Palazzo Celio commemora il consigliere provinciale Giacomo Matteotti

Cent’anni fa il delitto Matteotti: nel primo pomeriggio del 10 giugno 2024, lungo il tragitto dalla sua casa romana verso la Camera dei Deputati, il parlamentare polesano veniva rapito sul lungotevere Arnaldo da Brescia da una squadra di fascisti guidata da Amerigo Dumini.

La Provincia di Rovigo, di cui il deputato socialista nato a Fratta fu anche consigliere, ne onora la memoria rendendo pubblico il  verbale della seduta del 17 giugno 1924: particolarmente significativi risultano alcuni passaggi in cui il presidente Ugo Maneo, ancora sgomento per l’accaduto, rileva che “non son del tutto svanite le speranze della possibilità che Giacomo Matteotti (…) sia ancora vivo, onde non voglio farvene una vera commemorazione per quanto il filo cui è affidata tale speranza sia così tenute da essere quasi invisibile”. Una speranza che passò dalla celebre “secessione dell’Aventino” del 27 giugno per poi trovare la più tragica delle conferme il 16 agosto, quando il corpo venne ritrovato nelle campagne di Riano, una ventina di chilometri a nord della capitale.

Il documento, redatto a macchina, risulta attuale ancor’oggi nonostante il linguaggio che caratterizzava i primi anni del secolo scorso: esprimendo “il sentimento di generale esecrazione dell’immane misfatto che fu sventura non solo di una persona e di una famiglia ma dello stesso fascismo che regge lo Stato”, parla di Matteotti come “pugnace e impetuoso uomo di parte, oratore eloquente ed ardente, (..) del quale nessuno potè mai disconoscere il valore intellettuale e il carattere perché tenne sempre fede alla sua parte, nè mai piegò per volgere di tempo e mutar di casi”.

(Provincia di Rovigo)

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