Valdegamberi (Gruppo Misto): “Altro che Alias: la vera discriminazione è verso gli studenti delle aree montane, costretti a pagare cinque volte di più per andare a scuola”

07 settembre 2025

(Arv) Venezia 7 set. 2025 – “Si parla tanto di inclusione e diritti, ma la realtà è che gli studenti delle aree montane e periferiche della provincia di Verona continuano a subire una vera discriminazione: per andare a scuola sono costretti a pagare abbonamenti anche cinque volte più cari rispetto ai loro coetanei dei grandi centri urbani. È inaccettabile che in una società che si proclama equa ed eguale, il diritto allo studio venga garantito solo a chi vive in città, mentre le famiglie delle zone marginali vengono lasciate sole a sostenere costi altissimi.”

Lo afferma il consigliere regionale del Gruppo Misto Stefano Valdegamberi, intervenendo “contro la recente introduzione della categoria ‘Alias’ per gli abbonamenti ai mezzi pubblici decisa dal Comune di Verona e dall’Azienda Provinciale dei Trasporti.”

“Invece di occuparsi di chi ha reali difficoltà economiche o logistiche nell’accedere all’istruzione, si inseguono mode ideologiche con provvedimenti che servono più alla propaganda che alle persone – denuncia il consigliere – L’Alias è una misura di facciata, che non aiuta davvero nessuno ma crea ulteriore divisione e confusione, etichettando invece di rispettare. Molti omosessuali stessi rifiutano questo approccio forzato, fatto di simboli e slogan anziché di contenuti e rispetto reciproco. Non è con i gay pride o con abbonamenti ‘dedicati’ che si costruisce una società più giusta, ma garantendo pari opportunità a tutti, in silenzio e con serietà.”

“Penso che il compito delle istituzioni e delle aziende di trasporto pubblico dovrebbe essere ben altro – sostiene Valdegamberi – Garantire l’accesso alla scuola per tutti, senza caricare le famiglie di costi sproporzionati, soprattutto quelle che vivono nelle aree interne, montane o lontane dai poli scolastici. Questa è la vera emergenza, non la creazione di categorie fittizie.”

“L’inclusione non si costruisce con queste pagliacciate, ma rispettando le scelte individuali di ognuno senza imporle agli altri, in particolare ai minori – conclude Stefano Valdegamberi – Il diritto soggettivo all’orientamento sessuale non può trasformarsi nel dovere collettivo di accettare passivamente modelli ideologici. La libertà individuale finisce dove inizia quella altrui. Se vogliamo parlare di uguaglianza, iniziamo a garantire a tutti gli studenti lo stesso diritto allo studio, a prescindere da dove vivono.”

(Regione Veneto)

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