14 settembre 2025
(Arv) Venezia 14 set. 2025 – “È sconcertante e inaccettabile che nemmeno una delle migliaia di aziende vitivinicole trevigiane abbia aderito alla ‘check-list’ volontaria per la legalità contro il caporalato.”
Lo afferma il consigliere regionale di Alleanza Verdi Sinistra Andrea Zanoni, commentando “l’esito nullo della sperimentazione della Rete per il Lavoro Agricolo di Qualità a Treviso.”
“Questa iniziativa su base volontaria, promossa dalla Prefettura e da Sindacati e associazioni datoriali, è fallita miseramente – denuncia il consigliere regionale – Evidentemente, molte aziende preferiscono l’opacità per non rinunciare allo sfruttamento, sottolineando l’ipocrisia di un sistema che, pur a fronte di strumenti che contrastano l’illegalità, non trova applicazione pratica.”
“Servono misure concrete, utili a permettere a ogni cittadino di vigilare – ribadisce Zanoni – Dobbiamo prevedere la revoca di ogni incentivo pubblico alle aziende che commettono questi reati sfruttando i lavoratori. Inoltre, serve una pettorina alfanumerica per ogni operatore, rendendo tutti identificabili e tracciabili, come è già prassi per altre categorie lavorative. In questo modo sarà più semplice monitorare l’attività nei vigneti evitando sfruttamenti.”
“Non dobbiamo dimenticare che la prima condanna per Caporalato in Italia per fatti accaduti nel Trevigiano, a Salgareda, ha riguardato proprio lo sfruttamento nel settore vitivinicolo – conclude Andrea Zanoni – La destra preferisce nascondere la polvere sotto il tappeto e non vuole agire. Per questo, serve una modifica della Legge Bossi-Fini, che con il suo impianto incentiva l’irregolarità e il lavoro nero, alimentando di fatto le mafie e il Caporalato. Una legge che condanna le persone a non avere diritti, favorendo lo sfruttamento.”