3% italiani con psoriasi, nuova ‘arma’ terapeutica

Tre italiani su cento soffrono di psoriasi, malattia infiammatoria cronica della cute, tra questi il 30% sviluppa una patologia di entità moderata o grave. Una malattia, la psoriasi, spesso sottovalutata – che si manifesta con placche eritemato-squamose localizzate principalmente sulle superfici di gomiti e ginocchia, regione lombosacrale, cuoio capelluto e regioni palmo-plantari – che compromette la quotidianità del paziente con infiammazioni e dolori cronici, difficile da contrastare. I malati hanno ora una nuova opzione terapeutica, rimborsabile dal Ssn: Otezla* (apremilast) di Celgene indicata per la psoriasi cronica a placche, da moderata a grave, in pazienti adulti. Il farmaco orale è una ‘piccola molecola’ che, grazie ad un meccanismo d’azione intracellulare unico, funge da inibitore orale della fosfodiesterasi 4 (PDE4), controllando i mediatori pro.infiammatori e antinfiammatori coinvolti nella psoriasi e nell’artrite psoriasica. La sua azione mira alla “riprogrammazione delle cellule” su cui opera, e permette una nuova frontiera nel trattamento dei pazienti che presentano una patologia moderata, che spesso non possono essere trattati con altre terapie perchè poco efficaci o mal sopportate. Ad esempio, “esistono evidenze che dimostrano una particolare indicazione di apremilast nei pazienti che soffrono di sindrome metabolica”, ha spiegato Giampiero Girolomoni, direttore della Clinica dermatologica dell’università di Verona e presidente del 93esimo Congresso della Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST), appena concluso a Verona, che sottolinea quanto sia importante il giusto trattamento nella storia di un paziente che affronti una patologia cronica e complessa come la psoriasi.

“La somministrazione per via orale, due volte al giorno” risulta essere un’ottima base di partenza per il trattamento della malattia, che in Italia viene affrontata con efficacia soprattutto nei grandi centri. “In Veneto l’accesso alle cure è abbastanza facile anche se, come capita in altre regioni italiane, è un po’ a macchia di leopardo”, ha sottolineato Girolomoni.

“Nei piccoli centri periferici, infatti – spiega – i pazienti riscontrano maggiori difficoltà nel dialogo con il proprio medico di base, che spesso non è disposto ad adeguarsi all’intensità e alle particolarità della sua patologia. Apremilast può intervenire proprio in questi casi, dove la psoriasi è un problema quotidiano ma, quando moderata, non del tutto invalidante. Il farmaco – conclude l’esperto- permette infatti un trattamento rapido, che non deve essere approvato da esami o screening, e che si adatta alle esigenze del paziente senza effetti collaterali su altre patologie concomitanti a quella originaria”.

Ma la psoriasi è una malattia che porta con sé tante malattie. La gravità dei sintomi, la frequenza della sua cronicità, le varie forme in cui compare e la sua localizzazione la rendono infatti una patologia estremamente ‘sfaccettata’, difficilmente può essere interpretata e trattata in modo univoco. “Oggi parliamo ‘delle psoriasi’ e non della psoriasi”, afferma Giovanna Malara, direttore di struttura complessa presso il grande ospedale metropolitano “Bianchi Melacrino Morelli” di Reggio Calabria. Essendo una malattia sistemica a carattere infiammatorio porta con sè un panorama patologico costituito da fastidi e dolori, nonchè da malattie concomitanti che possono costituire un problema costante per il paziente. In particolare, le maggiori difficoltà si riscontrano quando la psoriasi si presenta in forma ‘moderata’, caso in cui la patologia prima d’oggi non trovava un adeguato trattamento terapeutico. “Dall’introduzione di apremilast – sostiene Malara – abbiamo ora un farmaco che si può ‘cucire’ sul paziente perchè non si tratta nè del farmaco biotecnologico, spesso d’impatto eccessivo, nè di una terapia topica, che spesso è mal sopportata a causa della cronicità psoriasica”. Una rivoluzione, dunque, che si adatta ad una fascia di pazienti che prima non trovavano una risposta alle proprie necessità. “In apremilast troviamo soprattutto tutte le caratteristiche che si possono adattare al paziente moderato. Un’azione antinfiammatoria valida e una somministrazione facile e comoda per via orale”, conclude.

Apremilast è un “cardine per trattare più patologie nello stesso trattamento”, spiega Aurora Parodi, direttore della Clinica dermatologica al Policlinico San Martino di Genova, parlando del farmaco che è indicato sia per la psoriasi sia per l’artrite psoriasica. Intervenendo sulla fascia di popolazione che sviluppa una patologia moderata, apremilast si configura come una novità a 360 gradi nel trattamento del paziente e tra i suoi vantaggi più evidenti vi è la mancanza di interferenze con altre problematiche cliniche, nonchè la necessità di esami e screening per la sua somministrazione e la possibilità, inedita, di trattare con ottima efficacia anche l’artrite psoriasica. “Sappiamo che oggi la psoriasi artropatica ha un’incidenza maggiore rispetto al passato, arrivando a manifestarsi nel 30% dei casi di psoriasi – prosegue Parodi – e apremilast può giocare un ruolo chiave nel trattamento di entrambe le patologie, perchè agisce contemporaneamente sia sulla componente cutanea sia su quella articolare”.

Un farmaco che soddisfa le aspettative di medici e pazienti, andando a coprire una fascia critica di pazienti, che possono contare su un trattamento estremamente adattabile alle proprie necessità. “In questi ultimi anni – prosegue Aurora Parodi – si sono affacciati sul panorama della dermatologia vari farmaci per il trattamento della psoriasi, dai biologici alle piccole molecole, come apremilast. Quest’ultimo, però, ha un vantaggio rispetto a farmaci più aggressivi, perchè si può collocare in una parte della popolazione psoriasica in cui le manifestazioni possono non essere gravi, ma la qualità di vita sono comunque compromesse”.

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