
Nuovo anno, nuovo report: “Ecosistema urbano”, l’indagine di Legambiente sulle performance ambientali delle 106 città capoluogo italiane, conferma Treviso nella top ten ma rispetto al 2023 scende di due posizioni, dalla quarta alla sesta, totalizzando 72,63 punti su 100. In miglioramento i risultati su raccolta differenziata, dispersione idrica, male i punteggi sul trasporto pubblico, ancora scarsa la qualità dell’aria con alte concentrazioni di PM10 e PM2,5.
In cima alla classifica nazionale figurano Reggio Emilia con 80,66 punti, a seguire Trento e Parma. Nella top ten ci sono prevalentemente capoluoghi di medio-piccole dimensioni, con la grande eccezione di Bologna che conquista parecchia posizioni e arriva ottava (era 23esima lo scorso anno!). I parametri che determinano la classifica delle performance ambientali dei Comuni di “Ecosistema Urbano” 2024 di Legambiente, basate su dati comunali, Istat, Ispra e Aci relativi in modo prevalente all’anno 2023, sono quest’anno 20 e prevedono l’assegnazione di un punteggio massimo teorico di 100 punti, costruito caso per caso sulla base di obiettivi di sostenibilità. I punteggi sono assegnati sulla base di parametri che in parte sono stati modificati, quest’anno, per migliorare la “qualità della fotografia” risultante dal report; tra queste variazioni, la diminuzione del peso della percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti e l’introduzione dei dati delle centraline ARPA, rielaborati da Legambiente per il rapporto Mal’Aria, negli indici sull’inquinamento atmosferico, nonché l’introduzione di un nuovo parametro, quale la variazione nell’uso efficiente del suolo. Quota 100 non è raggiunta da nessuna città e anzi, la media del punteggio dei capoluoghi torna a scendere e si ferma a 55,80% rispetto ai 56,41% della scorsa edizione.
La presente edizione, che si basa sui dati del 2023, per la città di Treviso vede in miglioramento: la percentuale di rifiuti differenziati (trend che rispecchia la maggior parte delle città prese in esame), la media dei valori annui di NO2 nell’aria, il consumo idrico domestico, dispersione idrica in rete in usi civili, industriali e agricoli, i metri equivalenti di piste ciclabili ogni 100 abitanti, infine gli alberi ogni 100 abitanti. In peggioramento rispetto all’anno precedente spicca la mobilità pubblica, cioè viaggi pro capite di ogni cittadino ogni anno e l’offerta trasporto pubblico. Sostanzialmente stabili tutti gli altri parametri, tra cui si nota l’equilibrio (in negativo) del livello della qualità dell’aria in relazione ai limiti di legge UE e ai valori guida OMS per la tutela della salute umana, giudicata “scarsa”. Treviso è infatti tra le città con più alti valori di PM10 (30 μg/mc) e PM2,5 (21 μg/mc), in buona compagnia con le altre venete e della pianura padana.
Quindi bene, ma non troppo bene.
Apprezziamo l’autocritica dell’amministrazione comunale: come già condiviso, c’è molto ancora su cui lavorare non solo per evitare di scendere in classifica, ma soprattutto per risolvere dei nodi fondamentali per la qualità della vita di cittadine e cittadini, nella consapevolezza che ad esempio i morti in strada tra gli utenti deboli sono nettamente aumentati. Ricordiamo che queste indagini di ampio respiro sono fondamentali per capire a che punto siamo in termini di sostenibilità, ma come circolo locale abbiamo uno sguardo privilegiato e ravvicinato sul territorio che ci permette di mettere ancora più a fuoco questo scenario. Al di là del successo ottenuto sul tema della raccolta differenziata, per il quale Contarina è uno dei modelli di riferimento a livello nazionale, riconosciamo il lavoro dell’amministrazione comunale rispetto all’opera avviata (e tanto attesa) di ATS di collettamento alla rete fognaria.
Al contempo però osserviamo con preoccupazione la mancanza di chiarezza e prese di posizione forti su temi come l’aeroporto, la tutela delle zone umide e la gestione del traffico, utili a migliorare la qualità dell’aria diminuendo, tra gli altri, i rischi sanitari; crediamo che proprio il tema traffico veicolare non possa essere risolto con la recente proposta di “terza corsia” del Put, che, seppur dedicata ai bus, oltre a generare ulteriore traffico (paradosso matematico di Braess), consumerebbe ulteriore suolo, rischiando di sacrificare ancora aree verdi e spazio per pedoni e biciclette che dovrebbero essere utenti privilegiati dentro le mura e nel primo fuori mura; si dovrebbe puntare ad un trasporto pubblico più efficiente e adeguatamente promosso, coinvolgendo l’area vasta verso una gestione diffusa della mobilità urbana, anche riattivando un confronto sul progetto di liberalizzazione del tratto Treviso Sud – Treviso Nord dell’A27. Oltre alle dichiarazioni, è opportuno rendere effettivo il “consumo di suolo zero” con tutti gli strumenti e i mezzi disponibili, cementificazione che risulta invece in crescita. Infine, riteniamo fondamentale privilegiare il coinvolgimento sia delle associazioni nei nuovi “osservatori” annunciati, sia della cittadinanza, applicando maggiore trasparenza nelle scelte e una maggiore comunicazione inclusiva.
Qui l’articolo di Legambiente con il rapporto completo: https://www.legambiente.it/news-storie/economia-e-sostenibilita/ecosistema-urbano-2024/
