Piccinini (Veneta Autonomia): “Dazi USA: colpito il cuore dell’export veneto. Servono misure urgenti a tutela delle PMI e delle nostre eccellenze”

27 agosto 2025

(Arv) Venezia 27 ago. 2025 – I nuovi dazi statunitensi del 15%, entrati in vigore il 7 agosto, rappresentano un vero e proprio shock per l’economia veneta: interessano fino al 70% delle esportazioni europee e rischiano di provocare rincari fino all’8% sui prodotti made in Veneto, in particolare vino e agroalimentare. Le imprese, già duramente provate da un calo del 3,8% nell’export verso gli USA nel primo semestre del 2024, vedono a rischio non solo la competitività, ma anche i margini, l’occupazione e la tenuta delle filiere tradizionali”. Così il consigliere regionale Tomas Piccinini (Veneta Autonomia) che invoca un intervento a tutela delle piccole e medie imprese del Veneto dopo la conferma dei nuovi dazi USA al 15%, che gravano soprattutto sul settore agroalimentare e vitivinicolo.

“L’accordo che fissa un’aliquota del 15% colpisce in modo diretto le nostre filiere d’eccellenza, a partire dal vino e, a cascata, logistica e distribuzione. Parliamo del primo mercato extra-UE per molti dei nostri distretti e del terzo sbocco commerciale del Veneto: nel 2024 le esportazioni regionali verso gli USA hanno superato i 7,3 miliardi di euro, pari a oltre l’11% del totale nazionale. È doveroso mettere in campo misure di mitigazione immediate e una strategia di medio periodo per salvaguardare competitività, occupazione e margini delle nostre PMI. Il settore vitivinicolo è il più esposto: nel solo 2024 il Veneto ha esportato vino per 2,8 miliardi di euro, con gli Stati Uniti come primo mercato di riferimento. Dietro a queste cifre ci sono migliaia di aziende familiari, cooperative, lavoratori che rappresentano un pezzo fondamentale della nostra identità produttiva e culturale — prosegue Piccinini —. Non possiamo permettere che un aggravio di dazi metta in ginocchio chi ha fatto dell’internazionalizzazione la propria forza. A tutto ciò si somma il peso del caro bollette, che ha già piegato duramente le imprese negli ultimi anni, erodendo liquidità e capacità di investimento”.

“Il rischio concreto — avverte Piccinini — è che la combinazione di aumento dei costi energetici e nuovi dazi tariffari finisca per schiacciare le PMI, proprio quelle che hanno reso grande il Veneto nel mondo. Invito, pertanto, le istituzioni a muoversi con urgenza. Servono compensazioni rapide per le filiere più colpite e strumenti di sostegno che aiutino le imprese ad affrontare questa nuova fase di incertezza. Al tempo stesso, è indispensabile riaprire un dialogo con Washington per riequilibrare rapporti commerciali che non possono scaricare sulle nostre PMI il peso di una guerra tariffaria. Il Veneto non può permettersi di vedere compromesse le proprie eccellenze produttive – conclude Piccinini – serve un’azione rapida e concreta per difendere il nostro export e garantire un futuro solido alle imprese che hanno fatto del made in Veneto un simbolo riconosciuto in tutto il mondo”.

(Regione Veneto)

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