28 luglio 2025
(Arv) Venezia 28 lug. 2025 – “Un idioma dalla storia secolare, con una letteratura attestata sin dal XIII secolo, ma ancora vivace e diffuso, dev’essere oggetto di studio all’Università. Fortunatamente la pensano così in Brasile, uno dei paesi dove l’emigrazione veneta ha lasciato i segni più tangibili nella popolazione, nell’economia e nelle tradizioni. Proprio qui, non a caso, sarà avviata la prima cattedra di Lingua veneta al mondo, nel cuore del Rio Grande do Sul, grazie all’Accordo di Cooperazione internazionale tra Universidade Federal de Santa Maria (UFSM) e Academia de ła Bona Creansa (Academia de ła Łengua Veneta). Un accordo nel nome della lungimiranza e dell’attenzione alle proprie radici, perché mantenere una lingua è passato, presente e futuro delle comunità”. Con queste parole Giuseppe Pan, capogruppo della Liga Veneta per Salvini Premier in Consiglio regionale, introduce l’iniziativa e spiega: “Il corso sarà articolato in 15 lezioni per un totale di 45 ore, con il supporto alla docenza del professor Alessandro Mocellin, docente, ricercatore e Direttore dell’Academia de ła Łengua Veneta. Si terrà in lingua portoghese, in considerazione del contesto, ma con esercitazioni e lettorati in lingua veneta. Sempre in portoghese saranno i materiali didattici, con tutti gli aggiornamenti relativi all’ortografia e alla pronuncia della lingua veneta insegnata. A questo si aggiungono approfondimenti specifici sui venetofoni più noti della storia, da Marco Polo a Tiziano, da Tintoretto a Canova. E quelli sulle maggiori feste popolari, come la Sensa e il Caodeano”.
Conclude Pan: “Il corso in questione sarà strutturato attraverso lezioni in presenza e aperto a tutti i 27mila iscritti dell’UFSM: maggiore accessibilità vuol dire maggiore diffusione della conoscenza, aspetto fondamentale se vogliamo fare cultura. Ora, pertanto, tocca ai tanti discendenti dei nostri emigranti scoprire come parlavano i propri nonni e trisavoli, ricostruendo nelle parole i grandi cambiamenti storici e le vicende personali degli emigranti. E auspico, allo stesso tempo, che gli atenei veneti portino avanti iniziative analoghe, a maggior ragione perché qui la lingua veneta è radicata e quotidiana”.