PINOT GRIGIO DELLE VENEZIE, INCONTRO SULLE PROSPETTIVE DELLA DOC DEL TRIVENETO. COLDIRETTI VERONA HA RIUNITO A SOAVE I PRODUTTORI CON I MASSIMI ESPERTI.

Verona, 11 giugno 2025 – Nella sala convegni della Cantina Cadis 1898 a Soave si è tenuto l’incontro organizzato da Coldiretti e dedicato al Pinot Grigio delle Venezie Doc per valorizzare il ruolo di leadership di questa denominazione che rappresenta l’85% del vino ottenuto da uve Pinot Grigio italiano e il 43% di quello mondiale, confermandosi il primo vino Doc bianco fermo per volumi di esportazione, con il 95% delle 230 milioni di bottiglie destinate al commercio estero.

Il “Delle Venezie” con i suoi 27mila ettari di estensione su tre regioni d’Italia è un simbolo di integrazione interregionale con grandi potenzialità di crescita nonostante le incertezze economiche e geopolitiche degli ultimi anni.

Durante la serata, moderata da Michele Zanardo, presidente del Comitato nazionale Vini Masaf e vicepresidente nazionale Assoenologi, sono intervenuti produttori ed esperti di settore del sistema. A cominciare da Gabriele Posenato, presidente della Cantina Cadis 1898, che ha portato i suoi saluti di benvenuto ai partecipanti e Alex Vantini, presidente di Coldiretti Verona, che ha evidenziato quanto la consulta vitivinicola della Federazione abbia voluto l’incontro tra tutte le realtà che ruotano intorno al del Pinot Grigio, denominazione fondamentale nel panorama nazionale e internazionale.

Sono seguiti i saluti dell’Assessore regionale all’Agricoltura, Federico Caner, che oltre a ricordare l’impegno della Regione per il comparto vitivinicolo ha accennato alle nuove tendenze di mercato legate al vino low alcol: “E’ corretto difendere i vini del proprio territorio – ha detto – ma penso che si debbano cogliere tutte le opportunità che il mercato ci offre. Proprio in questo senso occorre ragionare con capacità e competenze imprenditoriali che ai veneti non mancano”.

Nella sua relazione tecnica, il direttore del Consorzio di Tutela Vini Doc delle Venezie Stefano Sequino ha tracciato l’attuale situazione della denominazione, un modello virtuoso di collaborazione tra Veneto, Friuli Venezia Giulia e Provincia Autonoma di Trento. “Non dobbiamo perdere di vista – ha specificato – lo scenario mondiale in cui il Pinot italiano pesa per il 40 percento.  È necessario condividere con gli altri consorzi di tutela del Pinot Grigio nel Triveneto l’andamento del mercato e gli obiettivi per mantenere un trend per ora positivo ma che viene fortemente condizionato dallo scenario internazionale”.

I dati relativi alla produzione 2024 del Pinot Grigio delle Venezie sono positivi e hanno registrato una crescita del +3% in volume e un aumento del valore stimato tra l’8% e il 10%, con il prezzo medio nei mercuriali di Treviso e Verona passato da 0,95 €/l a 1/1,10 €/l in soli due anni.

La relazione di Sequino ha fatto da preludio alla tavola rotonda con Luca Rigotti, neo presidente del Consorzio e presidente del gruppo di lavoro Copacogeca, Roberta Corrà, direttore generale del Gruppo Italiano Vini, Giorgio Polegato, Cantina La Viarte e presidente Coldiretti Treviso, Angela Bortoluzzi della tenuta Borgo Tintor a Gradisca d’Isonzo, e Alberto Marchisio, direttore generale di Cadis 1898.

Il dibattito ha toccato temi cruciali come le possibili evoluzioni della denominazione, le minacce esterne come i dazi, e lo sviluppo dei consumi, anche attraverso l’ipotesi di lancio di una versione a bassa gradazione.

Rigotti ha esaltato la resilienza della denominazione che è in grado di reggere il mercato nonostante le difficoltà che il settore sta riscontrando. “Noi produttori, però, dobbiamo fare in modo che la reputazione del Pinot Grigio rimanga inalterata nei confronti dei consumatori che negli anni hanno imparato a conoscerlo e ad apprezzarlo”, ha detto sottolineando nel contempo la forte preoccupazione nei confronti dei dazi visto che gli Usa oggi assorbono più del 40 percento dell’export. Marchisio ha parlato della necessità di un maggiore coordinamento tra le diverse denominazioni con riferimento ai vini veronesi Custoza e Soave che potrebbero beneficiare del trend positivo della doc delle Venezie, così come il Garda, in un’ottica di sinergie territoriali. Corràha posto l’accento sulle potenzialità ancora inespresse del Pinot Grigio italiano, ancora troppo poco valorizzato all’estero dove è un prodotto entry level, quindi potenzialmente più esposto alle crisi di mercato come quelle che deriverebbero dai dazi statunitensi. “La minaccia dei dazi ci spaventa – ha puntualizzato – perché nel caso andassero in porto dovremmo fare delle scelte che ridurrebbero sicuramente la nostra marginalità ma soprattutto ci farebbero perdere quote di mercato che sarebbero molto difficili da recuperare. In Italia ne commercializziamo meno del 5 percento. E’ tempo di lavorare per farlo crescere sul mercato interno anche perché ha tutte le caratteristiche per un consumo moderno”. Polegato è intervenuto sulla qualità del Pinot Grigio: “Non si rimane sul mercato per trent’anni se non si produce un vino buono ma è necessario fare molto di più per valorizzarlo anche dal punto di vista aromatico e renderlo così più interessante per un mercato che sta cambiando i propri orientamenti di gusto”. Bortoluzzi nella sua testimonianza di impresa ha spiegato quanto sia stato fondamentale per la crescita della sua azienda il legame con la denominazione: “Crediamo fortemente nel potere della certificazione e della fascetta”.

Carlo Salvan, presidente di Coldiretti Veneto, ha chiuso i lavori ribadendo l’importanza di un confronto continuo con i produttori e la filiera per trasformare queste iniziative in opportunità di sviluppo territoriale e di condivisione di prospettive. Salvan ha sottolineato il ruolo cruciale dell’Unione Europea: “E’ l’unica istituzione da cui dobbiamo pretendere risposte – ha spiegato – in un contesto di grande complessità dal punto di vista geopolitico ed economico. Sui dazi deve intervenire la diplomazia comunitaria per difendere i nostri produttori nel panorama di un mercato sempre più instabile, senza dimenticare che sono contestualmente esposti alle difficoltà del cambiamento climatico che rende sempre più difficile produrre anche nel contesto triveneto”.

Salvan ha, inoltre, ricordato il grande impegno di Veronafiere nella promozione del vino italiano nel mondo e ha ringraziato il presidente Federico Bricolo, presente in sala con il Direttore Generale Adolfo Rebughini, per le molte attività messe in campo.

(Coldiretti Verona)

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