Patate, crolla il prezzo all’origine, agli agricoltori meno di 20 cent al chilo

Patate, crolla il prezzo all’origine, agli agricoltori meno di 20 cent al chilo

Per le patate coltivate nel padovano si sta chiudendo una stagione avara, segnata dal divario sempre più ampio tra il prezzo riconosciuto agli agricoltori e quello praticato sugli scaffali. Mentre i costi di produzione aumentano e le difficoltà in campo si moltiplicano i produttori faticano a coprire le spese sostenute per garantire un prodotto di qualità nonostante le difficili condizioni climatiche. A denunciarlo è Coldiretti Padova che ancora una volta mette in evidenza le distorsioni della filiera il divario tra quanto riconosciuto agli agricoltori per il loro lavoro e quanto pagato dai consumatori anche per prodotti di largo consumo.

La campagna di raccolta delle patate, concentrata per lo più nella bassa padovana, iniziata lo scorso giugno e ormai alle battute finali, lascia l’amaro in bocca ai produttori locali. Il prezzo pagato agli agricoltori è crollato dai 35 centesimi al chilo del primo periodo ai soli 20 centesimi attuali. Per lo stesso prodotto, però, i consumatori arrivano a pagare in media 1,90 euro per un chilo di patate, quasi dieci volte tanto, ricorda Coldiretti Padova.

“Con queste cifre non copriamo nemmeno i costi vivi– sottolinea Mirko Guglielmi, imprenditore di Montagnana e storico produttore di patate –. Quest’anno le spese sono aumentate: i semi sono più cari, e abbiamo dovuto sostenere i costi continue irrigazioni per contrastare il caldo, mentre la scorsa stagione avevamo già subito danni per gli allagamenti. Il prezzo attuale è insostenibile e non riflette la qualità e il lavoro delle nostre aziende agricole. Con queste cifre non conviene nemmeno completare la raccolta, eppure non ci fermiamo per senso di responsabilità e perché non è giusto lasciare questi prodotti a marcire in campo. L’anno scorso le quotazioni erano partite da 45 centesimi al chilo per poi arrivare a 35 centesimi e il prezzo al dettaglio era sempre intorno a 1,90 euro. Ora noi prendiamo quasi la metà ma i consumatori pagano lo stesso prezzo dello scorso anno. Eppure noi lavoriamo duramente per consegnare le patate migliori, questo non è accettabile. Dovrebbero esserci anche dei controlli lungo tutta la filiera per capire l’origine di queste distorsioni e chi veramente ne guadagna”.

La stagione per le patate, continua Coldiretti Padova, è stata particolarmente difficile: le temperature elevate del mese scorso hanno provocato scottature sui tuberi e altri problemi in campo. Per questa stagione gli agricoltori, che con impegno e dedizione hanno garantito un prodotto di qualità, auspicano una resa media fra i 550 e i 600 quintali per ettaro. Nel padovano la superficie dedicata alle patate è di circa 380 ettari, in leggero calo negli ultimi anni proprio a causa dei prezzi bassi e delle spese sempre più elevate.

“La situazione è aggravata dalla concorrenza straniera – aggiunge Guglielmi – a partire dalle patate francesi, immesse sul mercato a prezzi stracciati perché c’era stata una sovraproduzione lo scorso anno. Si tratta perciò di un prodotto vecchio, che non ha nulla a che vedere con le nostre patate per le quali valgono regole ferree e controlli che garantiscono freschezza e qualità”. Coldiretti Padova pertanto mette in guarda i consumatori e invita a controllare sempre bene l’origine dei prodotti e scegliere quelli di provenienza locale e dall’origine certa, ma anche di acquistare direttamente nei mercati contadini di Campagna Amica diffusi su tutto il nostro territorio.

Coldiretti Padova è impegnata per ottenere un impegno concreto da parte delle istituzioni e di tutte le forze politiche per garantire un prezzo equo e sostenere il reddito degli agricoltori, senza però scaricare sui consumatori il peso delle dinamiche commerciali condizionate dalla speculazione.

“Siamo a fianco dei nostri produttori – aggiunge Roberto Lorin, presidente di Coldiretti Padova – e anche dei cittadini consumatori. Non possiamo accettare queste contraddizioni che lasciano senza reddito gli agricoltori e pesano sulle tasche delle famiglie. Così come non possiamo accettare il taglio annunciato del 20% dei fondi europei della Pac, la politica agricoltura comunitaria, previsto dalla Commissione guidata da Ursula Von der Leyen con il fondo unico dal 2028. Siamo già in mobilitazione permanente per evitare questo disastro annunciato per l’agricoltura per rivendicare un futuro per il made in Italy agroalimentare e mettere fine a questa follia”.

(Coldiretti Treviso)

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