LA POLIZIA DI STATO SGOMBERA EDIFICIO ATER IN DISUSO ALL’ARCELLA

DENUNCIATI PER INVASIONE DI TERRENI ED EDIFICI QUATTRO CITTADINI TUNISINI IRREGOLARI E SENZA FISSA DIMORA, CON PRECEDENTI A CARICO PER REATI CONTRO IL PATRIMONIO E DETENZIONE AI FINI DI SPACCIO DI SOSTANZE STUPEFACENTI, TROVATI TRA INDUMENTI GETTATI, AVANZI DI CIBO, EFFETTI PERSONALI VARI, BOTTIGLIE VUOTE E SPAZZATURA DI OGNI TIPO ALL’INTERNO DI UN EDIFICIO ATER IN DISUSO ALL’ARCELLA. QUESTORE DISPONE COLLOCAMENTO AL CPR PER DUE DI LORO RISPETTIVAMENTE NEI CENTRI DI SAN GERVASIO (POTENZA) E BARI. RIPRISTINATE LE CONDIZIONI DI SICUREZZA DELLA STRUTTURA.

Nell’ambito dei dispositivi di prevenzione, vigilanza e controllo del territorio effettuati dalle pattuglie della Polizia di Stato di Padova, nella mattinata di martedì 4 novembre, i poliziotti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico – Sezione Volanti della Questura sono intervenuti all’Arcella ed hanno denunciato per invasione di terreni ed edifici quattro cittadini di origini tunisine introdottisi illegittimamente in uno stabile Ater di via Moroni.

Nello specifico, verso le ore 8 del mattino, due pattuglie hanno effettuato un controllo di iniziativa in un edificio in disuso che era stato segnalato nei giorni scorsi da alcuni residenti accortisi di un viavai di persone che vi facevano accesso illegittimamente.

Gli agenti, giunti sul posto, sono entrati all’interno della struttura constatando la presenza di alcuni giacigli di fortuna, immondizia ed una situazione di degrado in quasi tutti gli ambienti.

Lo stato dei luoghi lasciava desumere che vi fosse presenza di bivacco già da diverso tempo, e da parte di più soggetti, il tutto in condizioni di estremo degrado per gli stessi occupanti.

Infatti, oltre ai giacigli, i poliziotti rinvenivano indumenti gettati ovunque, avanzi di cibo, effetti personali vari, bottiglie vuote e spazzatura di ogni tipo, che facevano apparire il luogo ormai assimilabile ad una vera e propria discarica, con una precaria condizione igienico-sanitaria.

Gli agenti in una stanza trovavano quattro cittadini di origini tunisine che dormivano.

Tutti, al momento del controllo, risultavano sprovvisti di validi documenti identificavi e, pertanto, venivano accompagnati presso la Sezione Volanti della Questura di Padova dove venivano identificati per due 19enni, entrambi entrati in Italia nel 2023 da Trapani, un 37enne con a carico precedenti penali e di polizia per spaccio di sostanze stupefacenti e ricettazione, entrato in Italia in data anteriore al 2023 ed un 26enne anch’egli con precedenti a carico in materia di stupefacenti, tutti senza fissa dimora.

I cittadini tunisini, a seguito delle procedure di identificazione, venivano messi a disposizione dell’Ufficio Immigrazione per la verifica della loro posizione sul territorio nazionale, accertamenti al termine dei quali, due di loro, irregolari in Italia, venivano collocati, già nel pomeriggio di martedì 4 novembre, con provvedimento del Questore della provincia di Padova Marco Odorisio, presso i CPR di Potenza e Gradisca d’Isonzo, ai fini del loro allontanamento definitivo dallo Stato, mentre uno dei due 19enni è risultato avere una richiesta di permesso di soggiorno sospesa presso la Questura dell’Aquila per attesa occupazione e l’altro è risultato destinatario della misura dell’obbligo di firma a Padova.

Tutti e quattro sono stati deferiti in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria per il reato di invasione di terreni e di edifici mentre il 26enne è stato, altresì, denunciato per inottemperanza all’Ordine del Questore a lasciare il territorio dello Stato entro 7 giorni, provvedimento emesso a suo carico lo scorso 27 ottobre e ad oggi violato.

Alla luce di quanto accertato e riscontrato a seguito degli esiti dell’intervento svolto, veniva immediatamente contattato l’ente proprietario dell’edificio che provvedeva, oltre alla formalizzazione della querela, nella mattinata di mercoledì 5 novembre anche alla messa in sicurezza dello stesso, affinché ne venisse definitivamente interdetto l’accesso dall’esterno.

(Questura di Padova)

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