Un finale di 2024 all’insegna della riforma. A dieci anni dalla cosiddetta “legge Delrio”, che ha drasticamente depotenziato e ridimensionato le Province, UPI ha promosso un doppio appuntamento ravvicinato con un convegno a Padova venerdì 6 dicembre e l’assemblea nazionale di Roma del 10 e 11 dicembre: sul piatto, il ritorno alla piena operatività dell’ente ante 2014 così come prevede il Disegno di legge Calderoli, attualmente congelato in commissione Affari Costituzionali al Senato, e come caldeggiato tra gli altri dal Presidente della Repubblica Mattarella.
Presente in entrambe le occasioni – nella Capitale anche con il consigliere provinciale Fabio Benetti -, il Presidente della Provincia di Rovigo Enrico Ferrarese ha raccolto l’invito per un momento di riflessione doveroso: a Padova il focus di UPI (Unione Province Italiane) Veneto è stato sull’evoluzione normativa e sulle prospettive di riforma future, con la trasferta romana che ha dato invece l’opportunità di allargare lo scenario per un confronto e uno scambio su scala nazionale con i colleghi di tutto il Paese.
“A distanza di dieci anni e con una legge che di fatto sarebbe dovuta essere transitoria e temporanea – rimarca Ferrarese – la riforma delle Province è ormai divenuta necessaria. Lo è senz’altro per amministrare un ente che, proprio in questi anni in cui lo si voleva abolire, ha dimostrato tutta la sua importanza. Ma è necessaria anche per i livelli di governo superiori, come Stato e Regioni, i quali troverebbero un interlocutore rappresentativo di quell’ ‘Area Vasta’ di cui non si può più fare a meno. E necessaria lo è soprattutto per i Comuni che si avvantaggerebbero di quel livello di coordinamento di prossimità e di aiuto tecnico, di servizio e di rappresentatività oggi ormai irrinunciabile. La trasversalità del pensiero politico e partitico, ribadita in questa assemblea generale dai rappresentanti di pressoché tutte le forze politiche – prosegue il presidente – ci consegna un quadro di ormai piena consapevolezza del fatto che il sistema degli enti locali di un paese evoluto non può continuare a vivere un’anomalia del genere. Togliere funzioni e allontanare risorse dai territori significa non solo perdere un ente intermedio di assoluta importanza ma anche indebolire i comuni, i loro amministratori e soprattutto i cittadini. I presidenti delle Province, senza distinzione di colori e sensibilità politica, continuano a chiedere che all’ente sia riconosciuta la giusta dignità e soprattutto che si arrivi a un modello più funzionale che ci permetta di dare risposte e risolvere problemi in ordine a competenze importantissime come quelle che riguardano ad esempio le strade provinciali, che necessitano di costanti e importanti manutenzioni, o di tutte le scuole superiori, affinché i nostri ragazzi possano esercitare il diritto allo studio in contesti sicuri, salubri, sostenibili e all’avanguardia oltre a tante altre funzioni che consentirebbero ai territori, con le loro peculiarità e con le loro differenze, di programmare e costruire assieme un’idea di sviluppo seria e a lungo termine”.
In occasione dell’assemblea di Roma, alla quale sono intervenuti sia Mattarella che Calderoli e nel corso della quale è anche stato eletto il nuovo presidente UPI nazionale Pasquale Gandolfi (attuale presidente della Provincia di Bergamo), UPI Veneto ha realizzato un docufilm per sensibilizzare sul tema della riforma intervistando alcuni stakeholder del territorio.
Per il trailer del filmato: https://youtu.be/NMq9tVVU-xc?si=6uGIcdHXjIzO9_o6 per la versione integrale: https://youtu.be/uYC-lwYim9Y?si=GuUtxPLDceSo3b3F
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