(Adnkronos) – Un acquazzone improvviso, diecimila cuori armati di ombrelli e impermeabili, un cielo che sembrava voler applaudire anche lui. E poi le luci dell’Arena che si accendono, come ogni volta in cui il miracolo della musica sta per compiersi. Così, ieri sera, martedì 30 settembre, Verona ha celebrato i novant’anni dalla nascita di Luciano Pavarotti (12 ottobre 1935), con un concerto-evento voluto dalla Fondazione Luciano Pavarotti, presieduta da Nicoletta Mantovani, moglie del Maestro, che è stato molto più di un tributo: un atto d’amore collettivo, una memoria viva che guarda al futuro.
Sul palco di ‘Pavarotti 90 – L’uomo che emozionò il mondo’, un cast stellare ha dato vita a un viaggio musicale tra generi, epoche, ricordi e sogni. Due dei Tre Tenori, José Carreras e Plácido Domingo, hanno riportato in vita la magia di quel sodalizio leggendario che negli anni ’90 portò l’opera nel cuore delle masse. E Pavarotti ha cantato con loro ricostruendo il terzetto per l’occasione in modo virtuale in ‘My Way’. “Noi siamo stati i primi ‘Tre – ha ricordato Domingo – poi sono arrivati tutti gli altri ‘Tre’. Ma quel successo travolgente era qualcosa di unico”.
Al loro fianco, Andrea Bocelli, che ha cantato “Di quella pira”, aria dal Trovatore, con l’Orchestra della Fondazione Pavarotti diretta da Beatrice Venezi, e poi commosso con “O soave fanciulla” insieme al soprano Miriam Battistelli, diretti dallo stesso Domingo. “A lui devo molto – ha detto Bocelli – grazie a Luciano, tutte le porte prima chiuse si sono spalancate”.
Il concerto areniano ha saputo unire passato e presente, lirica e pop, memoria e sperimentazione, proprio nello spirito dei memorabili eventi Pavarotti & Friends, manifesto dell’idea che la musica non conosce confini. Sul palco si sono alternati Andrea Bocelli, Angela Gheorghiu, Biagio Antonacci, Carmen Giannattasio, Fabio Sartori, Francesco Meli, Giulia Mazzola, Giuliano Sangiorgi, Hauser, Il Volo, Jonathan Tetelman, Laura Pausini, Ligabue, Luca Carboni, Mahmood, Marcelo Álvarez, Mariam Battistelli, Umberto Tozzi, Vittorio Grigolo, Yusif Eyvazov. Spazio anche a giovani talenti sostenuti dalla Fondazione Pavarotti, come Giuseppe Infantino, promettente tenore che ha strappato calorosi applausi per la sua interpretazione di “La donna è mobile”, celebre aria del Rigoletto.
Uno dei momenti più toccanti è stato il duetto virtuale tra Laura Pausini e Pavarotti in “Tu che m’hai preso il cuor”. “Ho tanti bei ricordi di Luciano e sono una persona fortunata perchè sono stata più volte accanto a lui, anche nella sua casa. Mi sentivo molto amata da lui, mi dava degli abbracci che non dimenticherò mai”, ha detto la cantante. Altro toccante duetto virtuale quello tra Biagio Antonacci e Pavarotti in “Se è vero che ci sei”. “Con Luciano le prove erano anche a base di lambrusco. Un’anima umile, come tutti i grandi”, ha detto il cantante dopo aver raccontato alcuni aneddoti.
A sorprendere il pubblico è stato anche Mahmood, che ha messo da parte il repertorio pop per un’emozionante esecuzione di “Non ti scordar di me”, insieme al soprano Giulia Mazzola. “Un grande onore – ha detto – ho provato anch’io a unirmi a quella visione di contaminazione che era di Pavarotti”. Anche Luca Carboni, tra i primi a essere coinvolti da Pavarotti negli anni ’90, ha duettato con Mazzola sulle note di “Farfallina”. “Siamo nati lo stesso giorno – ha detto il cantautore con emozione – ed è come se l’anima di Luciano fosse ancora lì”.
I dieci tenori sul palco, da Bocelli a Grigolo, da Carreras a Sartori, hanno poi infiammato l’Arena con una versione corale e da brividi di “Caruso”, omaggio a Lucio Dalla e a quell’Italia che ha sempre saputo emozionare con la voce. Tra i momenti più rock del concerto Umberto Tozzi che ha duettato con Vittorio Grigolo in “Gloria”, con il tenore scatenatissimo e applauditissimo. “Penso che una vita per la musica sia una vita spesa bene”, diceva Pavarotti. Ed è questo il messaggio che ha attraversato ogni istante della serata. Una vita per la musica, certo, ma anche per le persone, per le emozioni, per i sogni. E per il futuro.
“Celebrare Luciano oggi non è solo guardare al passato, ma al futuro che ha contribuito a costruire”, ha detto con voce rotta dall’emozione Nicoletta Mantovani, moglie del Maestro e anima dell’evento. La Fondazione Pavarotti – ha spiegato – continuerà a sostenere giovani cantanti lirici, a tenere viva la Casa Museo di Modena, e sogna di aprire un’accademia gratuita, dedicata a chi ha talento ma non i mezzi per studiare canto. Neppure la pioggia ha fermato l’omaggio. “Ci hanno messo alla prova – ha detto Nicoletta Mantovani – ma abbiamo resistito. Luciano sarebbe orgoglioso di noi”. E lo era davvero: in ogni nota, in ogni sguardo, in ogni voce che si è alzata nell’anfiteatro veronese, sembrava di sentirlo ancora lì. “Luciano era davvero con noi”, ha detto Mantovani. “L’ho visto negli occhi di chi lo ha conosciuto e di chi non l’ha mai incontrato. Ma lo sentiva nel cuore”.
Il concerto condotto con la consueta brillante verve da Michelle Hunziker verrà trasmessa prossimamente su Canale 5. L’evento prodotto da Friends&Partners ha avuto anche una finalità benefica. Coerenti con l’impegno verso i più bisognosi e verso i giovani artisti emergenti che il Maestro ha portato avanti nel corso della sua vita, e che porta avanti ancora oggi attraverso la Fondazione Luciano Pavarotti, una parte dei proventi del concerto sarà destinata all’Antoniano di Bologna per l’Operazione Pane e una parte alla Fondazione Luciano Pavarotti per sostenere i giovani cantanti lirici e la Casa Museo di Modena. (di Paolo Martini)
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