Diocesi di Vicenza Settembre – "Migrazioni Nazionalismi e Futuro dell'Europa"

A conclusione del 49 convegno del Rezzara sui problemi internazionali ospitato a Monte Berico il 16 e il 17 settembre, pubblichiamo gli orientamenti conclusivi emersi da queste due giornate di confronto.

Il testo a cura di Mons. Giuseppe Dal Ferro.

1. Flussi migratori

Larrivo massiccio di richiedenti asilo e di immigrati, le tragedie connesse con questo esodo, lo sviluppo improvviso e disordinato di questi flussi migratori si sovrappongono in Europa ad una recessione economica e demografica e fanno scoppiare frustrazioni latenti. La societ attuale accentua le insicurezze e genera un diffuso senso di paura e di spaesamento. Il risultato porta ad una deriva disgregatrice. difficile dimostrare con i dati che in atto una invasione di richiedenti asilo e di immigrati. Nei giudizi sopravanzano le paure del terrorismo e il gioco delle ideologie politiche, ed i nuovi arrivi sono rifiutati in base a puri interessi particolari. La politica comunitaria europea ricattata dagli interessi nazionali. Le politiche statali, anzich assicurare un quadro di legalit, finiscono per favorire gli ingressi illegali per coprire le esigenze concrete, come nel caso delle badanti, salvo poi procedere a sanatorie.

Dei migranti sono pi evidenti i barconi che arrivano dal Mediterraneo, carichi di drammatiche esperienze, mentre si ignora il gran numero di immigrati che arrivano in Italia dal Nord e la gran parte dei clandestini che arrivano regolarmente con visti turistici.

Gli immigrati vanno distinti dai rifugiati, che chiedono asilo e che provengono da zone di guerra. Questi ultimi hanno diritto allaccoglienza per la Convenzione internazionale di Ginevra (1951).

2. Sospetti sullIslam

I recenti fatti di terrorismo attribuito allIslam, sono un fattore aggravante nei confronti dei richiedenti asilo e degli immigrati, essendo in numero consistente musulmani. Sotto linfluenza di ideologie xenofobe e di una enfatizzazione generica del pericolo da parte dei media, nascono sospetti e rifiuti per lIslam. Si calcola che la met della popolazione europea ritenga poi che i musulmani non vogliano integrarsi nella societ di accoglienza e siano una minaccia latente. Tale opinione diffusa favorisce politiche di insediamento forzato in quartieri periferici dei grandi aggregati urbani, dove il dialogo diventa impossibile e dove le discriminazioni maturano situazioni drammatiche. Si rende impossibile ogni reciprocit necessaria alla convivenza civile e ci si priva degli aspetti positivi dellIslam, che con forza ripropone allOccidente il problema dei valori nella vita sociale ed il tema attuale dello spazio pubblico delle religioni nella vita democratica, se si vuole superare lindifferentismo, che sta corrodendo il tessuto sociale con dinamiche di chiusura e di autoreferenzialit.

Le legittime preoccupazioni per il terrorismo e per i possibili legami dei richiedenti asilo e degli immigrati con lIsis, va ridimensionata con la considerazione che i terroristi noti sono prodotto europeo: nati e cresciuti in Europa, si sono radicalizzati in Europa e hanno colpito in Europa. Gli antidoti di conseguenza sono le politiche sociali, lazione politica internazionale per il superamento dei conflitti, la solidariet per avviare a soluzione le crisi mondiali.

3. Risvolti utili dellimmigrazione

La situazione attuale non consente la serena considerazione degli aspetti utili dellimmigrazione per lItalia e per lEuropa. Gli immigrati producono in un Paese pi ricchezza di quanta ne consumano e coprono i lavori dequalificati, che il miglioramento dei servizi moltiplica e che i nativi rifiutano.

Per limitarsi allItalia, noto come il saldo negativo demografico, dovuto al calo della natalit (1,39 figli per donna), trova il necessario equilibrio con limmigrazione. Le conseguenze negative dellinvecchiamento della popolazione di un Paese sono ben note nellanalisi degli studiosi.

Il lavoro stesso richiede in Italia la presenza di un numero consistente di lavoratori esteri, per non subire un calo drastico della produttivit. In questi anni cresciuta la presenza di stranieri nelle fabbriche ed oggi crescono le stesse aziende, soprattutto nei servizi, promosse da non italiani. Se venisse meno la loro presenza lavorativa verrebbe meno in parte la produzione, con gravi ripercussioni nella societ: basta pensare alle entrate necessarie per le pensioni provenienti dai lavoratori attivi.

4. Dallaccoglienza allintegrazione

Il multiculturalismo, affermatosi nel secolo scorso, degenerato negli Stati Uniti nellomologazione in umanesimo cosiddetto moderno. Si richiede oggi linclusione di tutti, il riconoscimento delle diversit e regole comuni di convivenza, eventualmente ridiscusse insieme. Ė nata la necessit del rispetto della differenza, congiunta alla ricerca di una intercultura, realizzata con un effettivo dialogo, capace di ampliare la partecipazione e la discussione civile fra gruppi ed individui in un contesto civile. La scelta alternativa lerezione di muri, impossibile nellattuale situazione globale.

Le migrazioni non sono un fatto transitorio. Sono indispensabili politiche di integrazione per non consumare le energie in discussioni emotive poco concludenti sui numeri dei richiedenti ospitalit. Lintegrazione una realt dinamica ed implica apertura alla ricerca di soluzioni, capacit di accettare i nuovi arrivati, educazione alla diversit, senza rifugiarsi in unEuropa-fortezza, incapace di evolversi e di rispondere alle nuove situazioni di vita.

Fra i dati interessanti da osservare che nelle scuole italiane, frequentate da immigrati, sta crescendo lintegrazione e la formazione dei nuovi italiani, come lo stato per lEuropa con Erasmus.

Il problema aperto il tema della cittadinanza, concessa con il contagocce, necessaria per la crescita del senso di appartenenza e di partecipazione. Nelle scuole molti nuovi italiani restano diversi dagli altri per motivi burocratici: gli stranieri nati in Italia possono essere pienamente italiani solo a 18 anni.

5. Progetto dEuropa in crisi

Le reazioni degli Stati di fronte ai rifugiati e agli immigrati stanno riproponendo le autonomie nazionali con la costruzione di muri di divisione, che affossano settantanni di esperienza europea di moneta unica, di libera circolazione fra gli Stati (Schengen), di pace. Robert Schuman affermava: la pace mondiale non potr essere salvaguardata senza sforzi creativi che siano allaltezza dei pericoli che la minacciano. Il superamento della crisi e larresto del declino europeo sono possibili solo se si ritrovano i valori fondativi di una identit universale, i quali legano solidariet e progresso integrale per le persone che arrivano e per le comunit che le accolgono. Sono parimenti necessari allo scopo interventi di alleggerimento delle burocrazie decisionali, politiche finanziarie, economiche e sociali pi efficienti, scelte estere condivise per una maggior presenza europea in campo internazionale a favore della pace.

Lintegrazione dei nuovi arrivati si intreccia cos con la questione dellintegrazione dellEuropa e i due fenomeni convergono nel dar forma al futuro. Gli immigrati e i richiedenti asilo non sono quindi una minaccia ai valori europei, ma loccasione per un fermento nuovo didentit pi viva, universale e inclusiva. Papa Francesco non esita a dire che la creativit, lingegno, la capacit di rialzarsi e di uscire dai propri limiti appartengono allanima dellEuropa. I grandi spostamenti di popolazione stanno generando formidabili incontri fra popolazioni di culture profondamente diverse. Affinch non si creino scontri di civilt, sono indispensabili confronti, dialoghi, cammino insieme, nella ricerca comune delle regole di una nuova convivenza, come sempre stato nella storia. Il pericolo da evitare che ancora una volta questo incontro degeneri in un preteso processo di occidentalizzazione.

Negli ultimi settantanni di pace, goduti dallEuropa, ci sono stati modelli culturali, abiti del cuore e visioni del mondo che, pur nel pluralismo delle opinioni e delle diverse ideologie, hanno tenuto assieme almeno tre generazioni di persone. Questo quadro oggi messo in discussione per larrivo di nuove culture e religioni. Il nuovo problema che si pone larmonizzazione del rispetto della diversit con i valori tradizionali della identit dellEuropa. Punto di riferimento nella ricerca possono essere i diritti fondamentali delluomo e la libert religiosa, convinti che le culture non sono identit monolitiche, ma realt vive che si evolvono nel tempo. Si noti che quando si parla di crisi umanitaria, si pu rischiare di mettere in discussione lumanesimo europeo, smarrendo il significato ultimo della dignit della persona umana ed umiliando chi nel bisogno o semplicemente chiede di essere trattato da essere umano.

6. Documentazione e problemi

* E una invasione?

a) Allinizio del 2016 in Italia gli immigrati sono 5.026.153, nel Nord Est 700.000, nel Veneto 500.000. In Italia la gran parte arrivata da Romania, Albania, Marocco, Cina, Ucraina, Filippine. Nel 2015 la popolazione straniera aumentata di 12 mila unit; sono stati registrati 250 mila esteri e 72 mila nati da entrambi i genitori stranieri; per la prima volta la popolazione diminuita di 150 mila. Nei prossimi 50 anni si prevede una dinamica demografica in Italia negativa per 11,5 milioni e quella migratoria con lestero attiva per 12 milioni.

Nei 28 Paesi europei i nati allestero sono il 12% (USA il 14%). Le percentuali vanno dal 15% al 18% in Svezia, Germania, Norvegia, Austria; dal 10% al 13% in Spagna, Croazia, Francia, Inghilterra; lItalia ha il 9,8%, la Polonia l1,6%.

b) Pi incerti sono i flussi attuali a causa dei rifugiati: finora nel 2016 sono giunti in Italia via mare 107.089 (si aggiungano ai 153.842 del 2015; ai 170.000 del 2014). In 30 mesi sono 431.031.

Degli arrivati 145.900 sono ospiti del sistema nazionale di accoglienza. Sono stati spesi questanno 3.3 miliardi di euro, il doppio degli anni precedenti.

L86% dei rifugiati viene accolto nei Paesi del Terzo mondo. LUnione europea ne accoglie meno del 10%. Ad accoglierli sono: Libano 183, Giordania 87, Turchia 32; in Europa: Malta 23, Svezia 17, Italia 3.

I flussi in continuo sviluppo dei richiedenti asilo politico rendono incerto il futuro. Essi aprono uno scenario che non pu essere risolto solo dallItalia, per le sue implicanze internazionali ed europee.

* Limmigrazione dannosa per lItalia?

a) Fra i Paesi europei lItalia il Paese nel quale nascono meno bambini (1,39 per donna nel 2013) e let della donna per il primo figlio 30 anni. C il crollo della natalit nel Sud. Nascono ora di pi nel Nord per limmigrazione (da straniere: Nord 28%, Centro 23%, Sud 8%).

b) C una continua crescita delle imprese a gestione immigrata: 71 mila (2011-2014) pi 26 mila (2015) per un totale di quasi 100 mila unit. Le aziende degli immigrati cancellate sono solo l11,6%. Sono imprese prevalentemente di servizio e di commercio. In Italia la popolazione attiva sul totale residenti del 64%; gli stranieri rispetto ai residenti stranieri del 78%. Degli italiani rispetto ai residenti il 17% non supera i 18 anni ed il 43% supera i 50; tra gli stranieri il 22% fino ai 18 anni ed il 17% oltre i 50.

c) Da una ricerca dellIstituto Rezzara del 2016 risulta che gli immigrati sono considerati:

– utili alleconomia italiana: giovani 70,4%, adulti 82,1%

– sottraggono lavoro: giovani 40,6%, adulti 32%

– fanno aumentare la criminalit: giovani 58%, adulti 68,5%.

d) C una sfasatura fra realt e percezione di essa. Secondo recenti sondaggi, la percezione media degli italiani della presenza del:

– 30% di immigrati (sono l8%);

– 20% di musulmani (sono il 2.5%).

* I musulmani sono un pericolo?

a) Nei Paesi europei la met della popolazione crede che i musulmani non vogliano integrarsi. Ci porta a insediamenti nei quartieri periferici.

b) In una ricerca dellIstituto Rezzara del 2016, limitato il numero che li ritiene:

– pericolo per la cultura: giovani 28,9%, adulti 37,9%

– pericolo per la religione: giovani 17,2%, adulti 35,1%.

c) Il pericolo dellIsis crea sospetti e rifiuti generalizzati. I terroristi crescono e si radicalizzano in Europa. Emarginare i musulmani come tali far crescere il terrorismo. Le cause di esso sono sociali e risalgono ad ambiguit dei rapporti politici ed economici (vendita armi).

d) I musulmani possono essere utili in quanto pongono il problema dei valori e dello spazio pubblico delle religioni.

* Come salvare lEuropa?

a) LEuropa, nata dopo la seconda guerra mondiale, caratterizzata dalla riconciliazione e dalla pace, sembra ora franare con il fatto migratorio: i muri si contrappongono a Schengen, alla moneta unica, alle istituzioni comunitarie. Oggi lEuropa si trova ad un bivio: o continuare lesperienza di 70 anni di pace o ritornare alla chiusura e alla conflittualit antica, negando i valori europei.

b) Viene meno lo spirito umanistico che lEuropa ama e difende da sempre. La prevenzione dei flussi delle masse in movimento diventa gestibile solo con una cooperazione europea, anzi globale. Per difendere lo spirito umanistico sono controproducenti le chiusure.

* I nuovi italiani

a) Mentre soffriamo di paure e di insicurezze, non poniamo attenzione ai nuovi italiani, che nascono dalle scuole. La presenza scolastica degli immigrati continua ad aumentare. Nel 2014 la quota dei nati stranieri ha superato, nel Veneto, un quinto dei nati totali (21,4%), nel Nord Est sono il 20%, in Italia il 14,8%. Sono integrati. Sono il nuovo Erasmus. Le difficolt nascono dai genitori.

b) Questi nuovi italiani sono riconosciuti come cittadini? Solo a 18 anni. Le cittadinanze concesse nel 2012 sono state 65.393, nel 2015 178.035 (nel Veneto nel 2012 8.346 e nel 2015 25.802). Il numero complessivo degli italiani di origine straniera, che hanno ricevuto la cittadinanza, di un milione e 150 mila.

(Diocesi di Vicenza)

Please follow and like us