II DOMENICA DI PASQUA – ANNO B
In un cenacolo completamente oscuro, perché tenuto sigillato dalla paura dei discepoli, irrompe il Risorto. Le sue piaghe sono fonte di luce, attorno alle quali tutti (uomini e donne), e non solo Tommaso, si accalcano per contemplare, vedere e credere. Giovanni, in disparte, sembra sopraffatto dal sonno, ma in realtà, guidato dall’amore, lui non ha bisogno di vedere per credere. Dona anche a noi, Signore, di toccare la carne del Risorto, quella carne che è sempre allo stesso tempo piagata e fonte di luce (don Luca Vialetto).
Rembrandt Harmenszoon van Rijn, “Incredulità di san Tommaso”, 1634, Mosca – Museo Pushkin
La Sacra cintola di Prato
A partire dal brano di questa domenica, Tommaso è stato identificato come l’emblema della difficoltà a credere, tanto che, secondo una tradizione popolare, perfino la Madonna, nel momento dell’Assunzione, avrebbe lasciato cadere nelle mani di quest’apostolo la sua cintura (ora conservata a Prato) come prova della sua salita al cielo (don Luca Vialetto).