Ceca (a destra nella foto, ndr), e suor Veronica, fiorentina. È a Firenze, infatti, che nel 2019 è stato ideato e due anni dopo avviato il progetto “Rivotorto di Santa Chiara”. «Il progetto è nato dal desiderio di rivitalizzare in Europa il nostro carisma – spiega suor Rachel -. Il nostro ordine nasce nel 1500 come volto femminile della riforma cappuccina. A differenza delle congregazioni, che dipendono da una casa generalizia, ogni monastero è autonomo. In Europa esistono tre federazioni: italiana, spagnola e del Centro Europa, che riunisce Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia, Germania e Austria». «In Italia – prosegue suor Rachel – c’è un gran numero di conventi, ma le poche vocazioni e l’età avanzata non consentono loro di essere autonomi. Il convento di Firenze, dove il progetto è nato, ora è infatti chiuso. L’ordine si sta assottigliando. È per non far morire il carisma che abbiamo avviato questo progetto».

Il progetto “Rivotorto di Santa Chiara” è «una casa di formazione, un luogo di accoglienza – spiega suor Rachel -. Attualmente siamo in due monache, ma il progetto prevede che possiamo arrivare al massimo a quattro. Prepariamo programmi formativi e accoglienza alle altre monache che vengono qui per completare il loro percorso di formazione iniziale o per passare un periodo di riposo. Ma siamo aperte anche a persone di altre congregazioni, collaboriamo molto con la famiglia francescana. Qui le sorelle della vita attiva possono venire e trascorrere un periodo secondo il nostro stile di vita. Il nostro è un monastero con le porte aperte per chi ha bisogno di un periodo di riflessione, soprattuto per le giovani che nelle congregazioni non hanno il tempo di sviluppare un programma formativo, di preghiera e di ascolto della Scrittura, attività tipicamente monastiche».

La giornata di suor Rachel e suor Veronica inizia alle 4.30 con la meditazione personale, la lectio e le lodi. Dalle 8.30 alle 12.30 il tempo è dedicato al lavoro, dalle incombenze che riguardano le faccende domestiche, fino al confezionamento di prodotti come biscotti, candele, marmellate e mele essiccate. «Non possiamo avere ogni giorno la Messa, per questo quattro volte alla settimana abbiamo un momento di liturgia della Parola – racconta suor Veronica -. Si tratta di una scelta profetica, l’abbiamo imparata durante la pandemia e qui l’abbiamo approfondita e arricchita». La clausura, per questo particolare progetto, «permette un approccio più diretto – spiega suor Rachel – anche in vista dell’accoglienza. Possiamo uscire dal monastero per la Messa settimanale e due volte al mese per far la spesa».

Il fatto che le monache siano state accolte in uno spazio di un’altra congregazione non stupisce più di tanto le monache: «In Italia suona come una novità, ma nel resto d’Europa non lo è – commenta suor Rachel -. Nell’Europa centrale siamo sopravvissute al comunismo, ma senza collaborazione non ce l’avremmo fatta. Inoltre c’è un legame con le Passioniste, nate in Polonia grazie all’aiuto delle cappuccine. Arrivare qua a Velo d’Astico non è stato un caso, ma Provvidenza».

Dal 2021, il progetto “Rivotorto di Santa Chiara” ha accolto 40 sorelle della federazione Europa. Suor Rachele e suor Veronica stanno pensando alla possibilità di accogliere, nei mesi estivi, alcune ragazze provenienti dalle famiglie terziarie francescane con cui sono in contatto. E intanto, a Velo d’Astico, hanno organizzato una scuola di preghiera per laici. «In questi anni ho avuto l’occasione di girare per l’Europa e visitare tanti monasteri di ordini diversi – conclude suor Rachel -. Ormai è superata la forma di vita che tende ad avere strutture grandi. Un modello di vita fortemente spirituale in realtà piccole può essere una soluzione per vivere questa crisi».

Andrea Frison

(Diocesi di Vicenza)

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