14 settembre 2025
(Arv) Venezia 14 sett. 2025 – “La Regione deve bloccare immediatamente questa disposizione. Significa mettere a rischio la sopravvivenza di reparti che, pur non raggiungendo il numero minimo di interventi stabilito a tavolino, garantiscono da anni professionalità, sicurezza e un rapporto umano con il paziente. Il rischio è di smantellare il sistema Veneto completamente, già depotenziato nel numero di ospedali, reparti e posti letto.”
Lo afferma la consigliera regionale del Partito Democratico Anna Maria Bigon, vicepresidente della commissione consiliare Sanità, unitamente ai colleghi del Gruppo del Partito Democratico Camani, Luisetto, Zottis e Montanariello, in merito “alla nuova organizzazione annunciata dalla Regione Veneto per la chirurgia oncologica.”
“La nuova ‘mappa’ stabilisce infatti che gli interventi per colon, retto e stomaco possano essere eseguiti solo negli ospedali che superano determinate soglie minime di volumi e requisiti strutturali, tecnologici e professionali – spiega l’esponente Dem – Di conseguenza, molti centri che non raggiungono i numeri richiesti verrebbero esclusi dai percorsi oncologici di riferimento, concentrando le operazioni in poche grandi strutture.”
“Con questa riorganizzazione – continua Bigon – i pazienti saranno costretti a rivolgersi a poche strutture accreditate, spesso lontane da casa, con conseguenze pesanti per chi vive nelle aree interne o montane. Significa condannare molti reparti alla chiusura, nonostante gli ottimi risultati clinici ottenuti negli anni. Inoltre, la centralizzazione comporterà inevitabilmente l’allungamento delle liste d’attesa per gli interventi chirurgici oncologici, con effetti preoccupanti sulla sopravvivenza e sulla qualità della vita dei pazienti.”
“Stiamo investendo giustamente per ridurre i tempi delle prime visite e delle diagnosi, ma a cosa serve se poi i pazienti dovranno aspettare mesi per essere operati? È solo propaganda – denuncia la vicepresidente della commissione consiliare sociosanitaria- La prevenzione e la diagnosi precoce devono andare di pari passo con tempi certi per i trattamenti.“
“I nostri medici si stanno dimettendo – ricorda Bigon –. Se ne vanno dove trovano stipendi più adeguati, condizioni di lavoro dignitose e rispetto per la professione. Questo svuotamento non si affronta con logiche aziendali e accentramenti forzati.”
“Serve un confronto serio con i professionisti, con le comunità locali e con i pazienti – propone Anna Maria Bigon – La sanità va costruita sull’equità e sulla prossimità, non su numeri e algoritmi. In gioco c’è la salute di migliaia di veneti.”