Lettori e accoliti, sul modello di Giuseppe. Il 19 marzo in chiesa Immacolata anche il rito di ammissione

Era proprio bella la chiesa Immacolata del Seminario nella festa di San Giuseppe, gremita di persone di ogni età: adulti, anziani, coppie con figli in passeggino e davvero molti giovani. Erano famigliari, amici, parrocchiani dei quattro giovani, studenti del nostro Seminario, che mons. Tomasi ha istituito accoliti e lettori durante la celebrazione eucaristica.
Ma in tanti si erano raccolti già mezz’ora prima, per pregare insieme i Vespri, durante i quali c’è stato il rito di ammissione tra i candidati all’Ordine sacro di Sebastiano Schiavon, anch’egli seminarista, originario della parrocchia di San Biagio di Callalta. Un primo passo, all’interno di un cammino di formazione e discernimento, quello di Sebastiano, “una disponibilità che la Chiesa accoglie e che, se diventerà risposta alla chiamata del Signore, sarà un dono grande a Lui e alla Chiesa”, ha detto il Vescovo, che gli ha affidato due delle caratteristiche di san Giuseppe che vengono cantate nell’inno “Patris corde”, ispirato alla Lettera apostolica di papa Francesco: “parola silenziosa e illuminante”, e poi “speranza creativa, Padre dal coraggio vivo”. “Di Giuseppe non ci sono state tramandate parole, ma la sua vita è stata una piena realizzazione della Parola di Dio – ha ricordato mons. Tomasi -, nella fedeltà e nella capacità di custodire il sogno. Una Parola che illumina, che apre spazi di libertà e bellezza. Abbiamo anche bisogno della speranza, che è la fede nel Signore che illumina possibilità di futuro, e di una speranza creativa che insegua i sogni, oltre che di un coraggio che è capacità di affrontare la vita da adulto, perché – ha concluso rivolto a Sebastiano – il Signore si fida di te. E San Giuseppe ci viene dato come meta: conviene puntare in alto!”.
Numerosi, durante la messa con l’istituzione dei ministeri di lettore e accolito, i sacerdoti concelebranti insieme al Vescovo: dai responsabili ed educatori del Seminario ai giovani preti che fino a pochi anni fa hanno camminato insieme ai quattro giovani, ai parroci delle parrocchie di origine e di servizio. Riccardo Perizzolo, di Castelcucco e Claudio Pistolato, di Cappella di Scorzè, sono stati istituiti lettori, mentre Maurizio Castellan, di Onigo, e Francesco Tesser, di Marcon, sono stati istituiti accoliti. Giovani già in cammino verso il presbiterato. I ministeri conferiti, però, non rappresentano tanto due tappe, ma due momenti significativi in sé, ha spiegato mons. Tomasi nell’omelia, perché questi rimangono, segno della fedeltà a un modo di Dio di essere presente nella storia, che è eterna, non a tempo.
Ai nuovi lettori il Vescovo ha ricordato che porteranno la Scrittura nella loro vita e aiuteranno la comunità dei fedeli ad amarla, “ma voi stessi accettate di farvi portare e abbracciare dalla Parola di Dio”. Una Parola che diventa carne in Gesù Cristo, che ci viene presentato nei suoi sacramenti, in particolare nell’Eucaristia: “Vi avvicinate a questo servizio – ha detto il Vescovo, rivolto ai neo accoliti -, a preparare la mensa e a portare Gesù Eucaristia alle persone, anche ai malati e agli anziani. Siamo Chiesa perché nasciamo dall’altare, dalla Parola e dall’Eucaristia. Crediamo che il Signore risorto cammina con noi, che è Parola e cibo per noi, fondamento di gioia e coraggio”.
Per tutti, al termine, un momento di festa nel chiostro del Seminario, preparato dalla comunità del Seminario e dai volontari.

Servizio fotografico di Gianmarco Mason

(Diocesi di Treviso)

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