Orgoglio Coldiretti: assemblea provinciale martedì 30 aprile

Il prossimo 30 aprile sarà un giorno storico perché tutte le 96 federazioni provinciali di Coldiretti in tutta Italia si riuniranno nelle rispettive assemblee per celebrare gli 80 anni di storia della nostra Confederazione e ribadire sull’intero territorio nazionale il nostro “orgoglio Coldiretti”, ricordare le grandi battaglie e i risultati ottenuti e tracciare il cammino per il futuro, a partire dalle priorità urgenti per il mondo agricolo e il nostro autentico “made in Italy”. L’appuntamento con l’assemblea di Coldiretti Padova è dunque per martedì 30 aprile alle ore 18 all’hotel Crowne Plaza di via Po a Padova. Sono invitati tutti i dirigenti, i presidenti di sezione e i soci di Coldiretti Padova. In primo piano le tante battaglie di Coldiretti Padova per difendere il reddito degli agricoltori, la riflessione e il dibattito sulle priorità urgenti per il mondo agricolo, le sfide in Europa e in Italia che attendono la nostra Organizzazione.

In vista dell’Assemblea provinciale proponiamo un approfondimento sui temi della giornata del 23 aprile scorso all’Auditorium di Roma, dove il presidente Ettore Prandini e il segretario generale Vincenzo Gesmundo hanno spento le 80 candeline della prima organizzazione agricola europea.
Ottanta anni e non li dimostra. Il carico di esperienze, di battaglie, di attacchi da contrastare c’è, ma è rimasta intatta la freschezza della visione e della progettualità orientata non solo all’agricoltura, ma all’intera comunità nazionale.  In una parola la Coldiretti, la forza amica del Paese. Patriottica ante litteram nel senso più alto del termine  che non si traduce in una  chiusura nel piccolo mondo, ma totale apertura, nella consapevolezza  però di agire sempre nell’interesse delle imprese agricole e dei consumatori.
Dignità, reputazione. Non solo parole. Ma principi che hanno guidato la Coldiretti sin dalla sua nascita nel 1944 per opera di Paolo Bonomi che resta un faro per la Confederazione. Dal dopo guerra è entrata nel vivo l’azione segnata da interventi e risultati così significatici e rivoluzionari da aver cambiato la traiettoria di sviluppo economica e sociale del Paese. E al centro sempre la dignità del coltivatore, la difesa della sua salute  con la grande svolta delle mutue e degli assegni familiari e con un impegno sempre forte per la difesa dei suoi redditi.
C’è una continuità che lega il percorso di Coldiretti come ha spiegato Gesmundo.  Dalla riforma agraria, voluta fortemente da Coldiretti a dispetto di tutti, che non le ha risparmiato dure accuse ma che alla fine ha portato al risultato storico dell’esproprio ai latifondi di oltre due milioni di ettari consegnati ai contadini, fino alla legge di orientamento del 2001.
Non un esproprio, ma certamente un profondo cambio di passo per gli agricoltori che grazie alla nuova normativa sono stati messi nelle condizioni di compiere il grande salto: dalla produzione alla trasformazione e vendita dei prodotti, dall’agriturismo alla vendita diretta fino alla fornitura di servizi in appalto.
Ancora una volta la strada è stata irta di ostacoli e la Coldiretti è stata contestata e irrisa da una parte delle altre rappresentanze agricole. Vendita diretta? Nessuno  poteva credere all’evoluzione dei mercati contadini. Le commodity, sostenevano i più, erano la nuova frontiera. E invece alla fine ha avuto ragione ancora una volta Coldiretti.
Campagna Amica è ormai un network consolidato che ha cambiato il modo di fare la spesa degli italiani e che ora ha conquistato anche il mondo con la nascita della World Farmers Markets Coalition. Il passato si intreccia con il futuro. Come nel caso dei Consorzi agrari e del fallimento della Federconsorzi “il primo grande furto all’agricoltura italiana – ha affermato il segretario generale – ma siamo risusciti ad arginare la situazione.
E oggi Consorzi agrari d’Italia e Bonifiche Ferraresi (BF) sono fiori all’occhiello che forniscono servizi avanzati e a tutto tondo alle imprese agricole. Agricoltura e finanza, agricoltura e ricerca: Coldiretti ha accettato sempre le nuove sfide e le ha vinte. Non c’è futuro senza conoscenza, ha affermato  Prandini, e la strategia è stata ed è sempre di guardare al futuro.
E anche oggi il futuro è nel segno dell’identità, della distintività e della biodiversità. “Siamo convinti europeisti – ha aggiunto il presidente di Coldiretti – ma nella difesa della nostra storia contro il principio dell’omologazione”.
Da qui la presenza in Europa per un confronto costante con parlamentari italiani ed esteri. E in questo quadro si colloca la manifestazione organizzata a Bruxelles per imprimere un’accelerazione a ciò che era iniziato un anno fa, dalla revisione della Politica agricola comune allo stop a una serie di provvedimenti penalizzanti per il settore agroalimentare.
Prandini ha rivendicato anche il successo ottenuto sul fronte del Pnrr “abbiamo ottenuto modifiche e 3 miliardi in più”. Anche in questo caso l’intuizione è stata di investire nelle filiere per rafforzare il potere contrattuale degli agricoltori. E con l’industria, quella che condivide la linea della difesa del made in Italy, è stata avviata una stretta collaborazione con la costituzione di Filiera Italia. Ma le sfide non si fermano.
Il prossimo traguardo – hanno annunciato Prandini e Gesmundo- è l’abolizione del codice doganale. Deve essere riconosciuto come italiano solo ciò che proviene dall’agricoltura italiana. L’asticella si alza ancora dunque. Ma nessuno fermerà Coldiretti pronta a proseguire la mobilitazione, dal Brennero ai porti, fino a quando non sarà cancellata la norma che con l’ultima lavorazione eseguita in Italia permette ai prodotti alimentari di acquisire la carta di identità nazionale.  Una battaglia che si lega a quella per il riconoscimento del principio di reciprocità, perché se le regole non sono uguali per tutti si distrugge la competitività delle imprese italiane che rispettano tutte le norme su qualità e lavoro. La trasparenza è un punto fermo. Come la legalità. “La Coldiretti – ha detto il segretario generale – è una casa di vetro”.
La legge contro il caporalato, quella firmata da Giancarlo Caselli per contrastare i reati agroalimentari, sono nate tutte nella “casa di vetro”.  Ed è stata la Coldiretti a volere che nella Pac il lavoro fosse in primo piano: no agli aiuti per chi non rispetta le normative sul lavoro. Un percorso coerente e senza tentennamenti.  Come la guerra intrapresa contro i cibi realizzati in laboratorio. Se il vaso di Pandora non fosse stato scoperchiato dalla Coldiretti forse oggi anche nei ristoranti italiani o nei supermercati sarebbe possibile acquistare nodini di pollo, bistecche e formaggi “coltivati” nei bioreattori. Ma quando Coldiretti se ne è accorta ha acceso tutti i riflettori e dal 2023 non c’è stato incontro o villaggio in cui il cibo finto non sia stato al centro del dibattito. Non un semplice no, ma valutazioni frutto di analisi di ricercatori, scienziati, medici.
E il risultato dopo la raccolta di oltre 2 milioni di firme è stata una legge che ha messo al bando questi prodotti. Naturalmente i soliti “soloni” sono scesi in campo: l’Italia si troverà isolata, isolata nella Ue. E invece 13 Paesi a cominciare da Francia e Spagna si sono accodati al nostro. Non solo, ripensamenti sono in atto in alcuni stati americani (Florida, Texas e Arizona). La dirompente forza di comunicazione della Coldiretti ha travalicato i confini. Dalla sua l’Organizzazione ha programma, coerenza, reputazione e soprattutto un patto con il consumatore.
Nato nei primi anni Duemila quando rivolgendosi alle mamme italiane le invitava a verificare se i loro figli non mangiassero schifezze e che si è consolidato negli anni grazie anche ai mercati di Campagna Amica che non sono solo luoghi dove acquistare prodotti alimentari, ma laboratori e centri di incontro con l’agricoltore che si tramutano in rapporti di fiducia. Questo il patrimonio inattaccabile della “Forza amica del Paese”.

 

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(Coldiretti Treviso)

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