
Cantare in coro, gli uni in ascolto degli altri, in armonia, è un’immagine del nostro stesso essere Chiesa, espressione e strumento di autentica sinodalità: lo ha sottolineato il vescovo, mons. Michele Tomasi, durante la celebrazione eucaristica nel Giubileo dei cori e delle corali della Diocesi, che si è svolto in cattedrale domenica 9 novembre. Oltre un migliaio le persone presenti, nella festa della Dedicazione della Basilica Lateranense.
“Ogni volta che ci ritroviamo nelle nostre chiese, convocati dal Signore come santa assemblea, noi rendiamo visibile il tempio del Signore che è la Chiesa, ogni volta rinnoviamo i legami tra di noi, uniti nella varietà bellissima dei doni di ciascuno, e ci affidiamo all’unico fondamento della nostra vita, il Signore Gesù Cristo, morto per noi, risorto a una vita che non muore, in eterno”, ha detto il Vescovo, ricordando il motto episcopale di papa Leone XIV, “Nell’unico Cristo siamo uno”. Uno degli strumenti di quest’unione tra i battezzati, nel comune amore per Gesù Cristo, “è la presenza fondamentale della musica e del canto nella Liturgia”, ha detto mons. Tomasi.
La celebrazione ha valorizzato anche la prima giornata diocesana “per il ricordo nelle Chiese particolari dei propri santi, beati, venerabili e servi di Dio”, istituita da papa Francesco: 15 i santi, 7 i beati, 7 i venerabili, 5 i servi di Dio che sono stati ricordati con la recita delle Litanie e con la processione iniziale con le lampade dedicate a ciascuno.
Rivolgendosi ai cantori provenienti da tutta la diocesi, il Vescovo ha ricordato che “cantare in coro è camminare insieme, espressione e strumento di autentica sinodalità”, ricordando le parole di papa Benedetto a Lorenzago, nel 2007, dopo un concerto di cori di montagna. “Nell’attenzione all’altro e agli altri sperimentiamo un’autentica educazione alla pace, di cui tanto il nostro mondo frammentato e conflittuale ha bisogno. Seguendo fedeli una partitura che tratteggia il ruolo di ogni parte, di ogni particolare voce, ci dimostriamo anche disponibili a eseguire nella vita di ogni giorno quella partitura comune a tutti i membri della Chiesa che è il Vangelo di Cristo, nella varietà dei doni, dei compiti, delle responsabilità” ha aggiunto. “L’assemblea eucaristica che prega in una vera coralità di gesti, di parole e di silenzi, di canti e di preghiere, nell’ascolto della Parola, dei fratelli e delle sorelle, delle esigenze della comunità, della Chiesa e del mondo, l’assemblea dei fedeli che si nutre del Corpo e del Sangue di Cristo diventa la realizzazione nella storia e l’immagine della presenza viva di Dio nel suo tempio, presenza nella vita e nella storia. La prova che le nostre celebrazioni sono incontro vivo col Signore verrà dalla testimonianza di amore che sapremo diffondere nel mondo, dalla vita di cui saremo gioiosi portatori” ha concluso.
Il Vescovo ha, poi, ricordato la figura di san Parisio, le cui spoglie sono conservate in Cattedrale, e che ora sono esposte permanentemente.
Articolo in uscita nella Vita del popolo del 16 novembre 2025
