Baldin (M5S): “La popolazione colpita dai PFAS è ora gravata da aumenti nelle bollette dell’acqua, connessi proprio al disinquinamento. Non era ‘chi inquina, paga’? Chiedo alla Regione di evitare gli aumenti, o di rimborsarli ex post”.

(Arv) Venezia 20 mar. 2025 –   “PFAS, oltre il danno la beffa. La società regionale Acquevenete, che gestisce il servizio idrico in vasta parte del territorio, sta infatti inviando comunicazioni all’utenza per annunciare l’aumento delle tariffe al consumo, con espresso nesso di causalità con gli interventi di manutenzione per la presenza degli ormai celebri inquinanti: un fatto senza dubbio increscioso, a maggior ragione perché questi aumenti sono addirittura retroattivi”.

Lo dichiara Erika Baldin, Capogruppo del Movimento 5 Stelle a palazzo Ferro Fini.

 “Ho depositato un’interrogazione alla Giunta veneta, finalizzata a chiedere se l’ente intenda farsi parte attiva per evitare questi aumenti, che graveranno per intero sulla popolazione della provincia di Rovigo, in parte del Padovano e del Vicentino, oltre che del comune di Cavarzere – annuncia la Capogruppo – Questo poiché Acquevenete è a capitale interamente pubblico e le quote sono versate da ciascuno dei 107 comuni soci, che ne esercitano la direzione e il controllo. E sono questi enti pubblici ad aver sostenuto le spese per ripristinare la normale agibilità idrica”.

“La Regione potrebbe alleviare il carico delle nuove bollette anche rimborsandole a pagamento avvenuto – propone l’esponente pentastellata – Già le circa 350mila cittadine e cittadini delle aree interessate hanno avuto l’’onore’ di vedersi invadere la falda acquifera da un potente veleno, circostanza che viene sviscerata nel processo in corso. Ora sono pure chiamate a pagare per il disinquinamento, in piena contraddizione con il principio ‘chi inquina paga’, affermato anche dall’articolo 191 del Trattato di funzionamento dell’Unione europea”.

“Un’ulteriore esternalità negativa, della quale la cittadinanza coinvolta farebbe volentieri a meno – aggiunge Baldin – L’ennesima conseguenza dannosa di un evento illecito non può trasformarsi in una penalità per chi abita il basso Veneto. La Regione gestisce il servizio idrico integrato e partecipa alla definizione delle politiche tariffarie, tramite i Consigli di Bacino, oltre a definire l’entità del danni da PFAS attraverso le ULSS e ARPAV; perciò è la Regione a dover rispondere di questa palese iniquità, al di là dell’esito processuale. Ricordo che proprio la Regione e Acquevenete si sono costituite parte civile al processo in conclusione a Vicenza”.

(Regione Veneto)

Please follow and like us