
28/10/2025 comunicato stampa
Forti perplessità di Legambiente Veneto sull’ipotesi di progetto
di impianto dibiometano a Lendinara (Ro)
In riferimento alle recenti notizie relative alla possibile realizzazione di un impianto di biometano tra il territorio di Lendinara e Badia Polesine, Legambiente Veneto esprime forti dubbi e riserve, invitando fin da ora le istituzioni preposte ad un cambio di passo sulle modalità di insediamento di questi impianti nel territorio. Pur nella piena consapevolezza che la tecnologia della digestione anaerobica e del biometano – se “ben fatto” – rappresenta un’opportunità nel quadro della transizione energetica e dell’economia circolare, Legambiente nutre profonde preoccupazioni circa la collocazione proposta, la provenienza e tipologia di alcune matrici in ingresso, e la mancanza di coinvolgimento effettivo della comunità e degli agricoltori locali.
Per quanto reso disponibile nel corso dell’ultimo incontro del tavolo ambiente a cui anche Legambiente ha partecipato, sembrano svariate le criticità: non è chiaro se l’impianto possa rispettare il principio di prossimità (uso prevalente di materie prime locali), che è centrale per la sostenibilità complessiva. Se le matrici da lontano dovessero prevalere, l’impatto ambientale del trasporto (emissioni, traffico) ridurrebbe fortemente il beneficio netto dell’impianto. Non risulta documentato nemmeno che gli agricoltori locali siano stati coinvolti attivamente nel progetto, né che vi sia un impegno reale per il conferimento dei loro reflui e scarti. Se non esiste un contratto chiaro, trasparente e vincolante con gli agricoltori del territorio, si rischia che il progetto sia basato su matrici in ingresso, con scarsa legittimazione sociale. Infine, il sito indicato (Campomarzo, via Vegri) appare essere in aree suscettibili su scala idraulica: la vicinanza a canali e sistemi idraulici rende urgente una valutazione accurata del rischio idraulico, specie in condizioni di piena o estremi climatici. Se un impianto sorge in un contesto territoriale non compatibile, anche il miglior progetto rischia di danneggiare ambiente, qualità della vita e accettazione sociale.
Al momento, sottolinea Legambiente, non risulta nemmeno che l’istruttoria regionale sull’impianto sia avviata. Di conseguenza non è dunque accessibile uno studio completo (impatto ambientale, viabilità, idraulica, salute, emissioni) e non sono note le modalità di monitoraggio, né le soluzioni tecniche proposte per contenere odori, emissioni fuggitive, perdite. Non è possibile sapere nemmeno in che forma e misura il digestato verrà restituito ai campi locali, né se siano previste tecnologie e sistemi per evitare l’insorgenza di problemi nelle fasi di stoccaggio e ridistribuzione dello stesso. Questioni fondamentali che non possono restare avvolte nel mistero e per le quali, secondo l’associazione ambientalista è opportuno che un approfondimento pienamente trasparente preceda decisioni definitive.
“Legambiente – dichiara il presidente regionale di Legambiente Luigi Lazzaro – è a favore di un biometano fatto bene, rispettoso dell’ambiente, del territorio e delle comunità locali. Ma l’impianto prospettato tra Lendinara e Badia Polesine, come appare oggi dalle informazioni a disposizione, non rispetta in almeno tre aspetti cruciali i criteri che consideriamo imprescindibili: una collocazione compatibile, una materia prima locale garantita, e il ruolo attivo degli agricoltori del territorio. Quando un impianto non soddisfa le condizioni di sostenibilità tecnica, territoriale, ambientale e sociale, non può essere considerato accettabile. Il Comune di Lendinara si è mosso bene e con sollecitudine sulla questione, avviando un fondamentale dibattito e confronto con la comunità locale che mira a rafforzare e far leva su questi principi per fermare l’avanzare del progetto, senza demonizzare inutilmente la tecnologia in sé. Noi restiamo disponibili a partecipare attivamente a tale confronto, offrendo le nostre competenze e la divulgazione del criterio del “biometano fatto bene” perché siamo certi che solo così potremo convincere le autorità a rifiutare, ed i proponenti ad abbandonare, tutti quei progetti che non siano compatibili e sostenibili con i principi del biometano fatto bene.”.
Ufficio stampa Legambiente Veneto
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