Azione cattolica, il servizio della responsabilità: avviato nei vicariati l’itinerario assembleare 2023 – 2024

E’ iniziata dopo Pasqua la visita della Presidenza diocesana di Azione cattolica alle associazioni di Ac presenti in ciascuno dei 14 vicariati della diocesi, per avviare il percorso di riflessione, verifica e progettazione del prossimo futuro dell’associazione, in vista dell’Assemblea elettiva del 2024. Ogni tre anni infatti (solo il triennio colpito dalla pandemia e quello, 2001-2004, dell’aggiornamento dello Statuto nazionale sono durati 4 anni) gli aderenti all’associazione sono chiamati a eleggere i nuovi responsabili che si prenderanno cura dell’Ac parrocchiale, vicariale e diocesana, e indicheranno i delegati alla XVIII assemblea elettiva nazionale prevista per la fine del prossimo aprile.
La durata triennale, con la possibilità di un solo secondo mandato, presente da sempre nello Statuto Ac, presenta una molteplice garanzia. Permette agli aderenti di accettare l’incarico scegliendo di dedicarsi per un tempo limitato a una maggior responsabilità; permette a più aderenti di sperimentare il servizio di cura della propria associazione; favorisce un autentico servizio, contro il rischio di personalismi.
La bontà di questa consuetudine dell’Ac è stata riconosciuta anche dal Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, che a giugno 2021 ha emanato un decreto, vincolante per tutte le associazioni di fedeli e per gli altri enti riconosciuti o eretti dal Dicastero, con tre obiettivi dichiarati: far sì “che l’esercizio del governo si articoli adeguatamente nella comunione ecclesiale e si realizzi nella sua qualità strumentale ai fini che l’associazione persegue, promuovere un sano ricambio, prevenire appropriazioni che non hanno mancato di procurare violazioni e abusi”.
La Presidenza diocesana, in questi suoi incontri con i responsabili del territorio, invita prima di tutto alla preghiera, perché fin dall’avvio il percorso assembleare sia caratterizzato da un ascolto sapiente del cammino condiviso con fratelli e sorelle negli ultimi 4 anni, e perché l’elezione dei nuovi responsabili non sia il risultato di una assegnazione formale di nominativi, ai quali affidare in modo improvvisato compiti e responsabilità educative. La scelta di una funzione educativa o l’assunzione di un incarico associativo dovrebbe derivare dall’ascolto della Parola di Dio, e dal confronto negli appositi organismi di discernimento dell’associazione per individuare possibili candidati tra gli uomini e le donne che cercano di abitare con fede questo tempo e questa storia che ci viene donata.
La bontà di tale scelta democratica, la serietà di una organizzazione associativa che prevede ruoli essenziali e non delegabili (il coordinatore vicariale, il presidente parrocchiale, i consiglieri diocesani) richiedono a ogni aderente di esercitare con serietà il proprio dovere elettivo, ma anche e soprattutto di verificare la disponibilità all’elettorato passivo, rispondendo con generosità e fiducia al mandato che gli aderenti gli affidano. E’ una fase delicata, che non deve scivolare nel “chiacchiericcio”, che papa Francesco spesso ci indica come nemico delle relazioni sane e fraterne. E’ una fase nella quale l’accompagnamento degli assistenti è particolarmente salutare e fruttuoso per rimanere fedeli all’essenza dell’Ac che spesso papa Francesco ci ricorda: “Forse l’Azione cattolica non deve tradursi in Passione cattolica?”. La passione cattolica, la passione della Chiesa è vivere la dolce e confortante gioia di evangelizzare. Questo è ciò di cui abbiamo bisogno dall’Azione cattolica. (Ornella Vanzella)

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(Diocesi di Treviso)

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