Conferenza delle Regioni interviene sul decreto di riparto del Fondo dello Spettacolo. Corazzari, “Obiettivo sia l’autonomia degli enti virtuosi cui vanno garantite adeguate risorse indipendenti dal Pil regionale”

(AVN) – Venezia, 10 dicembre 2024

“Il mondo dello spettacolo dal vivo in tutta Italia e in Veneto è uno tra i settori che più hanno sofferto in questi ultimi anni, a fatica è ripartito dopo la pandemia e non può subire ulteriori scossoni. È per questo che con forza in sede di Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome abbiamo ribadito l’importanza di ottenere garanzie dal Ministero sulla consistenza e sul riparto dei contributi allo spettacolo dal vivo, fondo che nel 2023 ha portato al Veneto 13 milioni di euro. Con l’intesa accordata ieri, accogliamo le rassicurazioni da parte del Ministero il quale si impegna a tutelare gli enti dello spettacolo virtuosi al di là dell’introduzione di un nuovo parametro nella ripartizione dei fondi che lega gli stanziamenti al Pil regionale, col rischio di penalizzare Regioni più produttive come il Veneto. L’ obiettivo è tutelare le nostre eccellenze e l’intero sistema regionale dello spettacolo dal vivo, un mondo capace non solo di creare indotto sul territorio ma anche di avere importanti ricadute per il benessere della nostra comunità”.

L’assessore regionale alla Cultura, Cristiano Corazzari, interviene così all’indomani dell’approvazione in sede di Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome del parere sullo schema di decreto del Ministero della Cultura relativo all’assegnazione dei contributi dello spettacolo dal vivo.

“Un secondo punto da cui non si può prescindere è la garanzia dell’autonomia dei teatri e in generale degli enti culturali virtuosi- aggiunge Corazzari-. Anche su questo punto il Ministero ha offerto garanzie, di grande rilievo dal momento che con questo nuovo decreto per la prima volta sono state fissate puntuali direttive sull’organizzazione degli enti culturali. Non va scordato infatti che la nostra Costituzione elenca l’organizzazione delle attività culturali tra le materie a legislazione concorrente, che stona dunque con un’eventuale ingerenza eccessiva nell’autonomia organizzativa. Lo spirito a cui si deve guardare non può che essere quello della leale collaborazione tra livelli di governo proprio come indica la nostra Carta ed è a questo che si deve guardare anche nello spirito del cammino verso l’autonomia differenziata già intrapreso e che tanto entusiasma i Veneti i quali quel 22 ottobre del 2017, sfidando il maltempo, si sono recati alle urne e in 2 milioni 273 mila hanno chiesto l’avvio di questo percorso”.

 

 (CULTURA)  

(Regione Veneto)

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