COLDIRETTI VENEZIA: CONTINUA LA RACCOLTA FIRME “STOP CIBO FALSO”.
Continua la raccolta firme di Coldiretti, si tratta dell’iniziativa popolare “Stop cibo falso” per chiedere l’origine in etichetta per tutti i prodotti in #UE. Si firma in tutti gli uffici della Coldiretti e al mercato agricolo coperto di Mestre, in via Palamidese 3/5 aperto il martedì e sabato dalle ore 8.00 alle ore 13.00.
“Da oltre vent’anni ci battiamo per la trasparenza e la tracciabilità dei prodotti agroalimentari – spiega Tiziana Favaretto presidente di Coldiretti Venezia – per garantire ai consumatori cibo genuino e autentico, ma soprattutto fare in modo che il consumatore faccia una scelta consapevole. Ecco che si apre un nuovo capitolo del nostro patto con il cittadino consumatore, infatti non è più tollerabile assistere a scene come quelle vissute durante la protesta al Brennero qualche settimana fa –continua Tiziana Favaretto- dove abbiamo visto giungere prosciutti, concentrato di pomodoro, frutta e verdura che, dopo l’ultima trasformazione, sarebbero diventati sostanzialmente prodotti italiani, confermando il dato di importazioni di cibi stranieri che hanno raggiunto nel 2023 il massimo storico. L’eliminazione del codice doganale per l’origine dei prodotti alimentari deve essere una priorità. Solo il cibo prodotto e trasformato in Italia può essere cibo italiano, solo in questo modo possiamo garantire redditività alle imprese agricole”.
Sono più di mille i veneziani che hanno firmato per sostenere la campagna di Coldiretti che mira a raggiungere il milione di firme per promuovere una legge europea che imponga l’indicazione chiara dell’origine, su tutte le etichette alimentari.
L’ultima raccolta firme proposta da Coldiretti, sostenuta da oltre due milioni di persone che hanno firmato, ha portato all’approvazione nel luglio 2023 della legge che introduce il divieto di produrre e commercializzare cibi a base cellulare per uso alimentare o per i mangimi animali, dalla Coldiretti. Una mobilitazione scattata nel novembre 2022, con oltre 2mila comuni che hanno deliberato a favore spesso all’unanimità e tutte le Regioni di ogni colore politico ed esponenti di tutti gli schieramenti oltre a Ministri e Sottosegretari, Parlamentari nazionali ed europei e Sindaci.
L’Italia ha fatto da apripista al divieto di produzione di carne sintetica, ma ora la carne sintetica fa paura anche agli Stati Uniti: dopo la Florida anche lo stato dell’Alabama la vieta.
E’ la dimostrazione – secondo Coldiretti – che anche nel Paese dove i cibi sintetici sono di fatto nati, stia maturando la consapevolezza sui rischi di una tecnologia dai contorni oscuri, con molte incognite che rischiano di cambiare per sempre la vita delle persone e l’ambiente che ci circonda. Non a caso la Florida e l’Alabama potrebbero non essere gli unici Stati a sbarrare la strada ai prodotti a base cellulare, secondo quanto riportato dal Financial Times che scrive che “i repubblicani dall’inizio dell’anno hanno introdotto in almeno sette stati americani una legislazione per vietare la vendita o la distribuzione di carne coltivata in laboratorio”.
Sono 53 i pericoli potenziali per la salute legati ai cibi prodotti in laboratorio individuati nel Rapporto Fao e Oms che parla di “Cibo a base cellulare”, definizione considerata più chiara rispetto al termine “coltivato” (ad esempio “carne coltivata”), preferito dalle industrie produttrici perché più accattivante ma ritenuto essere fuorviante dalle due Autorità mondiali, che rilevano peraltro come la parola “sintetico” sia usata anche dal mondo accademico oltre che dai media.
Non è un caso che in Paesi dove è stata consentita la vendita come Israele, prima del consumo, venga chiesta – precisa Coldiretti – la firma su una liberatoria dalle responsabilità e conseguenze sulla salute. Ma – continua Coldiretti – pesano le preoccupazioni anche sul piano ambientale. I risultati della ricerca realizzata da Derrick Risner ed i suoi colleghi dell’Università della California a Davis – conclude Coldiretti – hanno evidenziato che il potenziale di riscaldamento globale della carne sintetica definito in equivalenti di anidride carbonica emessi per ogni chilogrammo prodotto è da 4 a 25 volte superiore a quello della carne bovina tradizionale.