07 settembre 2025
(Arv) Venezia 7 set. 2025 – “Bene che si parli finalmente, anche a Roma, di specializzazione universitaria per i medici di famiglia. La legge approvata in Veneto ha segnato un primo passo concreto, offrendo un modello che ha riacceso il dibattito e la consapevolezza su un tema cruciale per il futuro della sanità territoriale.”
Lo dice la consigliera regionale Anna Maria Bigon (Partito Democratico), vice presidente della commissione consiliare Sanità, commentando “il Disegno di legge ‘Professioni sanitarie’ approvato dal Consiglio dei ministri, che prevede la trasformazione del corso in medicina generale in vera e propria scuola di specializzazione universitaria.”
“Il Veneto – ricorda l’esponente Dem – è stato apripista: a luglio, il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità la Proposta di legge che ho presentato, come relatrice in Aula, che introduce la specializzazione universitaria per i medici di famiglia. Testo poi trasmesso al Parlamento nazionale per l’avvio dell’iter legislativo.”
“È ora di riconoscere pienamente il valore di questa professione – prosegue Bigon – rendendola più attrattiva, con reali prospettive di carriera, possibilità di fare ricerca e un percorso formativo all’altezza delle altre specializzazioni mediche. I medici di medicina generale non possono più essere considerati ‘professionisti di serie B’. La riforma deve valorizzare anche il contributo fondamentale dei medici esperti, che continueranno a essere parte attiva nella formazione delle nuove generazioni: perché trasmettere competenze, esperienza e visione è una responsabilità irrinunciabile. Una medicina territoriale forte passa anche da qui.”
“Un approccio che incontra il favore della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg), che ha definito la trasformazione in scuola di specializzazione ‘un’opportunità attesa da tempo’, chiedendo però al governo di garantire risorse certe, più borse di studio, così da rendere la professione realmente attrattiva per i giovani – osserva la consigliera del Pd – Il governo– deve accompagnare questa riforma con scelte chiare: investimenti, nuove borse e valorizzazione del ruolo dei medici di famiglia.”
“Solo così – conclude Anna Maria Bigon – la sanità territoriale potrà rispondere davvero ai bisogni di salute dei cittadini, oggi più che mai.”

