Taybeh è un villaggio palestinese della Cisgiordania, a pochi chilometri da Gerusalemme; nei mesi estivi il suo nome è apparso nelle cronache di guerra, perché un gruppo di coloni ha compiuto atti di violenza verso gli abitanti… La tradizione colloca qui un passo del Vangelo secondo Giovanni, quando Gesù, dopo aver riportato in vita Lazzaro, «non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i suoi discepoli» (Gv 11,54). L’attuale Taybeh sarebbe Èfraim; gli abitanti oggi sono ancora orgogliosi di aver ospitato Gesù nei giorni prima della sua passione, quando aveva bisogno di un luogo in cui stare un po’ con i discepoli, lontano dalle folle.
Un giorno eravamo ospiti nella canonica di Taybeh, accolti dal parroco abuna Raed. Eravamo seduti sui divani davanti a qualche dolcetto, un po’ di bibite e all’immancabile tè caldo con il rametto di menta, quando uno di noi chiese: «Padre, ci racconti un po’ della situazione che vivete qui, della Palestina, delle difficoltà che incontrate…». Abuna Raed fece una faccia sorpresa e disse: «Ma è presto! Non ci conosciamo ancora… Raccontatemi prima del vostro viaggio… Mangiamo un po’ insieme, conosciamoci, e poi parleremo delle cose serie…». Ora, ripensandoci, mi tornano alla mente le parole di papa Francesco, quando scriveva che le persone vengono prima delle idee, la relazione prima dei progetti.
Noi quest’anno non faremo il solito calendario delle proposte, per il semplice motivo che almeno fino a Natale non ci saranno proposte: né corsi base, né corsi di approfondimento (quelli biblici online inizieranno a gennaio). Dedicheremo questi primi mesi a incontrare tutti i referenti parrocchiali e i parroci; poi ci prenderemo tempo per la formazione delle équipe diocesane, che da anni propongono i corsi e preparano strumenti, sussidi, tracce. È una scelta: abbiamo deciso di dedicare tempo a conoscerci, a fondare o rinsaldare relazioni. Prima le persone, prima la relazione tra di noi.
La nostra speranza è che anche nelle parrocchie troviate il coraggio, ogni tanto, di “chiudere per inventario”; senza fretta o ansia di partire subito al massimo, ma con quella calma sapiente che mette al primo posto le persone. Come Maria con Gesù: Marta era troppo presa dalle cose da fare, Maria invece ascoltava il Signore. Semplicemente stava con lui. È la parte migliore, che vogliamo scegliere anche noi.
don Carlo Broccardo
Speciale Catechesi – Settembre 2025