Sicurezza: serve una strategia integrata nelle città

La provincia di Venezia è tra le 10 più insicure d’Italia. Lo afferma l’indagine del Sole 24Ore sulla base del numero di denunce ogni 100.000 abitanti.
Secondo Alvise Canniello, direttore Confesercenti Venezia Rovigo, i dati vanno contestualizzati: “lo stock di denunce è ovviamente influenzato dalla massiccia presenza turistica. Tuttavia, l’indagine conferma quanto stiamo denunciando da tempo e l’urgente necessità di adottare azioni a livello locale per arginare i reati predatori e contrastare i borseggi e le baby gang”.

“L’elaborazione del quotidiano economico – continua Canniello – colloca la nostra provincia tra le top ten in Italia proprio per quanto riguarda i furti, i furti con destrezza e con strappo, e tra le prime venti per quanto riguarda i furti in appartamento e le rapine”.

Per Canniello, si tratta di un’area che erroneamente viene definita di ‘micro’ criminalità, ma che impatta in modo pesante sulle condizione di vita, di lavoro e nel movimento di ogni persona e che ricadute rilevanti anche dal punto di vista economico.

“Non credo che un semplice inasprimento delle pene – al di là delle valutazioni ideologiche – possa contrastare con successo il diffondersi della microcriminalità. Serve invece una strategia integrata che valorizzi sempre più il cosiddetto “il controllo informale” e la collaborazione continuata e compartecipata tra istituzioni ed ogni altro soggetto sociale ed economico.

“Da questo punto di vista -conclude il Direttore di Confesercenti – ritengo fondamentale il ruolo delle amministrazioni locali nella promozione della “sicurezza di comunità” , nel sostegno alle imprese che investono nella prevenzione, dotandosi, ad esempio, di sistemi di video sorveglianza e nell’adozione di politiche urbanistiche e territoriali che facilitino la sorveglianza e il controllo di quelle porzioni di territorio che più di altre tendono ad attrarre attività devianti o marginali” .

(Confesercenti Venezia Rovigo)

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