COLDIRETTI VENEZIA: RESOCONTO DELL’ANNATA AGRARIA COMPROMESSA DA UN CLIMA TROPICALE

1 Novembre 2024 – In questo periodo gli agricoltori sono soliti fare un resoconto sull’annata agraria, riflettono sui risultati delle colture, anche in vista delle semine per l’anno avvenire. Certo è che le condizioni climatiche, gli andamenti di mercato e le politiche agricole europee hanno influenzato profondamente il settore agricolo.

E’ stato un anno caratterizzato da eventi meteorologici estremi, che hanno messo a dura prova le coltivazioni. Dalle piogge incessanti fino a luglio, per passare alle ondate di caldo intenso, senza un minimo passaggio graduale. Il meteo è stato schizofrenico, una variabile impazzita e tutt’ora lo è.

Le piogge hanno condizionato negativamente il raccolto del grano che nella migliore delle situazioni ha visto un calo delle rese di produzione fino al 50%.  Vale per tutto il territorio veneziano ma in particolare per le zone vocate a seminativo, il veneto orientale e il cavarzerano. Il clima ha inciso sulle semine di mais e soia, è stato difficile accedere ai campi allagati e per chi è riuscito a seminare, le piantine in crescita hanno sviluppato un debole apparato radicale, condizione che si è rivelata ancora negativa all’arrivo di temperature superiori ai 40 gradi nei mesi di luglio e agosto.  Il risultato è stato pessimo. Le rese molto disomogenee nel territorio ma sempre con segno negativo.

 

Per le bietole non è andata meglio, con una raccolta letteralmente dimezzata.

 

Per tirarci su il morale possiamo parlare di vendemmia, a conti fatti le cose sono andate bene, la produzione, se pur non abbondantissima, è stata soddisfacente, buona nel portogruarese, ancora meglio nel Sandonatese dove in alcuni areali i terreni sono più sciolti e permeabili.

La maggiore discriminante in merito alla produzione è stata la possibilità di poter irrigare. Ormai questa pratica è divenuta fondamentale. Buone le gradazioni e la qualità dell’uva, le uve nere superstiti appaiono ai tecnici, di qualità eccellente.

 

Venendo al settore zootecnico, sono rimaste in poche le aziende nel veneziano a produrre latte, meno di un centinaio e ancora meno nel settore di allevamento da carne, tuttavia quest’anno non vi sono state  variazioni nei numeri, si registra pertanto una certa stabilità anche se le difficoltà degli allevatori non mancano, in particolare in riferimento agli approvvigionamenti e ai costi di produzione. Secondo l’analisi del Centro Studi Divulga di Coldiretti, con i raccolti nazionali di mais e soia, fondamentali per l’alimentazione degli animali, si copre rispettivamente appena il 53% e il 27% del fabbisogno italiano, ecco che si deve ricorrere all’importazione dall’estero. Pratica che avviene anche per il grano che già viene importato in misura del 64% del grano per il pane, e 44% di quello necessario per la pasta. Dopo un 2023 che ha visto una vera e propria invasione di cereali turchi e russi, nei primi mesi del 2024 hanno varcato i confini nazionali oltre 2,1 miliardi di chili tra grano duro e tenero, in aumento del 15% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con i maggiori incrementi che si registrano per gli arrivi da Turchia, Kazakhistan e Ucraina.

 

Un tema, quello delle importazioni di grano estero, che ha impattato sui prezzi del grano nazionale.  Situazione che condiziona non poco le scelte attuali di semina di questi giorni e che va a sommarsi alle difficoltà generate dal clima con le continue piogge che rendono i campi impraticabili. Il meteo è ancora una volta responsabile dei mal di testa degli orticoltori reduci anche loro da un’annata difficilissima e che continuano ad essere in difficoltà in questo periodo vedendosi marcire il radicchio in campo a causa delle elevate temperature, con un aumento di insetti e malattie fungine che colpiscono ortaggi come ad esempio le zucchine, ancora sott’acqua dai giorni scorsi.

La verità è che non c’è settore che sia stato risparmiato dalle bizze di un clima ormai tropicale, nemmeno il florovivaismo e men che meno la pesca il cui comparto è messo in ginocchio con la diffusione del granchio blu che ha devastato le attività di pesca di molluschi e vongole sulla costa del Veneziana e del Delta del Po’ dove ha divorato l’intera produzione di vongole.

 

“Contro gli effetti dei cambiamenti climatici Coldiretti sta lavorando su più fronti- spiega Tiziana Favaretto Presidente di Coldiretti Venezia- ma è necessario  investire sulla digitalizzazione, accelerando l’impiego delle nuove tecniche di evoluzione assistita (Tea), realizzando bacini di accumulo delle acque piovane, ma anche promuovendo lo strumento degli accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali.”

Le politiche agricole europee sono un altro aspetto cruciale da considerare. Il Green Deal Europeo e la nuova PAC sono essenziali per il settore ma ampliamente insufficienti per affrontare le sfide del settore: servono infatti più risorse  come accade in paesi extraeuropei, come negli Stati Uniti dove i fondi destinati all’agricoltura sono tre volte superiori a quelli che impiega l’Europa per affrontare le sfide del settore.

“È essenziale che le nostre istanze vengano ascoltate e che si trovi un equilibrio tra sostenibilità ambientale e sostenibilità economica.- conclude Tiziana Favaretto- La nostra agricoltura ha bisogno di supporto per continuare a produrre beni di alta qualità, mantenendo la competitività e garantendo il reddito degli agricoltori.”

 

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(Coldiretti Treviso)

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