Combustione a biomasse in Pianura Padana

La situazione che vede l’inquinamento da PM10 e PM2,5 continuare a restare ad alti livelli nell’intero bacino della Val Padana e a Treviso in particolare, per noi del Circolo Legambiente di Treviso è grave e preoccupante.

Le cause di detto inquinamento sono approfonditamente esaminate nel documento prodotto da Simone Forte e Anna Freda del Circolo Legambiente di Treviso e dall’attivista ambientalista Danilo Franceschin.

Come riportato dal documento, il 69% del PM10 primario su base annua deriva dalla combustione non industriale (dati del 2015), e visto che la legna ha una incidenza 6500 volte superiore rispetto al metano a parità energetica (il pellet circa 2000 volte rispetto al metano a parità energetica) risulta chiaro che la combustione da biomasse ricopre quasi totalmente l’intero settore.

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Inoltre, dalla combustione delle biomasse si forma il benzo(a)pirene B(a)P, un idrocarburo policiclico aromatico (IPA) classificato come cancerogeno. Il valore annuo di soglia di tale molecola è di 1ng/m3. Nel 2018 tale valore è stato superato nel 26% delle stazioni posizionate in Veneto da Arpav per il suo rilevamento . L’origine dell’idrocarburo non è solo da ricercarsi nella combustione di biomasse, in quanto pure i motori diesel ne sono la causa, ma le analisi dati Inemar del 2015 dimostrano come il 97% di esso si sviluppi proprio dalla combustione di materiali di origine vegetale.

Per fronteggiare i rischi derivanti dalla combustione di biomassa per il riscaldamento il Circolo Legambiente di Treviso chiede alle Istituzioni di:

  • Incentivare solo gli impianti di grande potenza con sistemi di filtraggio efficienti ed efficaci (es. teleriscaldamento con biomassa con caldaie > 1MW). Inoltre andrebbero associati alla piantumazione in loco di foreste adatte alla loro alimentazione in modo di eliminare il trasporto di legname e di chiudere nel territorio di utilizzo la filiera di produzione.
  • Per gli impianti esistenti imporre l’installazione di sistemi di filtraggio efficaci. Nel mercato si trovano dei filtri per limitare l’emissione delle polveri sottili dai camini domestici. I loro principi di funzionamento sono principalmente o elettrostatico, o meccanico a ciclone oppure scrubbers (abbattitore ad umido). Tutti i casi necessitano di una pulizia periodica per un corretto funzionamento e di una pur minima manutenzione.
  • Disincentivare l’acquisto degli apparecchi domestici (stufe e caminetti) spostando i contributi da questo settore a quello del rinnovabile solare e del risparmio energetico.
  • Una politica seria di controllo dei fumi di scarico degli impianti a biomassa, sia con un censimento degli apparecchi che con dei libretti di revisione degli impianti che vengano compilati ad ogni verifica.
  • Isolare ed eliminare il più possibile le dispersioni energetiche.
  • Bloccare nei periodi di sforamento dei limiti di legge l’uso degli impianti privi degli adeguati filtri.

Circolo Legambiente Icaro di Treviso

È possibile scaricare qui il documento:

(Legambiente Treviso)

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