PRESENTAZIONE DI GESÙ AL TEMPIO
Non al centro della scena, né tanto meno circondati dallo splendore degli arredi e dei paramenti del tempio: è così che il vecchio Simeone incontra la santa famiglia, in un angolo appartato, quasi intimo. La gente che frequentava il tempio quel giorno probabilmente non si è accorta di nulla, ma il cuore di Simeone e Anna è un cuore che cerca, nutrito della Parola di Dio. Per questo i loro occhi possono vedere, nascosta nell’ombra, la luce di un Dio che continua a visitare il suo popolo (don Luca Vialetto).
Rembrandt Harmenszoon van Rijn “Simeone e Anna riconoscono in Gesù il Signore” 1629 circa, Kunsthalle, Amburgo.

Ipapanté, è il nome più antico di questa festa, la Presentazione di Gesù al tempio, e significa “incontro”. Da Gerusalemme la festa si diffuse in tutto l’Oriente e poi, per volontà di papa Sergio, fu introdotta a Roma e collocata il 2 febbraio. Questa festa chiude le celebrazioni natalizie (per questo, per tradizione, solo dopo la festa della presentazione di Gesù viene tolto il presepe). Il rito della processione con le candele benedette esprime l’incontro di ciascuno di noi con Gesù, Luce del mondo (don Luca Vialetto).