LA POLIZIA DI STATO SGOMINA UNA BANDA DI QUATTRO ALBANESI SPECIALIZZATA IN FURTI IN APPARTAMENTO

INDIVIDUATO IL COVO IN CUI SI ERANO NASCOSTI DA UN PAIO DI GIORNI, IN PROVINCIA DI PORDENONE DOPO AVER COMMESSO DECINE DI FURTI A PADOVA E PROVINCIA. AL MOMENTO DELL’INTERVENTO DELLA SQUADRA MOBILE DI PADOVA CON L’AUSILIO DELLA SQUADRA MOBILE DI PORDENONE, ALL’INTERNO DELL’APPARTAMENTO SONO STATI TROVATI I QUATTRO UOMINI RIENTRATI POCO PRIMA NEL COVO DOPO AVER COMMESSO TRE FURTI IN ABITAZIONI DELLA ZONA, LA REFURTIVA SOTTRATTA NEI DUE GIORNI DI SOGGIORNO NEL PORDENONESE E GLI ARNESI UTILIZZATI DALLA BANDA PER ENTRARE NEGLI APPARTAMENTI. SOTTOPOSTI A FERMO DI POLIZIA GIUDIZIARIA, A SEGUITO DELLA LORO IDENTIFICAZIONE SI E’ ACCERTATO CHE DUE DEI QUATTRO FERMATI ERANO LATITANTI. NUMEROSI I GIOIELLI, OROLOGI, MONILI E DENARO CONTANTE SEQUESTRATI PER UN VALORE DI CIRCA 200.000 EURO CHE SARANNO RESTITUITI QUANTO PRIMA AI LEGITTIMI PROPRIETARI. ALL’ESITO DEGLI ACCERTAMENTI DI RITO, I QUATTRO FERMATI SONO STATI SOTTOPOSTI A FERMO DI P.G. PER I FURTI E I TENTATIVI DI FURTI COMMESSI LA SERA PRECEDENTE AL BLITZ DELLA POLIZIA E DUE DI LORO SONO STATI ANCHE ARRESTATI IN ESECUZIONE DEI PROVVEDIMENTI PENDENTI A LORO CARICO. AL TERMINE SONO STATI CONDOTTI PRESSO LA CASA CIRCONDARIALE DI PORDENONE, A DISPOSIZIONE DELL’AUTORITA’ GIUDIZIARIA.

Nell’ambito dell’attività volta al contrasto dei reati predatori, in particolare, dei furti in abitazione, la Squadra Mobile di Padova ha individuato e disarticolato una banda di ladri albanesi che nel giro pochi giorni hanno portato a termine decine di furti nel Comune di Padova e provincia prima di spostarsi in un covo in provincia di Pordenone per continuare la loro attività in quella zona.

La complessa e rapida attività di polizia giudiziaria iniziata negli ultimi giorni a seguito dei numerosi furti in abitazione che si erano registrati nella città di Padova e comuni limitrofi, in particolare, nel Comune di Albignasego, ha consentito di individuare nell’arco di pochissimi giorni l’autovettura e il covo prescelto dai ladri.

Analizzando gli elementi raccolti in occasione di alcuni interventi effettuati dalla Polizia a seguito dei furti, gli investigatori della Squadra Mobile hanno individuato un’autovettura di grossa cilindrata, intestata ad un prestanome, utilizzata dai malfattori per raggiungere il luogo del reato.

Secondo la ricostruzione degli investigatori, i malviventi, con estrema professionalità hanno di volta in volta adottato tutte le cautele e artifici per impedire la loro identificazione, a cui si è difatti giunti soltanto a seguito dell’irruzione nel covo stabilito nelle ultime ore in provincia di Pordenone.

L’individuazione dell’autovettura utilizzata, i percorsi stradali “secondari” utilizzati e soprattutto l’individuazione dell’ultima base logistica utilizzata dalla banda, ha consentito di recuperare la refurtiva di furti commessi gli ultimi due giorni in provincia di Pordenone: gioielli, monili d’oro e d’argento, per un valore di circa 200.000 Euro, oltre ad alcune migliaia di Euro in denaro contante.

L’individuazione dell’autovettura di grossa cilindrata utilizzata per raggiungere la zona prescelta dove colpire, che veniva poi battuta a piedi dalla banda alla ricerca delle abitazioni ideali dove forzare i serramenti ed entrare, è stata possibile grazie ad un attento lavoro degli investigatori, che hanno notato delle caratteristiche particolari nell’abbigliamento dei soggetti ripresi dalle telecamere di videosorveglianza e che hanno studiato ogni spostamento dell’autovettura fino ad arrivare alla loro base logistica che da qualche giorno era una struttura ricettiva della provincia di Pordenone.

Da qui la necessità dell’intervento, delegato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Padova ed organizzato in pochissime ore, onde evitare una probabile fuga dei malviventi verso un nuovo “covo” da individuare e nuova zona dove colpire.

Così nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi è scattato il blitz, a cui hanno partecipato in tutto una quindicina di poliziotti della Squadra Mobile di Padova con l’ausilio dei colleghi della Squadra Mobile di Pordenone.

I furti messi a segno sono stati numerosi, molti sono ancora in fase di ricostruzione in queste ore da parte degli investigatori che sono già riusciti a risalire a due episodi tentati e tre consumati commessi in rapida successione in provincia di Pordenone, nelle ore immediatamente precedenti all’arresto dai quattro albanesi.

I poliziotti, una volta fatta irruzione all’interno dell’appartamento dove avevano trovato rifugio, hanno bloccato i quattro uomini, tutti di nazionalità albanese, da poco rientrati dall’ennesima razzia della sera precedente.

Uno di questi aveva spostato il letto nella camera per posizionarlo sotto la finestra pronto all’eventuale fuga, che ha cercato infatti di porre in essere, ma è stato prontamente bloccato dai poliziotti in borghese.

Si tratta di un albanese di 25 anni, in Italia dal 2018 e senza alcun precedente penale, con una residenza fittizia in provincia di Caserta, ma di fatto senza alcuna stabile dimora.

Oltre a lui, un albanese di 35 anni, in Italia dal 2005, già arrestato due volte nel 2012 per furti in appartamento e nel 2023 per possesso di arnesi atti allo scasso, resistenza a pubblico ufficiale e porto abusivo di armi;  un albanese di 34 anni, in Italia dal 2018, già arrestato nel 2023 e 2024 per furti in appartamento commessi in Veneto, ricercato perché destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere relativa ad un procedimento penale instaurato per furti in abitazione presso il Tribunale ordinario di Teramo; un quarto albanese, di 36 anni, in Italia dal 2013, con tre diversi alias forniti alla Polizia durante i numerosi controlli, un arresto nel 2011, uno nel 2013 ed uno nel 2021, tutti per furti in appartamento, ricercato in quanto destinatario di un mandato di cattura relativo ad una condanna a due anni e mezzo da scontare in relazione ad altri episodi simili, circa una quarantina, commessi in tutto il triveneto nel 2021.

Nel corso della perquisizione all’interno del covo, i poliziotti hanno trovato anche gli strumenti da lavoro utilizzati dalla banda per depredare ville e appartamenti: un “flessibile” di grosse dimensioni con dischi, punte e lame di ricambio per entrare negli alloggi, cacciaviti, pinze di vario tipo e radioline ricetrasmittenti che i tre utilizzavano per tenersi in contatto durante i furti, per evitare la loro localizzazione.

Numerosi i gioielli, anche con pietre preziose, monili d’oro e d’argento, oltre al denaro contante nascosto all’interno dell’appartamento usato come base logistica: sottoposti a sequestro saranno restituiti quanto prima all’Autorità giudiziaria.

Al termine della perquisizione i quattro albanesi sono stati accompagnati in Questura ed al termine dell’identificazione sottoposti a fermo di p.g. per tre furti avvenuti quella sera in provincia di Pordenone, di cui sono state già acquisite le denunce/querele da parte dei proprietari.

Non si fermano le indagini nei confronti dei quattro albanesi, al fine di risalire a tutti gli altri episodi da loro commessi nelle ultime settimane in Veneto e ai possibili ricettatori.

 I due albanesi ricercati sono altresì stati arrestati in esecuzione dei provvedimenti a loro carico.

Completati gli accertamenti di rito, i quattro presunti autori sono stati successivamente ristretti nel carcere di Pordenone a disposizione dell’autorità giudiziaria.

In sede di udienza di convalida, convalidati i fermi di polizia giudiziaria, i quattro soggetti sono stati sottoposti alla misura cautelare personale della custodia in carcere.

(Questura di Padova)

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