Politica – Ciambetti risponde alla lettera delle associazioni islamiche: “La legge Veneta non è contro le moschee e ha superato l’esame della Corte Costituzionale”

Politica – Ciambetti risponde alla lettera delle associazioni islamiche: “La legge Veneta non è contro le moschee e ha superato l’esame della Corte Costituzionale”

(Arv) Venezia, 12 dic. 2019   – “L’Alta Corte italiana, nel solco della miglior tradizione culturale europea e Occidentale, ha sancito che la libertà religiosa spetta a tutti, indipendentemente dai contenuti della fede professata, e che essa deve essere promossa e tutelata garantendo le esigenze di una convivenza pacifica, rispettosa dei diritti di tutti” Inizia così l’ampia risposta alla missiva firmata da una serie di rappresentanti di associazioni religiose islamiche che, prendendo spunto dal pronunciamento della Corte Costituzionale sulla legge della Lombardia sulle moschee, hanno chiesto a palazzo Ferro Fini di modificare le norme venete. ”L’articolo 117 della Costituzione Italiana – ha precisato Ciambetti – spiega che spettano allo stato i rapporti tra la Repubblica e le confessioni religiose.  E in questo contesto si inserisce la normativa regionale veneta, che non entra nel merito dei rapporti con le confessioni religiose, ma si limita, come è nelle competenze del Consiglio regionale, a dettare norme urbanistiche che riguardano i luoghi di culto. Non a caso, infatti, la nostra normativa passò il vaglio della Corte Costituzionale: il parallelo con il pronunciamento sulla legge lombarda è pertanto fuorviante e sbagliato e immaginare che le nostre norme siano dirette ad ostacolare la fede islamica è concettualmente sbagliato oppure frutto dalla non coscienza della nostra legge” Ciambetti ha poi notato che  “Per la cultura europea la libertà religiosa è un pilastro, concetto questo non esattamente condiviso da gran parte del mondo islamico, come non è condivisa la libertà della condizione femminile sottoposta ancora oggi nella maggioranza delle famiglie di fede islamica a forme inaccettabili per la cultura europea di prevaricazione perpetuate e praticate anche in nuclei familiari residenti in Italia.  La stessa libertà di culto che voi auspicate viene negata ai cristiani e a credenti di altre fedi in molti dei Paesi islamici: una lettera come quella che voi mi avete indirizzato in tanti Paesi islamici avrebbe esposto gli estensori a seri guai. Purtroppo – prosegue la lettera del Presidente del Consiglio regionale del Veneto – le cronache ci parlano di casi emblematici quanto inquietanti anche in Veneto: è di pochi giorni or sono l’espulsione dell’imam bengalese, Jounayed Ahmed, residente a Padova espulso per motivi di sicurezza dello Stato. Questo è solo l’ultimo esempio: non mancano gli incitamenti al Jihad e a combattere anche con azioni criminali gli ‘infedeli’. Da una parte chiedete il dialogo, dall’altro vi sono cittadini di fede islamica che vedono nel sangue l’unica forma di confronto possibile. Ciò non di meno, le porte sono sempre aperte a chi è onesto e a chi rigetta la violenza, a chi la contrasta con azioni concrete e decise, non a parole ma con i fatti. E con i fatti, del resto il Veneto ha accolto in questi anni migliaia di cittadini di fede islamica ai quali ha garantito l’accesso all’istruzione scolastica, alla sanità, alla casa, fornendo nelle mense pubbliche cibi halal, nel massimo rispetto delle tradizioni e culture altrui.”

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(Consiglio Veneto)

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