Comunicato stampa: donne vincenti, le mascherine di “Ricuciamo il nostro lavoro” alle atlete di Run for Iov

La consegna allo stadio Colbachini, con la testimonial Stefania Miotto e l’assessore Diego Bonavina: «Un gesto particolarmente significativo, nel segno della ripartenza».

Un gesto utile, ma che allo stesso tempo riveste un grande valore simbolico. L’allenamento delle podiste di Run for Iov, la sera di mercoledì 15 luglio, è stato anticipato dalla consegna delle mascherine realizzate artigianalmente dalle imprenditrici di “Ricuciamo il nostro lavoro”.
A ospitare l’incontro lo Stadio Colbachini, che ogni mercoledì sera Assindustria sport ha deciso di riservare alla loro preparazione in via esclusiva.
Presenti il soprano padovano Stefania Miotto, testimonial dell’iniziativa, e l’assessore allo sport Diego Bonavina, che ha commentato: «Ringrazio chi ha dato vita al progetto “Ricuciamo il nostro lavoro” per questo gesto, particolarmente significativo. La mascherina è un po’ il simbolo della ripartenza dopo la fase acuta dell’emergenza e le ragazze di Run for Iov, con il loro esempio e il loro coraggio, sono un punto di riferimento della volontà di tornare alla normalità».

Allenate dalla professoressa Chiara Arrigoni, che segue anche il Gruppo podistico di Assindustria sport, le ragazze di Run for Iov dopo aver combattuto il tumore al seno hanno trovato la forza di rialzarsi e correre assieme. E, in fondo, anche le imprenditrici di “Ricuciamo il nostro lavoro” (alla consegna erano presenti Silvia Marangon, del negozio “Zio Max” in via Altichiero, e Chiara e Cristina Checchin, di “Prelibate Tentazioni” in Corso Milano) a loro volta hanno deciso di non piegarsi di fronte alle evidenti difficoltà create dall’epidemia di Coronavirus, ma farne un’occasione di concreto rilancio realizzando artigianalmente delle mascherine di puro cotone, lavabile a 60°, da donare: «Abbiamo voluto coinvolgere queste donne duramente colpite, fisicamente e psicologicamente, che hanno dovuto fare i conti con le più diverse patologie oncologiche, ma nonostante tutto hanno trovato assieme la forza di “ricucire” le loro vite, dedicandosi con passione allo sport».

(Comune di Padova)

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