Settembre 2020 – Veglia Missionaria in Cattedrale per tessere fraternità: venerdì 16 ottobre alle 20.30

Tessitori di fraternità è il tema dell’ottobre missionario di quest’anno, cui si ispira anche la Veglia missionaria che si terrà, ricca di suggestioni, in cattedrale a Vicenza venerdì 16 ottobre alle 20.30. La veglia sarà trasmessa in diretta da Radio Oreb, TeleChiara e sul Canale YouTube della Diocesi di Vicenza. In allegato il libretto della veglia in formato pdf.

 Il termine “tessere” significa etimologicamente “intrecciare”. Include la forza, la potenza, la vita di un movimento, fatto nel rispetto dei tempi e delle unicità di entrambe le due distinte unità: la trama e l’ordito. Tessono le donne, gli uomini, ma pure la natura. Pensiamo alla meraviglia del ragno e della sua ragnatela, agli uccelli e ai loro nidi, ai piccoli o grandi corsi d’acqua che tessono l’aridità dei terreni trasformando le grotte in cattedrali di stupore. Tessono gli sportivi, i marinai, gli astronomi, i costruttori e la nostra madre terra con la sua orbita attorno al Sole. Tutto tesse, tutto è un piccolissimo, invisibile, silenzioso punto accanto l’altro. Ma quando a “tessitore” aggiungiamo il termine fraternità allora diventa un’esplosione di sfumature, colori, componenti, tempi, che si mettono a disposizione della creatività pulsante dell’umanità di Cristo che cerca, in ogni istante, un suo prolungamento nella nostra. È il mistero che si rivela!  La trama e l’ordito non possono fare a meno del tessitore e del telaio. Tutti i capolavori delle relazioni portano il sigillo della comunione, della collaborazione, della liberante sana “con-dipendenza” reciproca e fraterna. Ci aiutano a tenere lo sguardo del cuore in equilibrio fra ciò che siamo, ciò che abbiamo ricevuto in eredità, ciò che siamo chiamati a diventare. Tessere fraternità è un’arte che tutti, in germe, racchiudiamo, ciascuno nella sua unicità. A noi l’impegno quotidiano di lasciarlo sbocciare sapendo che la riuscita è nell’intreccio, nella flessibilità e soprattutto nella lunghezza e nella pazienza degli elementi. Se riusciremo a vivere tutto questo, allora il fratello o la sorella che ci incontrerà potrà fissare il suo sguardo sul volto di Cristo e toccare la sua consolazione. In questo tempo di pandemia il tessere può aggiungere una nuova e liberante prerogativa: quella di imparare a recuperare ciò che all’apparenza è perduto o interrotto. È il meraviglioso rituale della restituzione di una nuova interezza e di una nuova bellezza. I sentimenti di naturale paura, incertezza, sospensione, che stiamo respirando, possano essere vissuti come nuovi fili, nuovi colori, di trama e ordito. Sentiamoci chiamati, oggi più che mai, a diventare novità, parte viva della nuova bellezza che scopriremo lasciandoci annodare, gli uni gli altri, con le nostre attuali paure, con le novità che questo tempo di pandemia ci sta svelando.  E “come mani giunte e dita tessute insieme” riveleremo il capolavoro che Dio sta tessendo nella storia.

 Isabella Prati

 

(Diocesi di Vicenza)

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