Emergenza Coronavirus – Baldin (M5S): “Reddito di Emergenza indispensabile anche in Veneto, lo dicono i dati dell’economia”

Emergenza Coronavirus – Baldin (M5S): “Reddito di Emergenza indispensabile anche in Veneto, lo dicono i dati dell’economia”

(Arv) Venezia, 14 apr. 2020 – “Ancora di più dopo la lettera di Papa Francesco all’Avvenire, in cui il pontefice afferma che è giunto il momento di pensare a una forma di retribuzione universale di base, il Reddito di Emergenza entra tra le misure economiche necessarie per gestire la crisi in Veneto”. Così Erika Baldin, Consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, che interviene con una nota a proposito del “REM per le fasce più deboli della popolazione che il Governo inserirà nel decreto Aprile in via di preparazione in queste ore, quello con i nuovi aiuti economici per fronteggiare l’emergenza legata al Coronavirus”.

“Purtroppo – osserva la Consigliera – anche in Veneto le conseguenze economiche del contagio sono e saranno pesantissime. Le persone senza lavoro e senza altri paracadute sociali saranno migliaia. A loro dobbiamo dare un segnale chiaro e veloce. Per questo, anche nella nostra regione, il Reddito di Emergenza è indispensabile e rappresenta la risposta adeguata alle necessità di tante famiglie. Per capirlo, bastano i dati; secondo Veneto Lavoro, a un mese e mezzo dall’inizio dell’emergenza Covid-19, in Veneto si sono persi circa 35-40 mila posti di lavoro dipendente, tra mancate assunzioni e diminuzione effettiva delle posizioni lavorative, pari a circa il 2% dell’occupazione dipendente complessiva. Per la Cgia di Mestre l’artigianato rischia di estinguersi e in Veneto, in un solo mese, ha perso 777 milioni di euro di fatturato, ossia il 3,8% del totale annuo, con il 60% delle imprese artigiane chiuse causa virus”.
“Quanti saranno i veneti che dopo la fine della pandemia, restando esclusi dalla Cig e da altri sussidi, avranno bisogno di aiuto concreto? Un’idea – evidenzia Baldin – può darcela la platea veneta di quanti usufruiscono del Reddito di Cittadinanza: attualmente è di oltre 65mila persone, precisamente un totale di 65.658 persone coinvolte, nei 31.382 nuclei familiari percettori, compresa anche la pensione di cittadinanza. A cui si possono aggiungere gli stagionali, i dipendenti del turismo e della ristorazione, la marea di precari di cui non si occupa nessuno, il piccolo artigiano che già prima era con l’acqua alla gola, adesso non sa come pagare le bollette e chiede aiuto al parroco o al sindaco. Dobbiamo proteggerli, perché ci aspetta un cambiamento epocale delle abitudini e della struttura socio-economica”.

“Che sia di emergenza o di ricostruzione, chiamiamolo come volete – conclude Baldin – ma i soldi alla gente normale, che dopo la pandemia non arriverà a fine mese, servono anche qui da noi, in Veneto perché, purtroppo, non siamo un’isola felice. Senza bandiere, senza polemiche strumentali, ora pensiamo solo a risollevarci”.

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(Consiglio Veneto)

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