Comunicato di Federmoda su riapertura e sanificazione abbigliamento

Riportiamo di seguito il comunicato di FEDERMODA – Federazione Moda Italia , dove si parla della riapertura dei negozi di abbigliamento e della sanificazione dei capi in vendita.

Il Presidente di Federazione Moda Italia – Confcommercio, Renato Borghi è intervenuto su Rai Radio 1, alla trasmissione “Giorno per Giorno”

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È stata esposta un’analisi del settore moda, in forte difficoltà anche per l’ulteriore slittamento della riapertura dei negozi, e una specifica puntualizzazione su alcuni aspetti in tema di sanificazione dei capi:

“La premessa è che il settore veniva già da una crisi abbastanza accentuata con domanda interna debole e consumi in difficoltà. Quindi uno dei settori che già pagava una difficoltà dal punto di vista dei ricavi. In Italia ci sono 115.000 punti vendita con oltre 300.000 addetti. Noi stimiamo che sarà costretto ad arrendersi a questa crisi tra il 10 e il 15% dei negozi; quindi, una perdita importante che, secondo una stima addirittura prudenziale, potrebbe essere di 15.000 punti vendita. È molto probabile che non potranno riaprire se si considera che ci si trova di fronte ad una crisi preesistente; due mesi di stop, che vuol dire due mesi di vendite azzerare, con obbligazioni nei confronti dei fornitori e dei proprietari immobiliari e di chiunque altro che vengono a bussare alla porta e la risposta non potrà essere di arrangiarsi perché se no si mette in crisi tutta la filiera e si realizza un default. due mesi di stop ricavi e di fronte un periodo nel quale non si può certo pensare che i consumi potranno essere effervescenti. Penso ad uno dei settori che rappresentiamo, le valigerie non è possibile che nelle prossime settimane e nei prossimi mesi avranno delle vendite effervescenti. Non è accettabile che si rinvii al 18 di maggio perché non si capisce perché bisogna aspettare quando l’Inail ha stabilito che il nostro è un settore a basso rischio e noi garantiremo gli stessi presidi e gli stessi interventi richiesti dalle Circolari del Ministero della Salute e quindi gli ingressi contingentati, le mascherine, la sanificazione dei locali, che potremmo farlo noi, e su questo voglio dire che non c’è nessuna certezza e non c’è scritto da nessuna parte che i capi vadano sanificati. Girano tante notizie o suggestioni, in questo momento, ma per l’apertura dei negozi di abbigliamento e calzature per bambini non è stata in alcun modo prevista alcuna prescrizione in tal senso anche perché non c’è nessuna evidenza scientifica. Altrimenti anche per chiunque sarebbe imposta qualche raccomandazione al rientro a casa. Per quanto riguarda l’anticipazione dell’apertura, con il Presidente Sangalli così come con altri Presidenti di Associazione del turismo dei pubblici esercizi, abbiamo chiesto, chiediamo e chiederemo di rivedere questa riapertura; non si capisce perché non si possa prevedere lo stesso sistema adottato per l’apertura degli esercizi alimentari. Infine: che senso ha autorizzare l’apertura delle attività all’ingrosso del settore moda, la cui funzione è di rifornire il dettaglio, quando il dettaglio è chiuso ? Anche questo non ha senso”.

Anche a seguito della nostra presa di posizione fortemente contraria alla sanificazione obbligatoria degli articoli di moda provati e dei resi (sollevata “incautamente” nei giorni scorsi dai media e dai social in vista della Fase 2), ricordiamo che – come ha avuto modo di ribadire il Presidente Borghi in diretta su RAI RADIO 1, ad oggi non è previsto alcun obbligo di sanificazione dei prodotti in capo al commerciante.

Le previsioni normative attualmente in vigore riguardano la sola sanificazione del negozio (ex Circolare 5.443 del 22 febbraio 2020 del Ministero della Salute), con disinfettanti quali l’ipoclorito di sodio (0,1%) oppure etanolo al 75% e la pulizia e l’igiene ambientale con frequenza almeno due volte giorno ed in funzione dell’orario di apertura. Ci deve essere nei locali una adeguata aereazione naturale e ricambio d’aria. Va effettuata la pulizia dei filtri dell’aria condizionata o, se necessaria, la revisione dell’impianto. Ricordiamo infine l’obbligo di previsione di dispenser con ampia disponibilità e accessibilità a sistemi per la disinfezione delle mani con distributori di gel alcolici con una concentrazione di alcol al 60-85%. In particolare, all’ingresso, vicino ai camerini, accanto a casse e sistemi di pagamento, tastiere, schermi touch. E non va dimenticato l’utilizzo delle mascherine e le indispensabili raccomandazioni di lavarsi spesso le mani; mantenere distanza interpersonale di almeno un metro; evitare il contatto ravvicinato; evitare abbracci e strette di mano.

Confcommercio Imprese per l’Italia della Provincia di Rovigo

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(Confcommercio Rovigo)

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