Innanzitutto si tratta di restituzione calcolata sulla base dell’effettivo importo pagato dalle famiglie dei bambini e va conteggiata in base alle settimane di chiusura delle strutture. In realtà si praticherà alle famiglie uno sconto del valore del 25% della retta mensile effettivamente pagata (diversa da famiglia a famiglia perché calcolata su base Isee) per ogni settimana di chiusura.
Allo stato dei fatti per ora verrà restituito il 75% della retta mensile calcolando che sono oramai 3 le settimane di chiusura.
E’ chiaro quindi che si restituirà solo quota parte di quanto già pagato dalle famiglie e nulla va aggiunto prelevandolo dalla fiscalità generale.
I servizi educativi, dopo un accurato esame sia dei mancati introiti che dei risparmi conseguiti per i servizi non attuati, hanno deciso in tal senso per dare sostegno alle famiglie già in difficoltà per tale grave contingenza. Faccio inoltre osservare che per i Comuni non esiste l’istituto della Cassa integrazione che invece è prevista per le realtà private. L’Amministrazione si rende conto che esistono anche molte famiglie che si interfacciano con altri gestori: appoggeremo qualunque loro azione possa essere messa in campo per ottenere sostegno da parte della Regione Veneto e dallo Stato.
Comunico anche che tutte le derrate alimentari deperibili già acquistate e non utilizzate saranno devolute alla fondazione Nervo-Pasini che gestisce le Cucine popolari“.