Spacciavano metanfetamina a elevatissimo principio attivo alle prostitute di via Fratelli Bandiera a Marghera: in manette il protettore e la sua compagna

Nel corso delle ultime settimane apparivano completamente “fuori controllo” tra frasi sconnesse e movimenti scoordinati a ogni ora del giorno (e della notte). Per questo motivo gli operatori del Servizio Sicurezza Urbana della Polizia locale di Venezia hanno deciso di stringere in questi mesi le maglie dei controlli sulle prostitute che stazionano in via Fratelli Bandiera a Marghera: le indagini hanno portato all’arresto del loro protettore, di nazionalità bulgara, e della sua compagna, oltre che di dosi di metanfetamina dal grado di purezza definito “estremo”, vicino al 75%.

Tutto è iniziato durante gli incessanti servizi di pattugliamento del territorio da parte degli agenti della Polizia locale: nel corso dei controlli spesso le prostitute apparivano alterate, sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Un possibile indizio dei loro canali di approvvigionamento è stato raccolto ad agosto, quando un’unità cinofila del Corpo, avvicinandosi ad alcune lucciole di nazionalità bulgara, ha permesso di recuperare da terra una bustina autosigillante appena lanciata al suolo con alcuni cristalli all’interno (poi le analisi del laboratorio tossicologico forense dell’Ulss 3 “Serenissima” avrebbero certificato che si trattava proprio di metanfetamina dal livello altissimo di principio attivo). La sostanza sintetica, estremamente stimolante, oltre a provocare un forte stato di alterazione, può diminuire il bisogno di sonno.

I sospetti si sono concentrati quindi sul protettore delle prostitute, metà delle quali convive con lui in alcuni appartamenti lungo via Fratelli Bandiera: si tratta di un cittadino bulgaro noto agli investigatori del Corpo. Durante i pedinamenti nei suoi confronti gli agenti hanno maturato la convinzione che lo stesso nascondesse le metanfetamine (in quantità importanti) nella sua camera da letto. Ottenuta l’autorizzazione dalla Procura, il 9 ottobre è scattata la perquisizione domiciliare: al momento dell’accesso la compagna dell’uomo, che si era presentata alla porta, ha tentato di opporre resistenza per ritardare l’accesso della Polizia locale, mentre il compagno tentava di liberarsi dello stupefacente nascondendolo in un peluche e gettandolo dalla finestra. L’oggetto è stato subito individuato e controllato: all’interno c’erano 30 grammi circa di metanfetamina. Altro stupefacente è stato trovato sotto il materasso del letto dove la coppia dormiva: si tratta di 12 dosi pronte per essere spacciate, confezionate in alcuni sacchettini autosigillanti (ognuno conteneva circa 0,1 grammi di metanfetamina). Sono stati inoltre requisiti nella stanza altri 105 sacchettini dello stesso tipo, oltre che un bilancino di precisione.

Al termine degli accertamenti i due sono stati trasferiti in carcere. Il loro arresto è stato convalidato nei giorni successivi dal giudice: per l’uomo è stata disposta la custodia cautelare a Santa Maria Maggiore, essendosi assunto la responsabilità della detenzione della droga.

Nel frattempo la droga sequestrata è stata inviata al Laboratorio di Tossicologia Forense dell’Ulss 3: gli esiti delle analisi hanno confermato non solo che si tratta di metanfetamina, ma anche che quest’ultima si presenta con caratteristiche di purezza estreme, vicine al 75%, tali da consentire il confezionamento di 220 dosi. Ogni dose viene venduta al dettaglio tra i 20 e i 30 euro.

Oggi il Comando di Polizia locale ha informato il Servizio tossicodipenze del Comune affinché accerti, con screening socio-sanitario, il numero delle prostitute coinvolte nell’assunzione di metanfetamine e il loro grado di dipendenza, con lo scopo di predisporre i necessari interventi di assistenza, contenimento e riduzione del fenomeno.

(Comune di Venezia)

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