“Le parole del presidente della Repubblica Mattarella a fine 2024 (“La speranza siamo noi. Il nostro impegno. La nostra libertà. Le nostre scelte”) e il Giubileo dedicato alla speranza ci hanno spronati, come Chiesa di Treviso, a cercare segni di speranza attorno a noi, allargando lo sguardo al mondo”: così don Gianfranco Pegoraro, direttore del Centro missionario diocesano di Treviso, ha presentato, in una conferenza stampa in Vescovado, le iniziative del Mese missionario. Un mese di ottobre che ha per tema “Messaggeri e costruttori di speranza”.
“In tempi in cui si parla di economia di guerra – ha aggiunto -, di interessi di grandi colossi finanziari che spostano equilibri geopolitici, sorgeva in noi la domanda se potrà mai esserci un’economia con un’anima, una economia e una finanza etica, una economia che non uccida, ma che possa essere generatrice di vita e di opportunità per tutti. E abbiamo visto che sì, è possibile, è credibile. E’ successo in questo territorio con Corazzin, Toniolo e altri, anche in tempi più recenti. E lo abbiamo visto nella nostra missione diocesana in Equador: quest’anno ricordiamo i 55 anni del Fondo Fepp, e i 40 della Fondazione Maquita. Esperienze che vorremmo ascoltare con i loro testimoni diretti”.
E tra questi protagonisti e testimoni c’è Giuseppe “Bepi” Tonello, originario di Caerano di San Marco, arrivato in Ecuador a 24 anni come volontario dell’Operazione Mato Grosso, intenzionato a rimanere per il tempo necessario (“Un paio d’anni”) a dare una mano allo sviluppo sociale ed economico del Paese, e diventato, in 55 anni, uno dei principali imprenditori sociali del Paese con il Fepp, il “Fondo ecuadoriano Populorum Progressio”, che si ispira all’enciclica di Paolo VI. Tonello, che non ha trascurato le proprie radici trevigiane, ma, anzi, le ha coltivate con relazioni, progetti e scambi, ha raccontato la propria esperienza, di giovane straniero, arrivato in un Paese con il 92 per cento di analfabeti e una mortalità infantile al 45%. “Noi volontari ci siamo detti che bisognava dare una risposta, bisognava mantenere la speranza della gente, e dimostrare che lo sviluppo era possibile. Lo sviluppo, però, non si misura solo sui soldi – che devono esserci e devono essere spesi bene, anche grazie al microcredito -, ma sulle persone, sulle famiglie, sulle comunità, si sviluppa sull’intero Paese. Lo sviluppo non è cosa dei tempi corti, di due anni di volontariato. Non si misura per le cose che facciamo, per i progetti che riusciamo a realizzare, se i progetti non diventano parte del processo. E allora, anche i due anni o i mesi estivi che tanti giovani, anche trevigiani, dedicano all’Ecuador, a Salinas, diventano la possibilità reale di una strada che arriverà a toccare le cause culturali e strutturali delle povertà. E questo è un investimento in umanità”. Quell’umanità che vede negli altri dei fratelli, perché figli dello stesso Padre, insieme di fronte alla sfida di uno sviluppo fatto di cultura, di strutture, di diritti, di equità, di natura, di spiritualità, è stato sottolineato da Tonello e dal Vescovo. “Questo investire in umanità diventa una risposta possibile, diventa la speranza che si trasforma in obiettivi per i giovani, per le donne, per le persone che hanno perso la speranza. Il nostro impegno – ha ricordato Bepi Tonello – riecheggiando uno slogan che si sente qui in Italia, è aiutare i giovani a casa loro. Stiamo dimostrando che si può fare, e Salinas è diventato un modello di sviluppo, ricco di imprese sociali che lavorano sulle risorse del territorio, dalla produzione, alla trasformazione, al commercio”. Un impegno possibile anche grazie al sostegno delle banche di credito cooperativo venete, ma anche di altre zone d’Italia, che in oltre 50 anni hanno fatto arrivare in Ecuador 140 milioni di dollari, cento dei quali come credito, regolarmente restituiti, con gli interessi: “E’ il più grande progetto privato italiano di cooperazione internazionale” ha chiosato Tonello.
A testimoniare la fiducia delle banche del territorio c’erano l’avv. Pietro Pignata e Remigio Parisotto, rispettivamente vicepresidente vicario e consigliere di Banca delle Terre Venete, partner dei progetti in Ecuador. “Semi di vita dall’Ecuador è un invito a guardare oltre i confini, ad aprirci a storie di speranza e solidarietà – il messaggio che ha voluto mandare il presidente di Banca delle Terre venete, Gianfranco Sasso -. Abbiamo deciso di sostenere questi incontri di ottobre perché portano al centro il valore dell’ascolto, del legame tra i popoli e della responsabilità condivisa per un mondo più giusto. I semi che nascono da esperienze come questa sono semi di coscienza, fraternità e cambiamento: valori che anche la nostra banca coltiva ogni giorno sul territorio e nel mondo e che ribadiamo con forza nell’anno proclamato dalle Nazioni Unite come Anno internazionale delle cooperative. Il progetto della microfinanza campesina in Ecuador, avviato dal nostro socio Bepi Tonello e sostenuto dal credito cooperativo italiano, assieme ad altri progetti in Angola e in India, ci vede impegnati nella cooperazione internazionale, nella convinzione che sia la strada necessaria per costruire un mondo più equo, sostenibile e pacifico”.
“Questo mese missionario è l’incontro tra la vita di due diocesi, di due mondi e di due Chiese – ha detto il vescovo, mons. Michele Tomasi -. Questo tempo diventa una parte del cammino della nostra Chiesa, che si chiede come vivere pienamente la propria fede. Stiamo vivendo un momento di grande ripensamento del modo di essere Chiesa, all’interno del cammino sinodale della Chiesa universale e di quella italiana, chiamati a essere sempre più missionari”. “Siamo andati a portare l’annuncio del Vangelo in molte aree del mondo – ha aggiunto -, e questo si trasforma, poi, in impegno per la dignità della persona umana, in strutture economiche eque e giuste, in capacità di vivere insieme in questo nostro mondo”.
E condividendo le parole con cui papa Leone ha inviato a tutti i Vescovi la sua esortazione apostolica, “Dilexi te” – “Possa aiutare la Chiesa a servire i poveri e ad avvicinare i poveri a Cristo”, scrive il Papa –, il Vescovo ha sottolineato che “non c’è annuncio del Vangelo e solidarietà umana che si dividono, non c’è mai l’uno senza l’altro. Per noi questo significa vivere pienamente le esigenze della nostra fede e arrivare alle radici del nostro essere Chiesa”. Ciò che speriamo e accogliamo dai fratelli e dalle sorelle dell’Ecuador “è dono per noi che ci fa essere più evangelici. E se noi siamo, forse, tra i ricchi di questo mondo, abbiamo tante povertà che devono essere toccate e guarite, soprattutto quelle dell’indifferenza e dell’odio reciproco. Anche noi dobbiamo passare da condizioni di vita poco umane a condizioni di vita più umane, e l’uomo nuovo è Cristo, a lui ci avviciniamo tutti insieme”.
Il programma:
Enrico Vendrame, collaboratore del Centro missionario, ha illustrato i diversi incontri nel territorio per questo mese missionario dedicato alla speranza, che avrà come ospiti non soltanto i missionari “fidei donum” trevigiani in Ecuador (don Graziano Mason, don Giuliano Vallotto, Daniela Andrisano), ma anche tecnici di progetti sociali, docenti universitari di Quito e dirigenti di Fondazioni, Consorzi e di Fepp e Maquita.
Si comincia il 17 ottobre, alle 18, in sala Sanson a Vedelago, dove interverranno gli ospiti provenienti dall’Ecuador sul tema “Economia e partecipazione democratica nel mondo”; seguirà, alle 20.30, un intervento artistico – musicale della cantautrice Erica Boschiero (ingresso libero).
Il 21 ottobre, alle 20.30, all’Istituto Palladio di Treviso, “Giovani: coraggiosi nel vincere la cultura dello scarto”.
Il 24 ottobre, all’auditorium Piccolo teatro “Celotto Grosso” di Arcade, alle 20.30, “Economia e partecipazione democratica nel mondo”, nell’ambito del centenario della morte di Giuseppe Corazzin, che ha ispirato nel contesto trevigiano quei valori della Dottrina sociale della Chiesa che sono alla base di una sviluppo equo e solidale.
Infine, il 25 ottobre, a San Zenone degli Ezzelini, nella sala La Roggia, alle 18.30, “Cammini virtuosi per una economia giusta e solidale: segni in Ecuador”, con intervento musicale del coro “Tatanzambe”.
Altri appuntamenti:
Da ricordare la veglia missionaria diocesana, nella chiesa di Noventa di Piave, sabato 18 ottobre, alle 20.30, con i missionari dall’Ecuador.
Domenica 19 ottobre. Giornata missionaria mondiale: da celebrare in tutte le parrocchie. La colletta è per le Pontificie Opere Missionarie.
In questi giorni ricorre anche il 25esimo anniversario della morte di Luciano Bottan (20 ottobre) e e di suor Gina Simionato (15 ottobre). Le celebrazioni si terranno:
– domenica 19 ottobre, ore 9.30, nella chiesa parrocchiale di Santa Cristina per ricordare in modo particolare suor Gina
– lunedì 20 ottobre, alle 20.30, nella chiesa di Santa Maria del Sile per ricordare in particolare Luciano
Maggiori informazioni alla pagina del Centro missionario