Trasporto pubblico locale – Baldin (M5S): “Il problema dei treni non si risolve con un colpo di spugna sul Droplet. Chi controlla se tutti avranno la mascherina?”

Trasporto pubblico locale – Baldin (M5S): “Il problema dei treni non si risolve con un colpo di spugna sul Droplet. Chi controlla se tutti avranno la mascherina?”

(Arv) Venezia, 3 giu. 2020 – “La risposta piccata dell’Assessore regionale ai Trasporti, Elisa De Berti, al mio comunicato di lunedì 1 giugno, a parte il limitarsi a una frettolosa lettura del titolo o poco più, non colpisce la sottoscritta, ma la lingua italiana: l’invito a gestire il caos del trasporto pubblico con lo stesso piglio e intraprendenza con cui si è affrontato il fronte delle terapie intensive era un’ovvia similitudine, ma comprendo il nervosismo della Giunta”.

Con queste parole, la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Erika Baldin, prende di nuovo posizione in ordine al disservizio dei treni e risponde all’Assessore De Berti “sull’organizzazione futura di un Tpl che dovrà convivere con il Covid”.
“Il problema è che in questa partita il Veneto è in ritardo – denuncia l’esponente pentastellata –  Il fatto di essere in buona compagnia (di altre regioni) non consola. Con la nostra fame di turismo, non possiamo permetterci di far arrivare gli utenti in stazione e poi lasciarli a terra perché scoprono che il convoglio ha esaurito i posti”.
“Lunedì ho esortato a rinnovare profondamente l’intero ecosistema del trasporto pubblico locale con l’organizzazione integrata di orari e flussi, una comunicazione capillare, digitale e in tempo reale, unita con un meccanismo efficiente di prenotazione e di informazione sulla capienza dei mezzi a livello regionale, non diviso per ogni azienda – ricorda la consigliera regionale –  Altrimenti a settembre, con la ripresa delle scuole, il problema ci scoppierà in mano”.
“A giudicare dalle sue dichiarazioni più recenti, l’Assessore De Berti è del mio stesso avviso su entrambi questi concetti: ne prendo atto, sperando che lei faccia altrettanto” – afferma Baldin – “Se la soluzione al problema del Tpl che convive con il Covid è quella di buttare alle ortiche il distanziamento di un metro, mi permetto qualche osservazione. E mi scusino Zaia & De Berti se non batto in ritirata dopo i loro rimbrotti: il pensiero unico ancora non mi appartiene”.
“Ammainare la bandiera del Droplet, dopo che è stata la guida per tutta la fase di uscita dalla quarantena deve essere un provvedimento validato e giustificato dagli scienziati; altrimenti, diventa la frettolosa e rischiosa via di scampo al problema dell’affollamento sui mezzi pubblici, che somiglia molto a quando vengono alzati per legge i limiti di sostanze nocive tollerate nell’aria e nell’acqua, solo perché non si riesce a ridurre l’inquinamento – prosegue la consigliera – Se un metro di distanza tra gli utenti era indispensabile e salva-vita fino a ieri, non può diventare superfluo domani, solo perché siamo senza treni”.

“E poi mi chiedo: chi controllerà se i viaggiatori avranno tutti le mascherine quando saliranno sui convogli? Il personale viaggiante di Trenitalia, come e quando? Chiediamo una mano ai Carabinieri in pensione oppure riesumiamo i volontari civici? E che si fa se qualcuno non le ha? Lo facciamo scendere alla prima fermata? – conclude Erika Baldin – Il problema del Trasporto pubblico locale è e sarà enorme, richiede l’aiuto di tutti, anche delle Opposizioni, e prevede tempistiche non brevi. Annunciare di risolverlo con un colpo di spugna è come mettere la testa sotto la sabbia e sperare che la tempesta passi innocua; avviso bonario per l’Assessore ai Trasporti: anche questa è una similitudine”.

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(Consiglio Veneto)

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