Parola, silenzio, dialogo: “esercizi” per i giovani

«Ma che cos’è questo per tanta gente?» (Giovanni 6, 9). È la domanda che fa da filo conduttore ai giorni di ritiro spirituale dedicati ai giovani. Una domanda piccola solo in apparenza – pronunciata davanti a cinque pani e due pesci – eppure capace di aprire orizzonti inattesi. Come quelle poche cose hanno sfamato migliaia di persone, così anche ciò che portiamo con noi – fragilità, talenti, domande – può diventare dono. Gli esercizi ruotano attorno a tre pilastri: la Parola, lampada che orienta le scelte; il silenzio, spazio in cui lasciare che la voce di Dio raggiunga il cuore; la condivisione, occasione per scoprire che domande e desideri spesso sono comuni.

Dal 26 al 28 dicembre 2025, a Villa San Carlo di Costabissara, tornano gli esercizi vocazionali per giovani dai 20 ai 35 anni, proposti dal Centro vocazionale diocesano Ora Decima. Tre giorni di pausa dal ritmo frenetico, un’occasione per sostare e guardare all’essenziale. A guidare le meditazioni sarà don Luca Borgna, presbitero della diocesi di Adria-Rovigo, che accompagnerà i giovani nell’ascolto del Vangelo. Le iscrizioni sono ancora aperte: una ventina i partecipanti già confermati. «Sarà custodito il clima di silenzio» spiegano gli organizzatori «ci sarà tempo per la meditazione personale e particolare cura per la liturgia ». Accanto ai partecipanti ci saranno anche i quattro ragazzi entrati da poco al Mandorlo, il percorso di discernimento vocazionale della diocesi. Hanno tra i 20 e i 28 anni e arrivano da Tezze sul Brenta, Marostica e Grantorto. «Il cammino è iniziato da poco» racconta don Matteo Nicoletti, che li segue insieme a don Nicolò Rodighiero «ma si sono inseriti bene nella vita della casa. Le giornate non sono mai uguali: oltre alla preghiera del mattino e alla Messa della sera, ci sono i servizi al Centro Santa Chiara, alla Caritas, e il giovedì è dedicato alla formazione con incontri, testimonianze e uscite nelle parrocchie». Il Mandorlo è un anno di discernimento prima dell’eventuale ingresso in seminario. «Le difficoltà ci sono, ed è giusto che ci siano» continua don Matteo. «La domanda sul donare tutta la vita al Signore non è piccola, ed è sano che metta in discussione. Ma questo cammino non riguarda solo il diventare preti: è un tempo in cui un giovane si interroga sulla propria identità, sulla direzione della sua vita. Anche chi poi sceglie un’altra strada esce dal Mandorlo più consapevole». Agli esercizi spirituali i quattro giovani parteciperanno come tutti gli altri. «Non avranno ruoli particolari» aggiunge don Rodighiero «ma la loro sola presenza è una testimonianza: sono ragazzi che hanno già deciso di mettersi in ascolto serio della volontà di Dio. Questo parla più di molti discorsi». In un’epoca in cui si ripete che i giovani “non hanno fede”, la loro scelta diventa un segno eloquente. «C’è desiderio di Dio» affermano i sacerdoti. «Lo vediamo nel modo in cui vivono il silenzio, nella qualità dell’ascolto, nella gioia con cui si mettono in gioco. È una testimonianza anche per molti adulti, a volte troppo critici nei confronti delle nuove generazioni». Gli esercizi spirituali per giovani sono una tradizione consolidata della diocesi: «Siamo oltre la ventesima edizione. Li abbiamo fatti anche noi, più di dieci anni fa» ricordano sorridendo.

Oggi il testimone passa a una nuova generazione, chiamata a scommettere sul Vangelo in un tempo fragile ma pieno di possibilità. «Chiediamo ai lettori del La Voce dei Berici» concludono «di accompagnare con la preghiera questi ragazzi e tutti coloro che vivranno gli esercizi. Il silenzio che vivranno può diventare un dono per tutta la comunità».

Giada Zandonà

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(Diocesi di Vicenza)