Esteri – Sandonà (ZP): “Vicinanza ai prigionieri politici della Catalogna: vittime di una sentenza barbara contro i principi di libertà e democrazia”

Esteri – Sandonà (ZP): “Vicinanza ai prigionieri politici della Catalogna: vittime di una sentenza barbara contro i principi di libertà e democrazia”

(Arv) Venezia, 14 ott. 2019 – «Alla notizia delle assurde condanne ai leader catalani indipendentisti e del nuovo mandato di arresto internazionale per l’ex premier catalano Carles Puigdemont non possiamo che esprimere tutta la nostra vicinanza e solidarietà a quelli che sono, a tutti gli effetti, prigionieri politici. Il tribunale spagnolo, che ha inflitto in totale più di 100 anni di carcere, con pene che vanno dai 9 ai 13 anni per imputato, ha minato alla base uno dei principi fondativi dell’Unione Europea, la salvaguardia delle libertà e del diritto di espressione politica, con una sentenza che riporta le nostre democrazie all’oscurantismo medievale». Così Luciano Sandonà, consigliere regionale veneto del gruppo Zaia Presidente, commenta la sentenza di condanna del Tribunale supremo di Madrid nei confronti dei nove leader indipendentisti catalani.  «Questi uomini e donne hanno già trascorso in carcere gli ultimi due anni – continua Sandonà -. Il governo spagnolo ha infatti dichiarato fin da subito l’illegittimità del referendum per l’indipendenza della Catalogna. Un comportamento ben diverso da quello tenuto da Londra che ha riconosciuto e promosso il referendum in Scozia nel 2014. Il diritto di autodeterminazione dei popoli, sancito dai trattati internazionali dal primo dopoguerra fino agli accordi di Helsinki del 1975, è infatti un diritto naturale riconosciuto da quasi tutti gli Stati del mondo, compresa l’Italia. Il popolo catalano, proprio come quello curdo, è stato tradito più volte nella storia dalle cosiddette democrazie liberali occidentali. Bisogna anche ricordare che l’ex vicepresidente del governo indipendentista catalano Oriol Junqueras, che ha ricevuto la condanna più pesante, ben 13 anni, benché eletto al Parlamento Europeo nelle elezioni dello scorso marzo non ha mai potuto prendere possesso del proprio seggio, in quanto sospeso dall’incarico di deputato perché sotto processo. L’Europa delle libertà non può permettere che vi siano prigionieri politici al proprio interno. Di sicuro – conclude Sandonà – non si risolvono le questioni delicate come quella catalana incarcerando esponenti politici legittimi e votati dal popolo».

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(Consiglio Veneto)

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