
(AVN) – Venezia, 12 settembre 2025
Con la conclusione del progetto “Common Ground – Azioni interregionali di contrasto allo sfruttamento lavorativo e di sostegno alle vittime”, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali tramite fondi europei FSE (PON Inclusione 2014–2020 e PN Inclusione 2021–2027), si chiude un’importante esperienza interregionale incentrata sulla promozione del lavoro dignitoso, della legalità e dell’inclusione. La Regione del Veneto, insieme a Piemonte (capofila), Emilia-Romagna, Liguria e Friuli-Venezia Giulia, ha operato in stretta sinergia con Anci Next e Anci Veneto, partner strategico per il territorio, al fine di rafforzare le risposte pubbliche alle forme di sfruttamento nel mercato del lavoro.
Nel solo territorio veneto, il progetto ha raggiunto 4.000 persone vulnerabili, di cui 2.450 cittadini di Paesi terzi regolarmente soggiornanti e 1.550 in condizione di irregolarità amministrativa. Si tratta di individui potenzialmente esposti a forme di grave sfruttamento lavorativo, informati e orientati attraverso interventi di prossimità e azioni di outreach territoriale. Il coinvolgimento diretto ha portato alla presa in carico strutturata di oltre 900 beneficiari, accompagnati attraverso percorsi integrati e multidisciplinari da équipe composte da case manager, mediatori culturali e operatori sociali, in coordinamento con i servizi territoriali. A queste persone sono stati garantiti interventi specifici: 279 hanno beneficiato di un supporto socioeducativo, 187 sono state seguite per bisogni sociosanitari, 21 hanno ricevuto assistenza psico-sociale, 562 hanno avuto accesso a consulenze legali e 571 hanno partecipato a percorsi socio-lavorativi. Inoltre, 64 persone hanno ottenuto un sostegno concreto sul fronte abitativo. Complessivamente, le attività di accompagnamento e orientamento hanno generato 2.394 contatti individuali con beneficiari reali. ANCI Next, dal canto suo, si è occupata anche di organizzare corsi gratuiti per il personale dei Comuni del Veneto con focus su legalità negli appalti, tutele dei lavoratori e sistema anticorruzione, cui han preso parte 1.000 persone tra i dipendenti di Enti Locali.
Un’area strategica del progetto ha riguardato il potenziamento dei Centri per l’Impiego del Veneto, dove, grazie al supporto di 6 esperti specializzati dislocati a livello provinciale, è stato sperimentato un modello innovativo per il riconoscimento tempestivo delle situazioni di sfruttamento. In questo contesto sono stati condotti 385 colloqui individuali di orientamento e realizzati 36 laboratori di gruppo, pensati per rafforzare le competenze e l’autonomia lavorativa delle persone vulnerabili. Sono inoltre state predisposte linee guida operative per facilitare l’intervento degli operatori nei casi più complessi. Dal 1° ottobre 2024 è stato attivato il Voucher per il Lavoro Rafforzato, un innovativo strumento di inclusione socio-lavorativa che ha consentito l’avvio di 124 laboratori formativi e 26 tirocini presso enti accreditati del sistema regionale. Il voucher ha rappresentato un ponte concreto tra accompagnamento e inserimento, offrendo una risposta personalizzata a chi si trova in situazioni di esclusione lavorativa.
La dimensione formativa ha rappresentato uno degli assi portanti di Common Ground. Il corso di perfezionamento universitario “Multiagency Advanced Training Programme”, promosso dall’Università di Verona in collaborazione con l’Università di Padova, lo IUSVE di Venezia e la Regione del Veneto, ha coinvolto più di 120 professionisti attivi nei settori dei servizi pubblici, del terzo settore e delle forze dell’ordine. Il percorso formativo, della durata di 30 ore, articolato in tre moduli tematici – dedicati rispettivamente alla vulnerabilità e all’accesso al lavoro dignitoso, alla normativa penale e lavoristica e alle pratiche multiagenzia – ha previsto una modalità di erogazione mista (in presenza e online). La partecipazione, gratuita salvo una quota minima di iscrizione di 36 euro, ha consentito ai partecipanti di conseguire 7 CFU e il titolo di perfezionamento universitario. Ogni modulo ha previsto anche momenti aperti al pubblico e agli studenti universitari, a conferma della volontà di aprire il progetto anche alla cittadinanza.
Nel periodo compreso tra settembre 2024 e gennaio 2025, è stata condotta una ricerca qualitativa con 20 interviste in profondità a beneficiari provenienti da 9 Paesi differenti, finalizzata ad analizzare i fattori di vulnerabilità, valutare i percorsi di uscita dallo sfruttamento e raccogliere suggerimenti per migliorare l’efficacia delle azioni di contrasto.
Parallelamente, il progetto ha coinvolto attivamente 86 associazioni di migranti operanti sul territorio regionale, attraverso un intenso lavoro di sensibilizzazione e co-progettazione. Sono stati organizzati 17 laboratori culturali, una conferenza pubblica e tre video-testimonianza, con l’obiettivo di rafforzare il dialogo tra cittadini stranieri, istituzioni e servizi pubblici, promuovendo la cultura della legalità e dei diritti.
Tra gli esiti più importanti del progetto vi è l’elaborazione di una serie di strumenti operativi destinati a rafforzare l’azione dei servizi nel lungo periodo. Tra questi si segnalano le linee guida per il colloquio nei Centri per l’Impiego, un modello informativo interculturale pensato per garantire un’interazione efficace con i cittadini stranieri e un insieme di raccomandazioni operative per l’inclusione socio-lavorativa delle persone più vulnerabili. È inoltre prevista la produzione di 24 video informativi, in lingua italiana, inglese e francese, che illustrano i diritti dei lavoratori, le modalità di accesso ai servizi pubblici per l’impiego e le strategie di prevenzione dello sfruttamento lavorativo. Si tratta di materiali pensati per essere facilmente accessibili, fruibili online e destinati sia ai beneficiari che agli operatori.
“Con il progetto Common Ground – sottolinea l’assessore alla Sanità e al sociale Manuela Lanzarin – il Veneto ha rafforzato il proprio impegno nella tutela dei diritti e nella promozione di un lavoro dignitoso e sicuro. Grazie a un’azione corale con Regione Piemonte, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Liguria, abbiamo sperimentato modelli innovativi di presa in carico delle vittime di sfruttamento lavorativo, costruendo percorsi di inclusione sociale e professionale. Il coinvolgimento di Veneto Lavoro, Anci Veneto, delle università e del mondo cooperativo ha consentito di integrare competenze diverse, offrendo risposte concrete e personalizzate a chi vive situazioni di vulnerabilità. Abbiamo così intercettato quattromila persone vulnerabili, di cui oltre duemila cittadini extra UE, attivato percorsi di orientamento e formazione, promosso tirocini e voucher formativi, e qualificato i Centri per l’impiego nella presa in carico dei cittadini stranieri. Questa esperienza ci ha permesso di consolidare una rete territoriale capace di apprendere, cooperare e innovare, confermando che solo la collaborazione tra istituzioni, terzo settore e comunità locali può contrastare lo sfruttamento e restituire dignità alle persone. Common Ground non è un punto di arrivo, ma l’avvio di un percorso che dovrà continuare con risorse stabili e strumenti permanenti, per garantire legalità, autonomia e diritti realmente esigibili per tutte e tutti”.
“Il progetto ha lasciato in eredità non solo strumenti operativi e materiali informativi, ma anche un modello replicabile, fondato sulla collaborazione tra attori pubblici e privati e sull’attenzione alla persona – spiega il presidente di Anci Veneto, Mario Conte -. Promuovere legalità, dignità e inclusione nel mercato del lavoro resta un obiettivo prioritario, e l’esperienza maturata rappresenta una solida base su cui costruire le future politiche di contrasto allo sfruttamento lavorativo. La formazione continua riveste un ruolo fondamentale per gli Enti Locali, i cui operatori, pur con funzioni diverse rispetto ad altri attori del mondo del lavoro, sono pienamente coinvolti nella tutela dei diritti dei lavoratori e nel corretto funzionamento dei servizi pubblici. Rafforzare le competenze del personale degli enti territoriali significa non solo garantire una Pubblica Amministrazione più efficiente e consapevole, ma anche promuovere una cultura del lavoro improntata alla legalità, alla sicurezza e alla dignità professionale”.
(SOCIALE)
